Ammettiamolo, essere gnocca serve. Non carina o bella che son cose diverse: proprio gnocca. Lo dico, da donna a donna, perché sono dell’idea che con la realtà ci si debba sempre confrontare.
Insomma, tanto per fare un esempio, io non ce lo vedo Berlusconi che versa a me un assegno mensile solo perché sono una presentabile e mediamente intelligente.
Ha ragione, se deve proprio buttare dei soldi meglio darli a delle super fighe.
Come diceva un mio allenatore alle panchinare carine: “Non sarai mai una campionessa e nemmeno Gloria Guida ma se la partita va male, mi giro, ti guardo e mi sento meglio.“
La gnoccosità è un valore, una capacità, potrebbe essere tranquillamente inserita nei cv: ottima conoscenza della lingua inglese, fogli di calcolo, sap, molto gnocca.
Io la conosco qualche tipa che, a parità o quasi di competenze, è stata selezionata perché più gnocca: non è una colpa ma un criterio come un altro ed è sempre più gratificante che testa o croce (per la gnocca naturalmente, l’altra si incavola lo stesso).
Il lato negativo di essere gnocca (diciamo così se no le non gnocche si demoralizzerebbero troppo) è che poi il resto passa in secondo piano.
Tempo fa giocava nella mia squadra una obiettivamente gnocca (gambe lunghe, bel sedere, seno tornito, la faccia non se la ricorda nessuno): beh, se chiedete di lei ai miei compagni maschi vi diranno che era gnocca. Non brava, gnocca. Che fosse pure brava io lo so e me lo ricordo ma quello che è rimasto di lei è che era gnocca.
Povera stella, una carriera stroncata.
Attenzione però, essere gnocca è uno stato fisico e mentale: puoi essere strabella ma se ti vesti e ti senti come Ugly Betty non ci sono santi, sei Ugly Betty.
Non vale invece il contrario: senza un minimo di basi puoi sentirti gnocca quanto vuoi ma rimani Ugly Betty.
È brutto da dire ma novantanove volte su cento va cosi.
Una mia amica ha il fisico ed il portamento della giovane Edvige Fenech: una volta lo sfoggiava con grande disinvoltura e non c’era uomo che non si voltasse mentre oggi che è diventata mamma, si sente solo una mamma e non si gira più nessuno.
Chi ha il pane non ha i denti, dice l’adagio…