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Milano City Marathon 2021 – Diario di una maratona

Ci sono momenti nella vita di un maschio in cui l’unica cosa che conta è dimostrare a se stessi che il tempo si possa fermare. Che la vita non è solo una lunga rotaia indirizzata verso un dirupo e che la nostra volontà non è ancora del tutto anestetizzata da convenzioni sociali sterili e stereotipate.

Ci sono momenti nella vita di un maschio che sanno di rivalsa e di quel sapore agrodolce che solo un atto di coraggio sa dare. Ci sono momenti in cui un uomo deve dimostrare quello che vale, sfidando il mondo, se stesso e pure dio, qualora esistesse.

E per i maschi alfa di questa redazione, cioè io e Agafan, quel momento è arrivato.

Vorremmo potervi dire che questa epifania ci ha colti durante un momento romanzesco, magari seduti su di una rupe baltica, a scrutare l’orizzonte mentre sotto di noi la forza maestosa delle onde sfidava le rocce ricordandoci l’effimera piccolezza dell’uomo al cospetto della natura. Oppure al termine di una riunione in cui, amplificati da vino e acido lisergico, siamo riusciti ad aprire le porte di una percezione della verità più profonda, quasi di huxleyana memoria. 

Oppure, semplicemente, guardandoci in faccia, scorgendo nella profondità degli occhi dell’altro una verità inequivocabile, il senso finale del nostro essere su questa terra, il bisogno di ritrovare quella spinta ancestrale e virile di mettersi alla prova.

E invece no.

L’illuminazione è arrivata al termine di un doppio di tennis in cui io e Agafan abbiamo sfidato un 70enne e un disabile motorio. Partita vinta in scioltezza ma che ha fatto riaffiorare in me il solito problema di extrasistole e in Agafan tutta la debolezza del suo apparato digerente. 

Condizioni fisiche precarie, zavorre arrugginite volte solo a definire la condizione mortale dell’uomo, banali quanto rozzi limiti corporei che, pur tuttavia, ci hanno fatto capire a suon di spasmi muscolari e sudori freddi quale sarà la nostra prossima, unica, improbabile missione. 

Senza girarci troppo intorno, sfideremo noi stessi e tutti quelli che ci credono inadatti, la distanza mitica dei 42.195 metri. Ovvero, parteciperemo a una maratona, più precisamente alla Milano City Marathon in programma il prossimo 11 aprile.

Ebbene sì, nonostante le promesse di appendere le scarpe al chiodo dopo l’ultima Stramilano, vuoi per il passaggio ai 40, vuoi per quell’insana voglia di dimostrare qualcosa (di non richiesto), abbiamo deciso di riprovarci. Questa volta però, il pesce da pescare è quello grosso, la madre di tutte le corse. Novelli Filippide e moderni Dorando Pietri, io e Agafan dimostreremo al mondo, ma soprattutto alle nostre fidanzate che no, il tempo non ci ha scalfiti e che con la forza imperiosa di una volontà per natura ferrea, sapremo arrivare dove madre natura ci ha geneticamente impedito anche solo di aspirare. In poche parole, chiuderemo con un certo grado di dignità una distanza fino a ora impensabile, almeno per noi.

Inutile dire che lo faremo alla nostra maniera, cioè a cazzo di cane incappucciato dal preservativo bucato di un’organizzazione certosina, cioè avvalendoci di un programma d’allenamento homemade, a mio giudizio inappuntabile, che ci accompagnerà per questi 8 mesi fino all’11 aprile, data, appunto, della Milano City Marathon. Ovviamente, di tutto questo percorso, delle nostre cadute, dei nostri traguardi, dei nostri ripensamenti vi racconteremo nel dettaglio in un diario che settimanalmente vi porterà dritto nel cuore di due uomini che per la seconda volta, proveranno a cercare il runner che (non) è in loro. 

L’obiettivo, ovviamente, non avrà un riferimento cronometrico significativo, per questa volta ci limiteremo ad allenarci per tagliare il traguardo. Si spera sulle nostre gambe. 

Quando affrontammo la Stramilano, ormai tre anni fa, stilammo una breve bio sportiva dei due protagonisti dell’impresa, ve la incolliamo qui con gli aggiornamenti degli ultimi tre anni (corsivati), non tanto perché abbiamo qualcosa di cui vantarci, ma solo per offrire a voi lettori una scelta sul registro da adottare quando leggerete i nostri resoconti. Noi vorremmo fosse epico, più probabilmente sarà comico.

Agafan

Anno di nascita: 1978

Peso attuale: 85 (+ un po’ che non è dato sapere)

Altezza: 175 cm

Sport praticati: nessuno

Sport praticati con saltuarietà: tennis

Vizi: tutti

Rapporto con la corsa: dopo l’ultima Stramilano le scarpe sono finite in uno scatolone.

Pregio sportivo principale: la smorzata a tennis 

Stato corporeo attuale: sovrappeso, ma sostanzialmente integro.

Perché potrebbe farcela: quando deve raggiungere un obiettivo, il suo autismo prende il sopravvento su tutto, anche sulla realtà.

Perché potrebbe fallire: per tutti motivi di cui sopra.

Massi

Anno di nascita: 1980

Peso attuale: 70 (+ un circa 3, a seconda delle feste comandate)

Altezza: 175 cm

Sport praticati: corsa senza velleità, boxe, nuoto (che fa bene alla schiena, a una certa età)

Sport praticati con saltuarietà: tennis

Vizi: tutti compreso il fumo legale

Rapporto con la corsa: alterno. La considera un modo come un altro per dimagrire, nulla di più.

Pregio sportivo principale: il senso del gol (un tempo)

Stato corporeo attuale: Il peso è nella norma. Dal punto di vista muscolare, invece, a causa di alcuni incidenti passati, è più fragile della psiche di una tennista mestruata. 

Perché potrebbe farcela: perché la paura di non farcela è la cosa che odia più di tutto.

Perché potrebbe fallire: perché la paura di non farcela, spesso, sa prendere il sopravvento.

Su massimo miliani

Ho il CV più schizofrenico di Jack Torrence, per questo motivo enunciare qui la mia bio potrebbe risultare complicato. Semplificando, per lo Stato e per l'Inpgi, attualmente risulto essere giornalista.

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