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La guerra dei dieci anni. Jugoslavia 1991-2001 – a cura di Alessandro Marzo Magno

La guerra dei dieci anni. Jugoslavia 1991-2001 è un saggio ricco ed approfondito, puntuale e completo. Riesce ad essere chiaro senza sacrificare la completezza, sa fornire dati e fatti senza dimenticare di darne una lettura. Davvero ben progettato (La ragazza di Bascarsija, Sarajevo).

La guerra dei dieci anni. Jugoslavia 1991-2001

Per la prima volta in vita mia, a luglio ho deciso di trascorrere cinque giorni tra Croazia e Bosnia ed Erzegovina, meglio tardi che mai. Non sono un viaggiatore particolarmente informato, giusto quel minimo che consenta di non vagare senza nessun riferimento. A questo giro però mi è salito il desiderio di non affrontare quelle terre senza leggere qualcosa riguardo alla guerra che solo pochi anni fa ha devastato quelle zone. Una guerra che ho vissuto attraverso l’informazione dell’epoca, ma che non ho mai approfondito davvero. Cercando un libro che potesse fornirmi una panoramica sufficientemente completa, mi sono affidato a questo volume scritto a più voci.

Ogni paese un capitolo

E si è rivelata una scelta azzeccata. Si tratta di un saggio ben progettato, ricco ed approfondito, puntuale e completo. Parlare di una situazione tanto complessa richiede prima di tutto una conduzione del discorso chiara, in modo da consentire al lettore di seguire i fatti e cogliere i collegamenti. La questione viene risolta dedicando ogni capitolo ad un territorio: Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia. In questo modo il rischio di confondersi viene ridotto al minimo, senza sacrificare sull’altare dello schematismo la vivacità delle dinamiche, perché nei vari capitoli i riferimenti alla situazione complessiva non mancano. Così riusciamo a concentrarci sulla situazione di una popolazione particolare senza perdere di vista il generale.

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Sarajevo

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I fatti: racconto dettagliato

Di certo il volume, con le sue oltre 500 pagine, non pecca in completezza nel tentativo quasi spasmodico di non tralasciare nulla, con date e accadimenti che si susseguono a ritmo serrato. In più, all’interno del testo, vengono inserite schede biografiche dei protagonisti principali; in fondo invece è riportata una cronologia dei fatti. Il pensiero al lettore è costante, cercando di non fargli mancare nulla e non creargli confusione. Apprezzabile questa raccolta di dati inserita nel discorso, perché prima di tutto è importante sapere quel che è successo, poi viene il resto.

Le persone e le ragioni dei conflitti

Una guerra è fatta da persone, esseri umani che non sono solo pedine su uno scacchiere; così come i fatti e i dati devono essere interpretati, non solo possono, ma devono esserlo. In quest’ottica, dunque, i capitoli non sono una mera raccolta di episodi, ma regalano una profondità di lettura niente affatto asettica, per quanto equilibrata e sensata. A tal fine, il saggio è corredato da una prefazione, un’introduzione e un epilogo, in modo da dare un ulteriore respiro al racconto.

Così come si rivela fondamentale, per non chiudere il discorso in una prospettiva ristretta, l’appendice, in cui si narra una breve storia della Jugoslavia, in modo da contestualizzare i dieci anni di guerra all’interno della storia del territorio. Non può essere una carrellata completa, ma di certo aiuta molto ad orientarsi, consiglierei quasi di leggerla prima rispetto a tutto il resto.

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Sarajevo

Una tragedia attuale

La guerra in Jugoslavia del 1991-2001 è stato un dramma dietro casa e conclusosi non troppo tempo fa. Visitando una piccola parte di quei territori, posso dire che i segni del conflitto sono tutt’oggi visibili: di certo a livello architettonico, a livello morale non ho abbastanza elementi. Sono stati commessi atti orribili tra persone che abitavano nella stessa nazione, condividevano lo stesso territorio.
Mi voglio permettere una chiave di lettura con riferimento all’attualità, consapevole che non ho le competenze per sputare sentenze, ma sicuro della mia appartenenza alla specie umana. Quel conflitto, oltre a molti altri fattori (tra cui, come sempre, giochi economici e di potere), è stato alimentato soffiando sul fuoco delle differenze etniche, fomentando un odio razziale e culturale che evidentemente covava nelle viscere della convivenza tra popolazioni.
Quando, in riferimento agli esseri umani, si tirano fuori appartenenza a culture e razze ed esclusività di un territorio il risultato può essere devastante. Davvero vogliamo affrontare con questo piglio il rapporto tra esseri umani? Dovremmo stare attenti, avere più giudizio, perché la sofferenza di qualcuno è la vittoria di nessuno.

La guerra dei dieci anni. Jugoslavia 1991-2001 – a cura di Alessandro Marzo Magno – Il Saggiatore

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Su Giuseppe Ponissa

Aga la maga; racchetta come bacchetta magica a magheggiare armonie irriverenti; manina delicata e nobile; sontuose invenzioni su letto di intelligenza tattica; volée amabilmente retrò; tessitrice ipnotica; smorzate naturali come carezze; sofferenza sui teloni; luogo della mente; ninfa incerottata; fantasia di ricami; lettera scritta a mano; ultima sigaretta della serata.

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