Lo dico senza troppi giri di parole: hai fatto bene ad accettare, caro Manuel. E più gli integralisti, gli indie-convinti, i talebani dell’alternativo ti daranno addosso, più io mi sentirò fermamente dalla tua parte. Non pensare che non sia stato un duro colpo eh, non credere. Il solo pensare che il fondatore degli Afterhours possa far notizia perché ha bisticciato con Arisa o perché ha fatto un duetto con Fedez, mi provoca ancora adesso copiose epistassi
In ogni caso, lo ripeto, hai fatto bene almeno per due motivi. Il primo è perché sebbene sia diventata una prassi (qui in Italia ancora di più) confondere l’artista con la sua arte, il personaggio con quello che fa, la realtà dei fatti è ben diversa. L’artista non è la sua arte, ma va considerato per quello che è, cioè un uomo, cioè per definizione un’entità in costante mutazione. Tu in 30 anni di carriera hai sempre fatto il cazzo che ti pareva (del resto gli Afterhours sono roba tua), hai provato a cambiare le cose, hai provato a uscire dal circuito underground, hai tentato la svolta pop, hai mandato via gente importante, hai provato a innovare, hai fatto incazzare a più riprese i tuoi fans (andando a Sanremo, ad esempio). Insomma, ne hai fatta di roba, anche parecchio controversa, per cui, il fatto che con la partecipazione ad X Factor tu abbia dato l’ennesimo colpo di clava alle certezze di molti supporter della prima ora, non dovrebbe essere una cosa di cui stupirsi, tantomeno di cui indignarsi. Ancora di più, la tua partecipazione ad X Factor non deve essere mischiata con quella che è stata e che sarà la tua musica. Quella resta, è incisa e non può essere giudicata alla luce di una scelta personale. Per quel che mi riguarda (e per quanto possa interessarti, s’intende), gli Afterhours resteranno sempre una colonna sonora importante della mia vita, anche se un pomeriggio dovessi vederti accomodato nel salotto di Barbara D’Urso.
Il secondo punto per cui ho sentito l’esigenza di appoggiarti con questa lettera (che peraltro non leggerai mai), riguarda la questione dei soldi. Escludere l’aspetto economico dalla rosa di motivi che hanno portato alla tua decisione, del resto, è ridicolo. Non so come stai messo a conto in banca, caro Manuel, ma che tu ne abbia o meno, hai fatto bene ad accettare un’offerta che sicuramente sarà stata adeguata. Chi afferma il contrario, chi urla al tradimento, al venduto, mi fa un po’ ridere. Vorrei proprio metterla alla prova questa schiera di duri, puri e inscalfibili, li voglio vedere coi miei occhi rinunciare a un cachet a tante cifre in nome della coerenza. Ma di che coerenza stiamo parlando poi? Come direbbe Esopo: è facile fare i coraggiosi a distanza di sicurezza.
Insomma, per farla breve, Manuel, in questa storia di X Factor sto con te in tutto e per tutto. Davvero, non ci vedo problemi né di tipo artistico -Rapace per me resterà sempre Rapace, e non me ne fregherà un cazzo se un giorno la farai storpiare (anzi, mutilare) in chiave falsetto-pop da un ragazzetto emo in odore di vittoria- né, tantomeno morali: l’underground, qualora avesse ancora senso etichettare un movimento di cui neanche più si conoscono i confini, andrà avanti per la sua traballante strada, con buona pace per la tua dipartita.
Ecco, a cercare il pelo nell’uovo, forse avrei preferito un filo di onestà in più nelle tue dichiarazioni post annuncio: non è difficile immaginare che una macchina oliata come X Factor non ti permetterà mai nessun margine di manovra e che le case discografiche continueranno ad avere il loro peso nelle scelte editoriali del programma. Per questo la tua affermazione “porterò musica nuova in un talent” mi è risultata stucchevole tanto quanto il populismo un tanto al chilo di Fedez. Avrei preferito un più sincero ci-vado-perché mi-va/ci vado-per-i-soldi/ci-vado-per-la-figa, ma di questo, non te ne faccio certo una colpa.
L’unica cosa che davvero un po’ mi spaventa, te lo confesso, è l’impatto che le necessità fisiologiche di un programma visto da milioni di persone potranno avere su un artista complesso come te. Per come la vedo io, infatti, la televisione conosce due soli modi per rendere digeribile un prodotto ostico (complicato, cerebrale, profondo, scegli tu) a una grande platea: banalizzandone i concetti o creandoci sopra il personaggio. Banalizzare la tua musica sarà difficile anche perché il 90% di quello che hai scritto, non bisogna essere dei fini autori TV per capirlo, è roba che non potrà mai passare in prima serata (e suppongo nemmeno il nuovo disco, almeno ad ascoltare il singolo uscito pochi giorni fa). Della produzione degli Afterhours, ci scommetto una birra, a X Factor passeranno solo gli archi di Non è per sempre e poco altro. L’unica via percorribile per gli autori, dunque, sarà quella di estremizzare il tuo personaggio, creare un’immagine che possa in qualche modo far discutere e a cui la gente possa affezionarsi, ingabbiare ciò che non si conosce e vestirlo di stereotipi che lo rendano immediatamente innocuo. Con te, è inutile dirlo, questo rischio è altissimo. Ci scommetto anche il secondo giro di birre: essendosi già giocati la carta del drogato pazzo con Morgan, faranno di te, se ti va bene, una sorta di santone incompreso della musica, e se ti va male, una cariatide incattivita. Tu, che rigetti da sempre ogni tentativo di etichettamento, riuscirai ad opporti? E se no, riuscirai a sopportare questa gabbia?
Vabbè, chiudo qui, ma prima di salutarti e farti gli auguri per tutto, ti lascio con la prima immagine che mi è saltata in mente appena ho saputo della tua partecipazione a X Factor.
Prima puntata: sigla, come da copione. Presentazioni dei giudici, come da copione. Prima cagata detta da Arisa, esattamente come da copione. Fuori campo (e fuori copione) si sente tuonare un “porco cristo, non ce la faccio”. Il pubblico fa oooooh, la telecamera si sposta sincopata verso la tua postazione e altro non può fare che riprendere una lunga chioma nera che se ne esce rapida dallo studio. Per sempre.
Figo vero?
Però no dai, è meglio di no. Meglio se ti trattieni e ci rimani in quello studio, sennò da Barbara d’Urso ti ci mettono come ospite fisso.
Se vi interessa il nuovo singolo degli Afterhours, cliccate qui sotto.
https://www.youtube.com/watch?v=JdahlCW-BoM non condivido del tutto l’articolo, che sicuramente coglie alcuni punti cruciali (come il discorso economico, o il rapporto tra artista e opera d’arte) però secondo me rimane un punto di vista parziale..per chi avesse voglia, guardi il mio video che si sforza di vedere questo gesto in un ottica più generale e non così circoscritta