Il freddo del corridore è diverso da quello degli altri, perché è stupido. Il mio cuore lo sa e me lo dice apertamente, non nasconde il disprezzo per questa stronzata bella e buona in cui mi sono ficcato. Non lo dico io ma i modernissimi marchingegni che mi sorreggono le tette.
Fa freddo, sicuramente ve ne siete accorti, ma lasciate che vi dica quanto un corridore se ne accorga di più. Perché, stronzi come siamo, ce ne usciamo con il nostro abbigliamento improbabile mentre quelli attorno, persone dotate di senno, sono avvolti in cappotti e giacche a vento. E cara grazia che il santissimo Natale mi ha portato pantaloni lunghi per correre, anche se attillati. Certo ora mi sento un insaccato che prende la via del cimitero (come già detto da lì partono i miei allenamenti), ma credo che ne vada della mia sopravvivenza, perché quella che faccio da quando corro non può essere definita vita. D’altronde il freddo colpisce i più deboli ed io mi sento di rientrare a pieno titolo nella categoria da quando mi hanno ficcato in questo pasticcio. Un’indole debole racchiusa in un fisico ridicolo che tenta un’impresa impossibile forzando una volontà pigrissima.
Intanto posso affermare che, dopo il fallimento di simulazione della gara, ieri ho effettuato una seduta di allenamento disastrosa, peggiorando gli ultimi tempi di ben otto minuti, sto parlando dell’allenamento sui 10 km a 155 battiti. Coloro che incrociavo e che camminavano veloci erano praticamente al mio passo, il mio compare di allenamento (di quattro anni più grande) ha preso il largo inesorabilmente, a fine seduta ci siamo ribeccati ed io, a testa bassa, mi sono defilato come nulla fosse, incapace di affrontare la disfatta. D’altronde l’allenamento con il reggiseno registra i battiti del cuore e, si sa, al cuor non si comanda. Il cuore è dove si annidano i sentimenti più veri e sinceri, è quel muscolo che pompa i desideri, ebbene il mio cuore ha parlato in modo chiaro e netto: questa pagliacciata non si deve fare, fermala prima di renderti più ridicolo di quanto non abbia già fatto nel corso della tua vita.
Hai ragione cuore mio, questa impresa non fa per me, ma sei stato ingannato, io ti ho ingannato, io che però sono stato a mia volta ingannato sia dall’esterno che proprio da te cuore mio, perché se non ti piacessero tanto le sfide e le scommesse non saremmo qui a lanciarci accuse senza costrutto ma seduti sul divano a lanciarle al vuoto assoluto del nostro cervello. Siamo finiti in trappola cuore mio ed ora ce l’abbiamo nel nostro amico buco del culo.
p.s. Ingegnosa la risposta del mio aguzzino, ma non è così che riuscirà a lavarsi la coscienza, sempre che gliene sia rimasta una, non se la laverà con trucchi pseudocriptici da settimana enigmistica di seconda mano. E comunque il Diavolo si è segnato il suo nome