Smettere di fumare #4 - Il penitente impertinente

Smettere di fumare #4 – Il penitente impertinente

Ho scuse da porgere, pentimento da manifestare e frusta da far cadere sulla schiena. Questo agli occhi dei benpensanti da cui per altro sembro circondato, benpensanti con gli obiettivi degli altri. In realtà ho fatto passi da gigante, ho una media sigarette risibile e un futuro con poche nuvole all’orizzonte.

L’imputato si autoaccusa

Signor giudice sono pronto ad ammettere le mie colpe. Sono un colpevole solitario, non ho complici né tentatori, l’unica causa dei miei gesti immondi è stata la mia debolezza. Sono consapevole di aver sbagliato e sono pronto a pagare per i miei errori, accetterò qualsiasi pena deciderà di infliggermi con la serenità della consapevolezza. Non cercherò scuse per le mie azioni delittuose, le scuse appartengono a chi non ha raggiunto la piena comprensione della propria colpa. Io, invece, so di aver sbagliato, lo ammetto davanti a lei, al pubblico e a qualsiasi signore iddio voglia avere ancora a che fare con me.

L’imputato si scusa

Chiedo scusa. Al dio onnipotente per essere caduto in tentazione, per non aver resistito alle lusinghe del maligno e aver ballato al suo sabba come non ho mai fatto nelle discoteche milanesi. Alla comunità bianca della nostra bella patria per non essere stato forte come alla nostra razza si conviene, non merito di camminare per le strade delle città italiche e chiedo dunque di essere aiutato a casa mia. Ai miei amici per aver mentito, non ho mantenuto quanto dichiarato e dunque non sono l’uomo che pensavano, cioè sono addirittura peggio dell’uomo che pensavano che già era una merda. Ai miei parenti per aver insozzato il loro sangue, un uomo come me non potrà mai essere in grado di portare avanti il nome della casata costruita su valigie legate con lo spago.

Diamo ad agafan quel che è di agafan

Ora che mi sono scusato ed ho ammesso le mie colpe, vogliamo ragionare un attimo? È vero che ho fumato qualche sigaretta quando era in programma di non fumare fino al 17 agosto, ma guardiamo le cose da un altro punto di vista. Ho fatto una serata fumandone cinque, poi ne ho fumato una media di una al giorno. Non solo, il fatto eclatante è che non ho fumato durante il giorno pur avendo un pacchetto pieno in casa, ho ceduto solo la sera, ma un minimo.
La tabella che ho esposto doveva servirmi per educare il mio vizio, ma tutto sommato posso dire che fino ad oggi ho ottenuto un grande risultato. Una sigaretta al giorno (esclusa una serata) non è niente male. Rispetto al mio obiettivo ora mi trovo a dover eliminare una sola sigaretta, per cui posso concedermi la libertà di fumare in alcune serate fin da ora. Non mi si può cagare il cazzo, ho fatto passi da gigante. Impuntarvi sulla tabella da me ideata è ridicolo, significa guardare il dito puntato e non il merito che vi nasconde. Per quel che mi riguarda ho mollato gli ormeggi, quella tabella è caduta in mare ed ora navigo a vista e, scusate se è poco, sto mantenendo la direzione, quasi del tutto, non sono certo fuori rotta. Purtroppo nemmeno fuori rottura di coglioni dei sapientoni.

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Su Giuseppe Ponissa

Aga la maga; racchetta come bacchetta magica a magheggiare armonie irriverenti; manina delicata e nobile; sontuose invenzioni su letto di intelligenza tattica; volée amabilmente retrò; tessitrice ipnotica; smorzate naturali come carezze; sofferenza sui teloni; luogo della mente; ninfa incerottata; fantasia di ricami; lettera scritta a mano; ultima sigaretta della serata.

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