Tradizione e Tradimento, Niccolò Fabi - Finalmente della buona musica d'autore

Tradizione e Tradimento, Niccolò Fabi – Finalmente della buona musica d’autore

Niccolò Fabi sforna un disco che ci riconcilia con la musica d’autore. Semplicità e concretezza cantautoriale, questo la cifra di Tradizione e Tradimento, un disco che (vivaddio) se ne frega delle mode del momento

Che si sia perso tanto nella musica d’autore è ormai indubbio, che tanto ne stiamo perdendo e tanto ne perderemo è altrettanto fuori discussione. Relegati a cercar di inseguire le ultime, le più tremende e temporanee mode, la canzone d’autore rimane sospesa nel tempo fra un buono zoccolo duro di ascoltatori e un un grande bacino di giovani pronti e curiosi di conoscere quello che di buono la forma canzone ha prodotto in quasi duecento anni dalla nascita. 

Prova ne sono le polemiche appena concluse su Achille Lauro invitato ad interpretare Lontano lontano, canzone del grande Tenco che dà anche il titolo alla nota rassegna sanremese. Polemiche un po’ sterili, un po’ volute ma che in ogni caso poco colgono nel segno di fare qualcosa per la buona musica. Achille Lauro assicura biglietti venduti, una rassegna ha bisogno di questo quindi fa bene a farlo, però non vendetecela come un progetto culturale, non c’è nessuna contiguità fra arte e un’operazione (anche ben architettata) commerciale. Risultato: Achille Lauro ingiustamente tirato per la giacchetta, Premio Tenco che manca un po’ il segno. Insomma forse bisognerebbe ritornare a fare il proprio lavoro serenamente ogni giorno senza pensare al domani.

Di tutto questo Fabi se ne frega, uno che tra l’altro il Premio Tenco lo ha vinto davvero e bene con un disco straordinario come ” Ecco” nel 2013. Fabi non ascolta i rumori di fondo ma punta al senso, punta alla ricerca pura, punta alla sofferenza come prospettiva per cercare la bellezza, la purezza.

Questo si sente ascoltando il nuovo album “Tradizione e tradimento”, questo si sentirà quando Fabi ripartirà in tour ad emozionare con la sua splendida capacità di esibirsi dal vivo toccando il cuore del pubblico, fan o meno.

L’album “Tradizione e tradimento” ha in sé una semplicità che sarebbe meglio chiamare radicalità. Pochi fronzoli, tutto suonato molto bene naturalmente, ma niente regali rococò inutili. Niente superficie, tutto senso. Forse per questo l’album così intitolato da sembrare un manuale di sinologia, di filologia (del resto Fabi è laureato in Filologia romanza), una guida più che un semplice disco di canzoni.

Ascoltandolo sembra questo, in effetti, a partire dal singolo scelto per diffondere l’album Io sono l’altro canzone meno semplice di quello che potrebbe apparire ad un primo ascolto, che in fondo ripete un grande mantra indiano che è quello di considerare sempre i pesi altrui prima di dire che sono più leggeri dei propri. Empatia, comprensione anche del nemico. Io sono l’altro però è una delle canzoni musicalmente meno complesse, perfetta intendiamoci, ma è in altri brani che il cantautore romano lascia il passo a grandi spunti musicali internazionali.

Per esempio Scotta, pezzo straordinario che oltre ad un testo davvero molto toccante ha una splendida coda strumentale che ricorda molto alcuni album dei Sigur Ross.

Del resto a lavorare con Fabi ci sono gli amici di sempre, ovvero quei musicisti che con lui condividono vita, emozioni, dolori e gioie, quindi possono personalizzare su misura  del cantautore molti spunti diversi ad hoc per ogni tipo di emozione. Roberto Angelini, Pier Cortese, Costanza Francavilla, Fabio Rondanini, un pugno di musicisti straordinari a prescindere che qui diventano dei piccoli gioiellieri pronti ad incastonare le loro meglio pietruzze attorno alle parole di Fabi.

Così possiamo goderci la splendida atmosfera quasi alla Korsakov per Prima della Tempesta, canzone che oltre all’arrangiamento gode di un testo bello e importante con un invito alla gentilezza e all’altruismo ma senza far finta che l’egoismo e la bruttezza non esistano in questo momento. Praticamente un alieno, Fabi, in questi tempi bui.

Amori con le ali, un po’ come Io sono l’altro gioca su una parte più scura del disco, più provocatoria, il testo è ultra post-moderno la musica sembra uscita dalla colonna sonora di Stranger Thing ma anche un po’ dai Faithless. I giorni dello smarrimento, scritta con Pier Cortese, è invece un pezzo riflessivo dolce ma anche carico delle angosce che tutti viviamo nel nostro quotidiano vissuto. 

Tradizione e Tradimento conclude il disco con quello che Niccolò Fabi sa fare meglio: chitarra e voce, parole sincere e semplici. Bellezza cento per cento. In tempi di gente che ci deve dire cosa comprare e cosa mangiare, nel dubbio meglio seguire la strada gentile e morbida di Niccolò Fabi che porta alla sincerità ed alla semplicità

Su Piggy the pig

Nasce negli anni 80 con ancora l'eco delle chiamate londinesi. Quando ci arriva a Londra è scoppiato il Brit-pop, intanto le urla del grunge scendono sotto pelle. Ama il vino rosse e le birre rosse, ascolta musica per non piangere ma a volte gli fa l'effetto contrario.

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