Moabi di Mickaël El Fathi ci mostra, attraverso parole delicate e importanti, il tema del disboscamento, facendoci riflettere su come un tempo il bosco ci proteggeva e ci dava risorse per vivere, ora è invece diventato un luogo da cui noi ci riforniamo come se fosse un distributore gratuito e infinito.
Moabi di Mickaël El Fathi
Si parla molto dei “temi” che invadono i social network a fasi (lunari?) alternate. Il calendario 2020 ha avuto il suo esordio con l’incendio delle foreste in Australia, per poi decollare sul covid-19, stanziare su questo tema e poi prevedere l’arrivo degli alieni verso il mese di Aprile, a luglio l’arrivo di una sorta di Iron man in versiona cattiva, etc.
Moabi, testo edito per la prima volta nel 2005 per La Palissade, e poi nel 2017 da Terre di Mezzo, scritto e illustrato da Mickaël El Fathi, parla invece di un tema “trasversale” e che oggi risuona a gran voce tra pochi o tra tanti, a seconda del calendario lunare di cui sopra.
Moabi, è un particolare albero che realmente esiste e che in questo caso specifico ci guida nella storia del mondo, partendo dalla sua nascita, quand’era solo un seme, per poi farci vedere la sua crescita, parallelamente a quella delle creature attorno a sé: vediamo piante, alberi, fiori, dinosauri, uccelli, scimmie e infine l’uomo.
L’uomo si mostra qui in due vesti: prima amico della natura e anzi timoroso di essa e delle bestie che vi vivono, per poi mutare abbigliamento e diventare nemico dei boschi e di Moabi stesso che, alla luce di questo cambio d’abito, si nasconde tra le cime degli alberi accanto a lui, perché nessuno lo veda. Sì, perché da quando l’uomo tifa per un’altra squadra, Moabi trema. Trema non per il vento, ma per la paura.
Il libro però si chiude con una speranza (un sogno?) di Moabi, quello di rivedere un giorno tornare l’uomo «per fare pace con la foresta».1
Il disboscamento
Sorgono qui delle domande spontanee, che chiedo in prestito a un testo altrettanto pensato edito da Orecchio Acerbo:
Chi è più potente, l’uomo o la natura?
Perché modifichiamo la natura? 2
Il testo ci mostra, attraverso parole delicate e importanti, il tema del disboscamento, facendoci riflettere su come un tempo il bosco ci proteggeva e ci dava risorse per vivere, ora è invece diventato un luogo da cui noi ci riforniamo come se fosse un distributore gratuito e infinito, senza pensare al dolore che esso prova.
In questo periodo chiusi in casa, però, ci accorgiamo di come il nostro fidato Mac o l’ultimo iPad sfornato dalla Apple non siano amici dello stesso spessore, ma anzi bramiamo una corsa nel parco e del tempo invidiato nel giardino del vicino (che non solo ha l’erba sempre più verde della tua, ma almeno ha uno stralcio di verde), sogniamo la casa in montagna lasciata aperta, perché pensavamo di poterci tornare con il decreto X e che invece è sempre più lontana da noi, come anche il profumo di funghi e fogliame che si odora d’estate tra una passeggiata e l’altra.
Chissà, magari Moabi ha ragione, magari faremo pace con la foresta e impareremo a gustarci il tempo della e nella natura.
Spunti didattici:
L’albo illustrato qui presentato può essere utilizzato in un percorso all’interno della scuola primaria per dedicarsi alla terra, alla natura e al rispetto di essa, come obiettivo trasversale per un’educazione alla cittadinanza. I nuovi scenari delle indicazioni nazionali del 2018 3 mettono come punto chiave l’educare alla cittadinanza e alla sostenibilità, temi già espressi nelle Indicazioni nazionali del 2012 nel capitolo “La scuola del primo ciclo”, ove è espresso come
«È compito peculiare di questo ciclo scolastico porre le basi per l’esercizio della cittadinanza attiva, potenziando e ampliando gli apprendimenti promossi nella scuola dell’infanzia. L’educazione alla cittadinanza viene promossa attraverso esperienze significative che consentano di apprendere il concreto prendersi cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente e che favoriscano forme di cooperazione e di solidarietà. Questa fase del processo formativo è il terreno favorevole per lo sviluppo di un’adesione consapevole a valori condivisi e di atteggiamenti cooperativi e collaborativi che costituiscono la condizione per praticare la convivenza civile».
Uno scenario del tutto coerente è delineato nei 17 obiettivi enunciati dall’ONU nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile:
«L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. […]. Gli Obiettivi per lo Sviluppo danno seguito ai risultati degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals) che li hanno preceduti, e rappresentano obiettivi comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo: la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico, per citarne solo alcuni. ‘Obiettivi comuni’ significa che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità».4
Compito quindi della scuola e degli insegnanti, ma non solo, anche di tutti, perché “nessuno è escluso”, è quello di guidare i bambini verso una conoscenza del mondo e del rispetto di questo, affinchè si raggiunga uno scopo comune attraverso un lavoro di gruppo.
Il testo, può essere infine ampliato e approfondito dall’utilizzo di diverse letture: il già citato “Cosa diventeremo? Riflessioni intorno alla natura” di A. Damm, “L’uomo che piantava gli alberi” di J. Giono e “Raccontare gli alberi” di P. Valentinis.
Lo consigliamo a… tutti coloro che, come me, bramano un’intera giornata nei boschi e credono (o forse, sperano) nella pace tra l’uomo e la natura.
1 Cfr. M. El Fathi, Moabi [2005], Terre di Mezzo, Milano, 2017
2 Cfr. A. Damm, Cosa diventeremo? Riflessioni intorno alla natura, Orecchio Acerbo, Roma, 2019
3 Cfr. MIUR, Comitato scientifico nazionale per l’attuazione delle Indicazioni nazionali e il miglioramento continuo dell’insegnamento (a cura di), Indicazioni Nazionali e nuovi scenari, 2018, pp. 5-9
4 Dal sito del Centro Regionale di informazione delle Nazioni Unite http://www.unric.org/it/agenda-2030. Il grassetto è mio
Mickaël El Fathi – Moabi – Terre di Mezzo