In questa pagina ecco una serie di citazioni tratte da 1894 di George Orwell. Clicca qui per conoscere la sua biografia, qui invece per la nostra recensione del libro
Citazioni di 1984
- Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l’uno dall’altro e non vivono soli…
a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto.
Dall’età del livellamento, dall’età della solitudine, dall’età del Grande Fratello, dall’età del Bispensiero… tanti saluti! (Winston Smith? - Avrebbero potuto analizzare e mettere su carta, nei minimi particolari, tutto quello che s’era fatto, s’era detto e s’era pensato; ma l’intimità del cuore, il cui lavorio è in gran parte un mistero anche per chi lo possiede, restava imprendibile. (Winston) [riferito al partito]
- Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato. (Winston) [citando uno slogan politico]
- Who controls the past controls the future. Who controls the present controls the past.
- Ci incontreremo là, dove non c’è tenebra. (O’ Brien in sogno a Winston Smith)
- D’altra parte, non nutrivano per gli eventi pubblici neanche quell’interesse minimo per capire che cosa stava succedendo. L’incapacità di comprendere salvaguardava la loro integrità mentale. Ingoiavano tutto, senza batter ciglio, e ciò che ingoiavano non le faceva soffrire perché non lasciava traccia alcuna, allo stesso modo in cui un chicco di grano passa indigerito attraverso il corpo di un uccello.
- “E tu, adesso che mi hai visto come sono veramente, riesci ancora a guardarmi?”
- Era un po’ curioso pensare che il cielo era lo stesso per tutti, in Eurasia, in Estasia, e anche lì. E la gente sotto il cielo, anche, era sempre la stessa gente… dovunque, in tutto il mondo, centinaia o migliaia di milioni di individui, tutti euguali, ignari dell’esistenza di altri individui, tenuti separati da mura di odio e di bugie, eppure quasi gli stessi…
- Era un solitario fantasma che proclamava una verità che nessuno avrebbe mai udita. Ma per tutto il tempo impiegato a proclamarla, in un qualche misterioso modo la continuità non sarebbe stata interrotta. Non era col farsi udire, ma col resistere alla stupidità che si sarebbe potuto portare innanzi la propria eredità d’uomo.
- I libri migliori […] sono proprio quelli che ci dicono quel che già sappiamo.[1]
- In filosofia, in religione, in etica e in politica, due e due avrebbero potuto fare cinque, ma fino a che ci si manteneva nell’ambito di disegnare un aeroplano o un fucile dovevano fare quattro.
- Libertà è la libertà di dire che due più due fa quattro. Garantito ciò, tutto il resto ne consegue naturalmente. (I, VII)
- In fin dei conti, come facciamo a sapere che due più due fa quattro? O che la forza di gravità esiste davvero? O che il passato è immutabile? Che cosa succede, se il passato e il mondo esterno esistono solo nella vostra mente e la vostra mente è sotto controllo?
- IL GRANDE FRATELLO VI GUARDA.
- BIG BROTHER IS WATCHING YOU.
- Il potere non è un mezzo, è un fine. Non si stabilisce una dittatura nell’intento di salvaguardare una rivoluzione; ma si fa una rivoluzione nell’intento di stabilire una dittatura. Il fine della persecuzione è la persecuzione. Il fine della tortura è la tortura. Il fine del potere è il potere.
- Il terzo giorno il dolore agli occhi era diventato insopportabile. Ogni cinque minuti, inoltre, doveva ripulirsi gli occhiali. Era come doversi impegnare in una fatica immane, che si aveva il diritto di rifiutare e che tuttavia si desiderava ardentemente e nevroticamente portare a termine.
- “Non devi neanche pensare, Winston, che i posteri ti renderanno giustizia. I posteri non sapranno mai nulla di te. Tu sarai cancellato totalmente dal corso della storia[…]. Di te non resterà nulla, né il nome in un qualche archivio, né il ricordo nella mente di qualche essere vivente. Tu sarai annientato sia nel passato sia nel futuro”.
- Sapere e non sapere; credere fermamente di dire verità sacrosante mentre si pronunciavano le menzogne più artefatte; ritenere contemporaneamente valide due opinioni che si annullano a vicenda; sapendole contraddittorie fra di loro e tuttavia credendo in entrambe, fare uso della logica contro la logica; rinnegare la morale propria nell’atto di rivendicarla; credere che la democrazia sia impossibile e nello stesso tempo vedere nel Partito l’unico suo garante; dimenticare tutto ciò che era necessario dimenticare ma, all’occorrenza, essere pronti a richiamarlo alla memoria, per poi eventualmente dimenticarlo di nuovo. Sopratutto, saper applicare il medesimo procedimento al procedimento stesso. Era questa, la sottigliezza estrema: essere pienamente consapevoli nell’indurre l’inconsapevolezza e diventare poi inconsapevoli della pratica ipnotica che avevate appena posto in atto. Anche la sola comprensione della parola “bipensiero” ne implicava l’utilizzazione.
- La menzogna diventa realtà e passa alla storia.
- La somma di libertà più libertà è come dire che due più due fa quattro. Se ciò è concesso, allora segue tutto il resto.
- La storia era un palinsesto che poteva essere raschiato e riscritto tutte le volte che si voleva.
- La storia si è fermata nel 1936. Dopo, è solo propaganda.[2]
- Lo colpì il fatto che ciò che veramente caratterizzava la vita moderna non era tanto la sua crudeltà, né il generale senso d’insicurezza che si avvertiva, quanto quel vuoto, quell’apatia incolore.
- “Ti rendi conto che il passato, compreso quello più recente, è stato abolito?”
- Ma ogni cosa era a posto, ora, tutto era definitivamente sistemato, la lotta era finita. Egli era uscito vincitore su se medesimo. Amava il Grande Fratello.
- Obbediva al Partito, ma lo odiava ancora. In passato aveva occultato una mente eretica sotto una coltre di conformismo. Adesso aveva compiuto un passo indietro: aveva ceduto con la mente, ma conservando la speranza di mantenere inviolata la profondità del cuore. (Manferlotti, 2000)
- Per la prima volta si rese conto che chi vuole tenere un segreto deve celarlo innanzitutto a se stesso. Deve sempre sapere che è lì, ma finché non sia indispensabile, non deve farlo affiorare alla coscienza in una forma alla quale sia possibile conferire un nome. D’ora in avanti non doveva limitarsi ad avere pensieri corretti, doveva sentire in maniera corretta, sognare in maniera corretta. E doveva tenere il suo odio serrato come un globo di materia che fosse a un tempo parte di lui ed estraneo a lui, come una specie di cisti.
- “Sei lento a imparare, Winston” disse O’Brien, con dolcezza.
“Ma come posso fare a meno…” borbottò Winston “come posso fare a meno di vedere quel che ho dinanzi agli occhi? Due e due fanno quattro.”
“Qualche volta, Winston. Qualche volta fanno cinque. Qualche volta fanno tre. Qualche volta fanno quattro e cinque e tre nello stesso tempo. Devi sforzarti di più. Non è facile recuperare il senno.” - Se vuoi un’immagine del futuro, immagina uno stivale che calpesta un volto umano — per sempre. (O’Brien)
- Si chiese, come aveva fatto parecchie volte in passato, se per caso non fosse pazzo. Forse, a ben pensarci, un pazzo non era che una minoranza formata da una sola persona. Un tempo era segno di follia credere che la terra girasse intorno al sole, oggi lo era il ritenere che il passato fosse immutabile. Poteva darsi che lui fosse il solo ad avere una simile convinzione, ed essendo il solo doveva per forza di cose essere pazzo. Tuttavia non lo disturbava granché il pensiero di essere pazzo: più orribile ancora era la possibilità che non lo fosse.
- Spacciare deliberate menzogne e credervi con purità di cuore, dimenticare ogni avvenimento che è divenuto sconveniente, e quindi, allorché ridiventa necessario, trarlo dall’oblio per tutto quel tempo che abbisogna, negare l’esistenza della realtà obiettiva e nello stesso tempo trar vantaggio dalla realtà che viene negata… tutto ciò è indispensabile, in modo assoluto. (da La teoria e la pratica del collettivismo oligarchico di Emmanuel Goldstein; 1950)
- Raccontare deliberatamente menzogne e nello stesso tempo crederci davvero, dimenticare ogni atto che nel frattempo sia divenuto sconveniente e poi, una volta che ciò si renda di nuovo necessario, richiamarlo in vita dall’oblio per tutto il tempo che serva, negare l’esistenza di una realtà oggettiva e al tempo stesso prendere atto di quella stessa realtà che si nega, tutto ciò è assolutamente indispensabile. (da Teoria e prassi del collettivismo oligarchico di Emmanuel Goldstein, Capitolo I: L’ignoranza è forza; 2000)
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