Vacanza a New York: cinque insidie #lenostre5

Un viaggio a New York e i suoi punti critici, perché anche i progetti interessanti, se portati avanti da due cialtroni, possono nascondere insidie. Ogni viaggio rispecchia il luogo in cui ci si reca e la personalità di chi viaggia, il timore è che in questo caso la pessima personalità dei viaggiatori prenda il sopravvento.

Fra poche decine di ore il sottoscritto e ninja prenderanno il volo verso New York, da cui ripartiranno il giorno 7 settembre, sempre che i miei incubi sugli aerei non si materializzino. Per chiudere la questione già aperta in questo post, vorrei ricordare che l’uomo non è stato dotato dalla natura di mezzi per il volo, se li è creati d’accordo, ma rimane contro natura che si ritrovi a quelle altezze, per altro in branco. Punto. Passando oltre, o forse proprio perché potrei non avere ulteriore tempo, ci tengo a illustrare alcune delle caratteristiche che ammantano questo viaggio di cialtroneria.

5. Alloggeremo al Seafares International Hotel che pare godere di ottima posizione ma, l’abbiamo scoperto dopo, anche del favore di dio, nel senso che è legato in qualche maniera ad una corrente/setta/posizione/teoria religiosa. Appena venuto a conoscenza del fatto, ninja mi ha espresso grande rammarico per dovere interrompere l’apprendimento delle bestemmie in inglese. Al riguardo mi lasciano perplessi un paio di punti. Innanzitutto che bisogno aveva di imparare bestemmie in inglese? D’altronde tutti sanno che in italiano abbiamo un campionario più vario, non riuscirebbe ad esprimersi al meglio. Inoltre, davvero farebbe fatica a trattenersi in albergo? No perché condividiamo la stanza e se fa fatica a trattenersi su questo nutro più di un timore su altro che preferisco non precisare

4. ninja ha optato per trascinarsi dietro tutto un armamentario tecnologico che francamente mi spaventa. Macchina fotografica super con cavalletto nuovo di zecca, computer, ipad e non so quale altra diavoleria. Praticamente porterà sulle spalle migliaia di euro di aggeggi. Temo che, a conti fatti, se dovessi trovarmi in una situazione di pericolo fatale, opterei per salvare il suo zaino e lasciare andare in un mondo migliore lui. D’altronde quelle cianfrusaglie hanno un valore di mercato, quello di ninja è tutto da stabilire e io non me la sento di rischiare

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3. Abbiamo acquistato i biglietti per gli US Open, obiettivo da cui tutto è nato. L’acquisto è stato effettuato da ninja con filo diretto via skype con il sottoscritto. Vi giuro che è stata una mezz’ora delirante. Mi informava passo passo su quello che scopriva riguardo ai biglietti, perché l’informazione preventiva noi la si schifa, mi comunicava un acquisto per poi ritrattare, ad un certo punto eravamo sul punto di spendere cifre folli in un delirio tennistico che virava verso il misticismo. Alla fine ci siamo ritrovati in mano biglietti per il 2 tutta la giornata e il 3 mattino e pomeriggio, campo centrale il primo giorno, secondo campo il successivo. Potremo entrare nei campi secondari? Abbiamo davvero conquistato ottime posizioni come millanta il mio compare? In caso di pioggia cosa succede? Tutte domande che avranno risposta alla carta

2. Proprio ieri abbiamo stilato il nostro programma di viaggio. L’abbiamo concluso in meno di un’ora, senza mai averne discusso in precedenza, basandoci sui consigli della prima ragazzetta che ne ha scritto su internet, per altro racchiudendo il suo itinerario di dieci giorni in sei con due giorni pieni di tennis. Ad un certo punto al quinto giorno non sapevamo più cosa vedere. Dai su, fa acqua da tutte le parti, dilettanti allo sbaraglio, se fossimo alla Corrida ci sarebbero campanacci e fischietti impazziti

1. Abbiamo entrambi passioni tennistiche, che nella versione femminile in ninja sfociano in passioni d’amorosi sensi. Esiste il rischio concreto, magari in piccola percentuale ma concreto, che giungiamo a commettere follie da ragazzine dodicenni. Non è così improbabile che magari, in pieno partita, veda ninja lanciarsi in campo e tuffarsi ai piedi della Sharapova, implorandola di farsi leccare da capo a piedi, promettendo di prendersi una giorno di ferie per portare a compimento l’impresa. E se su un campo di allenamento dovessimo incrociare Aga? Darei di matto, cercherei a tutti i costi di inginocchiarmi ai suoi piedi e farmi nominare suo cavaliere, al posto della spada la racchetta. Sì anch’io ho un debole per la bellezza della Ivanovic, ma sono sicuro che manterrei una calma olimpica, salvo qualche volgarità sussurrata tra i denti

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Su Giuseppe Ponissa

Aga la maga; racchetta come bacchetta magica a magheggiare armonie irriverenti; manina delicata e nobile; sontuose invenzioni su letto di intelligenza tattica; volée amabilmente retrò; tessitrice ipnotica; smorzate naturali come carezze; sofferenza sui teloni; luogo della mente; ninfa incerottata; fantasia di ricami; lettera scritta a mano; ultima sigaretta della serata.

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