La storia di Mina - David Almond

La storia di Mina – David Almond

La storia di Mina di David Almond è il diario personale di Mina, una ragazzina sovversiva e pazza, che ci suggerisce di guardare il mondo da un nuovo punto di vista, per esempio dai rami di un albero (a testa in su o in giù, come preferite).

La storia di Mina di David Almond

«Mi chiamo Mina e adoro la notte. Tutto sembra possibile di notte, quando il resto del mondo dorme. La casa è buia e silenziosa, ma se tendo l’orecchio sento il tum tum tum del mio cuore. Sento gli scricchiolii della casa. […] In mezzo al cielo c’è la luna piena. Inonda il mondo della sua luce argentata. […] Dicono che bisogna distogliere lo sguardo dalla luna piena. Dicono che faccia impazzire. Io invece la guardo e rido. Fammi impazzire, sussurro. Dai, fai impazzire Mina. Rido di nuovo. C’è chi crede che Mina sia già pazza, lo so». 1

Tra i romanzi per bambini di David Almond troviamo La storia di Mina, un testo di narrativa edito da Salani che vede in copertina l’illustrazione di Fabian Negrin. L’autore esprime attraverso Mina se stesso, come ricorda in un’intervista svoltasi al centro di ricerca sulla letteratura per l’infanzia 2, in cui spiega come scrivere sia sempre una menzogna da raccontare bene per poter essere creduti, altrimenti il titolo del libro avrebbe dovuto essere La storia di David Almond, e non La storia di Mina.

Questo romanzo, che prende la forma di un diario personale della protagonista, vede emergere sia a livello grafico sia a livello verbale lo sfogo di una bambina che vuole esprimere se stessa e i suoi sentimenti sulla carta. Vediamo allora pagine nere, pagine piene di frasi ripetute, pagine bianche, pagine di nulla, pagine piene di rabbia, parole grandi, parole piccole piccole, poesie e nonsense.

Una ragazzina sovversiva e “pazza”

Mina è una ragazzina sovversiva e “pazza” che odia andare a scuola per un semplice motivo: lì non si sente libera di esprimersi e di raccontare storie come piace a lei, saltando le “scalette” date dalle insegnanti, non si sente libera di giocare con le parole e di ridere con esse.

Nella letteratura per l’infanzia non è Almond il primo a mettere in dubbio le istituzioni scolastiche, anche Roald Dahl sottolinea, in particolar modo in Boy, 3 come alcuni insegnanti non solo gli abbiano fatto odiare la scuola, ma in alcuni momenti ne ha anche avuto paura, cercando conforto anch’egli, come Mina, in una mamma buona, attenta e rassicurante.
In questo diario Mina ci mostra come l’insegnante si arrabbi molto spesso con lei, quando, consegnato il suo tema, nota come questo non corrisponda alla scaletta svolta in precedenza: 

Ma naturalmente, come mi metto a scrivere, la storia non vuole saperne di stare ferma, non mi obbedisce. Le parole danzano come mosche. Volano via in direzioni strane e meravigliose, portando la mia storia su una strada inaspettata. Io la trovo bellissima, ma quando gliela faccio vedere, la maestra si arrabbia e basta. Con la scaletta in una mano e la storia nell’altra strilla: “Non corrispondono!”. 4

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Questo episodio, insieme ad altri e in particolar modo in seguito al giorno del “test nazionale”, portano la madre e la bambina a prendere la decisione di studiare a casa, almeno per il momento, per far sentire la bambina libera di imparare in un modo diverso, tra le pagine di William Blake e il gioco con la creta, sentendosi così libera di poter giocare con le parole e scrivere storie senza scalette.

La perfezione non esiste

Il libro assume ancor più rilievo se letto dopo aver assaporato Skellig, il primo libro per ragazzi di David Almond (qui a nostra recensione), perché si può vedere in queste pagine il punto di vista della bambina, nuova amica di Michael, il protagonista di Skellig. I due troveranno un’amicizia vera, fatta di prospettive diverse ma che insieme aiutano i bambini a crescere e a trovare un equilibrio precedentemente perso, vivendo avventure notturne tra diversi personaggi che ruotano attorno a loro. 

Il libro insegna al lettore ad avvicinarsi al mondo delle parole, dove, il «potenziamento (linguistico) è reso possibile proprio da quell’esonero dalla realtà che l’esperienza estetica produce, isolando e proteggendo il fruitore dall’assolutezza del reale» 5. Troppo spesso ci si preoccupa di omologare i bambini all’idea di perfezione che non può e che non deve esistere, dobbiamo invece pensare a come rendere un bambino sereno e pieno di fiducia in se stesso

Spunti didattici: 

La storia di Mina può essere utilizzato all’interno di un percorso didattico interdisciplinare durante gli ultimi due anni di scuola primaria. Il libro può essere inserito all’interno di un progetto scolastico che tratti l’amicizia come tema principale, parallelamente a un discorso riguardante i giochi linguistici, di cui il libro è pregno e che rendono la lettura scorrevole, divertente e piacevole da svolgere con il gruppo classe. 

Lo consigliamo a… bibliotecari, maestre, genitori, adulti e ragazzi che vogliono guardare il mondo da un nuovo punto di vista, per esempio dai rami di un albero (a testa in su o in giù, come preferite).

1 D. Almond, La storia di Mina [2011], Milano, Salani, 2016, p. 9
2 https://centri.unibo.it/crli/it
3  R. Dahl , Boy [1984], Milano, Salani Editore, 2008
4  D. Almond, La storia di Mina [2011],Milano, Salani Editore, 2016, p. 14
5  M. Cometa, Perché le storie ci aiutano a vivere, Milano, Cortina, 2017, p. 321

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Su Ilaria Dui

Laureata in Scienze della Formazione primaria, specializzata in messaggi vocali dai 4 minuti in su, dottoranda in Netflix, amante di storie di qualsivoglia tipo, ladra di abiti di sorelle maggiori, carnivora di professione, goffa come secondo lavoro. Tra una pista da sci e il duomo di Milano, tra amici montagnini e amici San Carlini, mi piace pensare di poter percorrere diverse strade fatte di punti di vista diversi e dettagli opposti, il tutto con una vecchia auto perennemente dal meccanico grazie a un conto corrente perennemente in rosso

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