Sesto album per la band capitana da Alex Turner. Tranquility Base Hotel & Casino, lavoro che fin dai primi ascolti ha lasciato di stucco i fan. La prima constatazione è che le chitarre (o meglio, quelle grandi schitarrate rock a cui ci avevano abituato le scimmie artiche) sono praticamente sparite per fare spazio a pianoforte e sinth vari. Anche nella scrittura si notano alcuni cambiamenti fondamentali, perché Tranquility Base Hotel & Casino suona più come il disco di un crooner/cantautore che come quello di una band di rock’n’roll. Le atmosfere sono molto emotive ma rotonde e con un forte richiamo alla canzone concepita alla John Lennon. Lo aveva raccontato Alex Turner, diceva che si era incatenato a sé stesso nel ruolo del cantautore e in effetti ad ascoltare il risultato sembra proprio che non abbia mentito. Il cambio di sound oltre a spiazzare ti fa chiedere se era davvero necessario un taglio così totale della parte più selvaggia degli Arctic Monkeys. Un disco bello, intendiamoci, che ha chicche tra le sue tracce tra cui, Star Treatment che apre il disco con un atmosfera cocktail-bar inglese e la title track, ma che dà l’impressione che non riesca a spaccare il velo fra l’ascoltatore e il progetto nella testa dei band. Sicuramente un album di passaggio a cui forse manca un po’ di spontaneità ma in compenso è ben confezionato e che, come tutti i bei progetti, potrebbe dare delle soddisfazioni dopo alcuni ascolti.
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