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In punta di piedi – Christine Schneider, Hervé Pinel

In punta di piedi di Christine Schneider, Hervé Pinel, dove tutto avviene di notte, in quello spazio temporale in cui realtà e sogno si fondono e si confondono. Delicatezza, leggerezza, goffaggine, paura, voglia di trasgredire e desiderio di non essere scoperti: ecco gli ingredienti che lo rendono un piccolo capolavoro della letteratura per l’infanzia.

In punta di piedi di Christine Schneider, Hervé Pinel

In punta di piedi

Delicatezza, leggerezza, goffaggine, paura, voglia di trasgredire e desiderio di non essere scoperti: ecco gli ingredienti che rendono questo picture book un piccolo capolavoro della letteratura per l’infanzia, una di quelle storie destinate a prendere posto al fianco delle storie della buonanotte rimaste indelebili nella mente dei lettori. Stiamo parlando dell’albo illustrato di Christine Schneider e Hervé Pinel pubblicato nel 2017 in Francia col titolo A pas de loup…, e approdato in Italia nel 2019 grazie alla casa editrice Orecchio Acerbo.

Ma andiamo per ordine. Avete presente quando è ormai notte, il buio la fa da padrona e la casa è sprofondata in un silenzio quasi assordante ma a farvi compagnia c’è quel senso di fame che non ne vuole sapere di farvi scivolare tra le braccia di Morfeo? Ecco, è proprio quello che accade a Clara e a Bernardo, i due piccoli protagonisti di questa storia, che daranno inizio a un viaggio tra la camera e la cucina alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti.

In punta di piedi

L’incipit di questo libro è di una semplicità disarmante, tanto da farci ipotizzare che anche l’itinerario dei due bambini sarà assai agevole, ma in realtà il loro sarà un viaggio tutt’altro che lineare. Essi, infatti, dovranno intraprendere questo percorso con la massima attenzione per far meno rumore possibile e non disturbare gli altri abitanti della casa. Riusciranno nel loro intento senza insospettire nessuno?

Il tutto avviene, non a caso, di notte, precisamente in quello spazio temporale in cui realtà e sogno si fondono e si confondono, e in cui i fraintendimenti e gli eventi fantastici trovano terreno fertile.

A una prima lettura l’apparato iconico e quello verbale sembrano sostare su due posizioni opposte: nelle doppie pagine vi sono infatti grandi illustrazioni dai toni freddi che introducono il lettore in un’atmosfera notturna e cupa, ma al tempo stesso vi sono poche parole in rima che attribuiscono un’insolita musicalità al libro.

Lei fluida, lui leggero… attraversano il corridoio nero.[1]

Questa apparente contraddizione non fa altro che rivendicare l’interdipendenza tra apparato iconico e verbale che dà vita a un oggetto letterario denso di significato.

Spunti didattici:

La lettura ad alta voce è consigliata a partire dai quattro anni fino a un’età non meglio identificata. Il lettore-bambino, ma anche il lettore-adulto, grazie alla trama, all’innesco letterario, agli ambienti e alla costruzione della storia potrebbe rivedersi in Clara e Bernardo o trovare in loro validi compagni di viaggio per affrontare e abbattere il muro delle proprie paure, quella barriera che ostacola il raggiungimento di un obiettivo.

Lo consigliamo a … chi con coraggio, attenzione e la tenacia necessaria decide di percorrere un percorso buio alla ricerca di qualcosa di più.


[1]  C. Schneider e H. Pinel, In punta di piedi, Roma, Orecchio Acerbo, 2019.

Christine Schneider, Hervé Pinel – In punta di piediOrecchio Acerbo

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Su Francesca Izzo

Nel 2018 mi hanno regalato, credo per sbaglio, una laurea in Scienze della Formazione primaria, ma non ho la minima idea di quale piega prenderà la mia vita. La cosa certa è che sono una pessimista davvero brava (modestamente), una che il bicchiere mezzo pieno non sa nemmeno cos’è! Nonostante questa premessa poco entusiasmante, ci sono cose che amo e che mi rendono una persona migliore, come i libri, la musica, il cibo, l’Inter, e un altro paio di cose

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