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La bambina dei libri – O. Jeffers e S. Winston

La bambina dei libri di O. Jeffers e S. Winston è una storia di storie, una storia di dettagli tra dettagli, in cui la bambina dei libri ci guida tra le pagine per mostrarci come i libri ci diano la possibilità di viaggiare con Gulliver e Dorothy, per ampliare i nostri orizzonti e per crescere.

La bambina dei libri di O. Jeffers e S. Winston

Tra pacchi e pacchetti, borse e borsoni, sotto il mio albero di Natale ho scartato questo capolavoro fatto di carta, inchiostro e colori. La bambina dei libri è un picture book scritto e illustrato da Oliver Jeffers con paesaggi tipografici di Sam Winston; edito nel 2016 per l’edizione italiana dalla casa editrice Lapis Edizioni. Nel 2017 è stato vincitore del Bologna Ragazzi Award 2017 nella categoria fiction.

La particolarità del testo è data da un insieme di stili che aiutano e guidano il lettore a sognare tra le pagine. Vediamo pagine fatte di fotografie e pagine fatte di disegni che comunicano tra loro e che ci parlano, facendoci stare attentamente in ascolto.

Questo libro a figure è capace di intrecciare una grafica accattivante e romantica con parole ricche di significato che risuonano nella voce di chi legge come una poesia da gustarsi lentamente.

In ogni pagina vediamo la bambina dei libri passeggiare tra onde di fantasia e scie di parole, montagne immaginarie e foreste di fiabe. Ogni doppia pagina è curata nel minimo dettaglio, un tratto fine mostra quanto le storie siano ovunque: nei boschi percorsi dai passi di Cappuccetto Rosso e Hansel e Gretel, in avventure guidate da Peter e Wendy, nelle strade la cui meta è il paese delle meraviglie di Alice, in castelli abitati da principesse quali Raperonzolo, nelle morbide nuvole fatte di ninne nanne, per ricordarci come tutto il nostro vissuto sia guidato dalla brama di storie.

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Una storia di storie

Vediamo qui come la letteratura di qualità proponga situazioni o immagini che sollecitano il lettore/l’uditore a porsi interrogativi. Infatti «nell’universo infinito della letteratura s’aprono sempre altre vie da esplorare, nuovissime o antichissime, stili e forme che possono cambiare la nostra immagine del mondo»[1].

La qualità del testo proposto incentiva a riconoscere la bellezza e la peculiarità della scrittura; il significato che veicola mostra come la cura della forma possa servire a esprimere nel migliore dei modi il contenuto. Ad aggiungersi a ciò, ricordiamo come le storie siano qualcosa di compulsivo a livello psicologico. Qualcosa di cui sembriamo «aver bisogno allo stesso modo del cibo e dell’amore»[2]. Ci nutriamo ogni giorno di storie, tra pettegolezzi davanti a un caffè o a una birra, tra film nel cinema di quartiere, tra serie tv su Netflix e libri da leggere sotto l’ombrellone.

Il testo di cui vi parlo è una storia di storie, una storia di dettagli tra dettagli, in cui la bambina dei libri ci guida tra le pagine per mostrarci come i libri ci diano la possibilità di viaggiare con Gulliver e Dorothy, per ampliare i nostri orizzonti e per crescere.
Il libro ci insegna inoltre come le storie siano per tutti, non siano esclusive. Questo albo, come i picture books più in generale, non è solo per bambini, ma per chiunque abbia voglia di gustare una letteratura di qualità.

Spunti didattici:
La bambina dei libri è un testo che può essere inserito in un percorso interdisciplinare sia alla scuola dell’infanzia, sia alla scuola primaria per insegnare ai bambini quanto sia piacevole leggere e ascoltare una buona storia, per viaggiare in mondi fantastici, attraverso montagne e oceani.

«Le storie hanno il potere di rapire e condurre altrove, facendo vestire panni altrui attraverso i meccanismi della proiezione e dell’immedesimazione, ed esercitano questo potere su chi le legge o le ascolta, a qualunque età, sebbene nell’infanzia con un’intensità unica e particolare.  Storie e ascolto sono intensamente intrecciati, sia quando in maniera letterale noi ascoltiamo qualcuno che legge o che narra, sia quando leggiamo silenziosamente un libro. […] L’esperienza dell’immersione nello spazio – tempo della storia è totalizzante» .[3]

Infatti, noi tutti, «siamo inzuppati di storie fino alle ossa»[4], e i nostri bambini, ancor di più. Lo dimostrano fin da subito, nel gioco di finzione, dove si raccontano storie, emulano noi grandi, raccontano e ri-raccontano se stessi per poter crescere combattendo paure e sconfiggendo ostacoli, usando una spada di spugna o un cappello da pirata.

Lo consigliamo a… tutti i grandi e i piccoli amanti delle parole e del suono prodotto da queste, ma soprattutto a tutti coloro che nella loro dieta assumono una storia al giorno per togliere il medico di torno.


[1] I. Calvino, Lezioni Americane. Sei proposte per il prossimo millennio [1993], Milano, Mondadori, 2009, p. 12.                   

[2] J. Gottschall, L’istinto di narrare. Come le storie ci hanno reso umani, Bollati Boringhieri, Torino, 2014, p. 24

[3] M. Negri, L. A. Teruggi, G. Favaro, Le storie sono un’ancora, Milano, FrancoAngeli, 2018, p. 67.

[4] J. Gottschall, L’istinto di narrare. Come le storie ci hanno reso umani,Torino, Bollati Boringhieri, 2014, p. 36.

O. Jeffers e S. Winston – La bambina dei libriLapis
Traduzione: Alessandro Riccioni

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Su Ilaria Dui

Laureata in Scienze della Formazione primaria, specializzata in messaggi vocali dai 4 minuti in su, dottoranda in Netflix, amante di storie di qualsivoglia tipo, ladra di abiti di sorelle maggiori, carnivora di professione, goffa come secondo lavoro. Tra una pista da sci e il duomo di Milano, tra amici montagnini e amici San Carlini, mi piace pensare di poter percorrere diverse strade fatte di punti di vista diversi e dettagli opposti, il tutto con una vecchia auto perennemente dal meccanico grazie a un conto corrente perennemente in rosso

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