Nuovo singolo di Rachele Bastreghi, meno male che sono stato zitto

La notizia interessante è che Rachele Bastreghi (voce e occhi dei Baustelle) uscirà tra pochi giorni con un singolo che anticipa un EP di sei canzoni. La notizia curiosa è che io per vie traverse lo sapevo già da mesi. La notizia assurda è che pur sapendolo, non ci avevo capito nulla

Chi segue i Baustelle un po’ se lo poteva immaginare. Prima o poi, “la Rachele” qualche cosa da sola l’avrebbe fatta. Era fisiologico, non fosse altro per via del talento di cui dispone, non solo vocale, non solo d’impatto, ma anche autoriale (alcuni brani del gruppo portano la sua firma). E quindi eccolo lì, “Mon petit ami du passé”, il singolo che anticipa un EP di sei brani (2 cover, 4 inediti) in uscita a fine gennaio. Il brano, in vendita su iTunes dal 15 dicembre è un omaggio alle sonorità anni 70. La canzone in realtà non è un inedito puro visto che è stata già inserita in un episodio di una serie televisiva, Questo nostro amore 2, in cui Rachele interpreta in un cammeo il personaggio della chanteuse rock Marie.

Marie, tenete a mente questo nome.

E ora vengo al perché “fortunatamente me ne sono stato zitto”. Il fatto è che io, di questo disco conoscevo l’esistenza già da qualche mese. Il merito va alla mie infallibili qualità di reporter unite al “culo” di essermi trovato al posto giusto nel momento giusto. Antefatto: Rachele Bastreghi, come me, vive oppure frequenta la zona Isola di Milano. Spesso mi è capitato di beccarla a passeggio per le vie del quartiere oppure seduta in qualche locale. Lei, di solito, bazzica il NordEst Caffè di via Borsieri, io invece, amo spesso ordinare compilation di prosecchi allo Sciapò, sempre in via Borsieri ma più vicino a piazzale Segrino. In pratica siamo vicini di bevute, ma questo lo so solo io.

Ebbene, un giorno di qualche mese fa, credo fosse la metà di luglio, all’ora dell’aperitivo, chi ti becco seduta con due persone proprio allo Sciapò? Già, “la Rachele”. Il fatto che fosse seduta in quel locale appartato e non al più modaiolo NordEst, ha subito aizzato la mia vena indagatoria. Perché Rachele Bastreghi ha cambiato locale? Chi sono quei due tizi poco raccomandabili con cui sta confabulando? Perché nei loro discorsi infilano spesso parole a caso tipo “album”, “novità”, “pezzi”? E poi, chi diavolo è ‘sta Marie che tutti e tre citano copiosamente? Le informazioni ruotavano nella mia mente come i frammenti di un puzzle intricatissimo, sentivo nell’aria l’odore di uno scoop potenziale. Al quarto prosecco la mia fantasia aveva già spiccato il volo e il puzzle l’ho riordinato così: Rachele Bastreghi, dopo un litigio furioso ha lasciato la band (questo spiega il bisogno di privacy. Al NordEst avrebbe potuto incontrare Bianconi). Fatto il grande passo, c’è bisogno di dare al più presto una scossa, far capire ai fans che Rachele è sì fuori dal gruppo, ma più attiva che mai. Serve un album, ma si esclude fin da subito un album solista, perché questo farebbe intendere che la rottura del sodalizio con Bianconi & Co è causa sua, dalla sua voglia di spiccare il volo. La colpa di tutto, invece, è di Brasini, il chitarrista (non so perché ho pensato a lui, forse perché rispetto agli altri due è sempre il più defilato, per questo è un colpevole perfetto). Per venirne fuori alla grande l’unica possibilità è mettere in piedi al più presto una collaborazione, un sodalizio artistico. Dopo aver scartato Vasco Brondi per evitare di essere fagocitata dal brand già troppo forte de “Le Luci della Centrale Elettrica” (peccato, perché quei due assieme, dal vivo, sono spettacolari), si vira verso un identikit ben definito. Serve una cantante donna, raffinata ma sconosciuta al tempo stesso. Deve essere straniera, una che sappia titillare l’interesse dell’indie medio ma che al contempo sia abbastanza fuori dal giro per evitare sovrapposizioni. Il nome perfetto è Marie. Ma Marie chi? Di chi stanno parlando?

Wikipedia e il quinto prosecco mi hanno illuminato. La misteriosa Marie altri non è che tale Marie Laforêt, cantante francese attiva per un decennio a cavallo dei 60 e 70. È lei la misteriosa dama bianca. Lei e Rachele Bastreghi faranno un disco e sarà bellissimo. E io potrò raccontarlo in anteprima mondiale. E diventerò direttore di Rolling Stone per acclamazione popolare, ma mica quello italiano, no no: quello americano!

Poi, non so perché, forse per rispetto di Rachele Bastreghi e del fatto che frequentiamo più o meno gli stessi posti (la sindrome del vicino), ho evitato di spifferare il tutto. E ho aspettato paziente l’uscita ufficiale della notizia. E meno male. Se non altro per la mia credibilità di giornalista.

Su massimo miliani

Ho il CV più schizofrenico di Jack Torrence, per questo motivo enunciare qui la mia bio potrebbe risultare complicato. Semplificando, per lo Stato e per l'Inpgi, attualmente risulto essere giornalista.

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