Oltremare citazioni

Citazioni da Oltremare di Patrizia Salvetti

Ecco alcune citazioni da Oltremare di Patrizia Salvetti, clicca qui per leggere la nostra recensione.

Intervista a Cea

Come ti è sembrata la città quando poi stavi con tuo marito qui?

Era un’altra cosa. Per un anno ho sempre pianto. Ho pianto pianto pianto pianto pianto. Poi è nato il figlio ed è passato un poco.

Se tu dovessi fare un bilancio della tua vita, chiederti: ho fatto bene o ho fatto male a lasciare l’Italia?

Ho fatto male, perché ora mi pento. Proprio questa mattina pensavo: quanto mi piacerebbe ora stare in Italia. Però, ormai, il destino ha voluto così. È il destino che comanda.

Quindi i soldi li amministravano le donne.

Sì, sempre le donne, perché gli uomini incontravano una ‘hermosa’ e li spendevano.

Intervista a Flora

Ma era un matrimonio d’amore, oppure…

L’amore, per me, non esiste. Puoi innamorarti, ma credo che questo viene dopo. Abbiamo stato insieme con mio marito 65 anni.

Ancora esiste l’associazione dei molesi?

Non lo so, c’era questa associazione a La Boca, ma adesso La Boca non è più molese. Prima c’era il bar e sembrava Mola perché tutti parlavamo in molese. Adesso non esiste, e vivono tutti stranieri: paraguaiani, boliviani… Tutti di Sud America, perima erano tutti europei…

Tu hai lasciato un paese povero che però nel frattempo è diventato un paese ricco. E quindi, se tu fossi rimasta a Mola?

È per questo che mi chiedo… Dico: come doveva essere la mia vita se fossi rimasta a Mola? Doveva essere come gli altri o peggiore? Non lo so… Eravamo tutti poveri in quest’epoca, e adesso tutti hanno case, i campi, anche mia famiglia che è rimasta là, adesso è ricca.

Intervista ad Antonia

Tua Madre si è emancipata da sola, quindi.

Dopo molti anni, quando eravamo in Italia, ho portato un video, in cui una giornalista le faceva una intervista e le diceva che lei non sentiva mancanza dei parenti, neanche voleva tornare in Italia e vederli. In Italia non ci hanno dato posti di lavoro. Qui abbiamo trovato lavoro e amici, questa è la mia terra. Quando le sue sorelle hanno ascoltato questo… Le sue sorelle e fratelli le hanno detto che era molto cambiata, hanno visto che era una persona diversa.

Il padre di tua madre?

Sì, per lavorare per stare un anno e mandare i soldi… È andato in America per un anno ma è rimasto 17 anni. Io credo che quel motivo ha stato così forte per prendere la decisione di prendermi a me, e andare in Argentina.

Quindi tu ti senti più argentina che italiana, perché la festa dell’indipendenza argentina insomma la senti nel senso che vi siete liberati dagli spagnoli e siete diventati indipendenti.

Perché io sento che sto qui, qui ho studiato, qui ho fatto una parte della mia vita, ho acquisito esperienza, ho potuto studiare, andare all’università, avere tante cose.

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Su Giuseppe Ponissa

Aga la maga; racchetta come bacchetta magica a magheggiare armonie irriverenti; manina delicata e nobile; sontuose invenzioni su letto di intelligenza tattica; volée amabilmente retrò; tessitrice ipnotica; smorzate naturali come carezze; sofferenza sui teloni; luogo della mente; ninfa incerottata; fantasia di ricami; lettera scritta a mano; ultima sigaretta della serata.

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