Ho sempre amato Elisa, nonostante non sia una fan sfegatata della musica italiana. Sarà per la nostra omonimia, sarà perché canta tanto (anche) in inglese, sarà per l’anima rock che porta nelle sue canzoni o per la sensibilità profonda dei suoi testi, comprensibili sia quando sono in italiano che quando li canta in inglese…
… ma devo dire che venerdì Elisa mi ha davvero sbarellato. Letteralmente. Mi aspettavo un bel concerto, mi aspettavo un Forum tutto esaurito, mi aspettavo di sentire una bella voce, ma non mi aspettavo uno show di quel livello, un’energia che arriva come un pugno nello stomaco anche all’ultima fila del secondo anello, un’emozione da far venire i brividi sin dalle prime strofe intonate e da farmi commuovere fino alle lacrime.
Ad andare con ordine non ci riesco, è ancora l’emozione che mi spinge nel raccontare quel che è successo e quindi diventa difficile fare una cronaca “razionale” della serata.
Una scaletta che alterna canzoni in italiano ad altri brani inglesi, che parte subito col botto con un telo semi trasparente che svela in parte il palcoscenico, ma serve soprattutto a mostrare lei, Elisa, ingigantita rispetto alla Elisa in carne ossa che dietro quel telo inizia suonando una percussione dal cuore del palco come fosse il centro della Terra, che fa un po’ Ombelico del mondo e un po’ Pachamama (madre terra appunto). Dal tamburo (temine improprio sicuramente ma non so definire che strumento fosse) Elisa passa con nonchalance, quasi in punta di piedi (o meglio di dita), al flauto traverso, per scatenarsi due secondi dopo con una rock ballad con il brando di apertura, Bad Habits e passando a quel No Hero con cui arrivano i primi brividi e i primi sussulti al cuore, buttata lì tra le prime canzoni nonostante sia uno degli ultimi successi, senza aver paura di “sprecarlo”. Perché i singoli che canta sono tanti, le hit di successo praticamente tutte in un concerto che non è uno spot del suo ultimo album On, ma una carrellata della sua prolifica carriera.
Elisa dialoga costantemente col pubblico, non con le parole (lo dice lei stessa “non vi dico niente perché a parole davvero non riesco a raccontarvi cosa mi fate vivere quassù”). Un dialogo fatto di canzoni cantate insieme, letteralmente. Costantemente, in ogni canzone, lascia al pubblico la sua parte di cantato. Verrebbe da pensare che non ha fiato per cantare interamente lei, ma appena si sente la sua voce, così piena, così energica e al contempo delicata, i dubbi svaniscono in un secondo. Un rapporto col pubblico che è vicendevole: è evidente che lei trae energia dai suoi fan, tanta quanta ne trasmette. Non si può non essere trascinati dalla sua carica, dal suo ballare sul palco e dalla sua maestria nel dominare gli strumenti (suona di tutto, dal flauto alla tastiera, dalla chitarra acustica a quella elettrica) e nel dominare quello strumento innato che è la sua voce.
Alterna le canzoni più rock a quelle più delicate e dal gusto maggiormente italiano come L’anima vola a cui succede Eppure sentire. Ed è qui che mi scatta la commozione profonda. Forse perché i suoi testi parlano al cuore, forse perché li associo a certi periodi della mia vita e certi vissuti che le sue parole mi richiamano come sa fare la musica, che ti emoziona in modo quasi subdolo, nascosto, senza avvisarti, senza metterti in guardia. Elisa reinterpreta anche dei mostri sacri della musica italiana e non, come Mia Martini (la versione di Almeno tu nell’universo è qualcosa di indefinibile tanto è delicata e al contempo straziante), Renato Zero (cover di Cercami che non conoscevo) per non parlare della versione di Hallelujah di Leonard Cohen, ricoverizzata da tanti artisti, ma non so se sempre così convincenti come lo è lei.
Insomma un’Elisa in gran spolvero, un concerto senza mai un attimo di calo di energia, uno spettacolo anche scenografico quello organizzato sul palco che dura più di due ore. Uno di quegli spettacoli che ti porti a casa e che rivivi anche nei giorni seguenti. E se proprio un difettuccio glielo vogliamo trovare (mica che sembri una dichiarazione d’amore a tutto tondo), Elisa un consiglio: troviamo un’altra stylist ti prego!
Ecco qui la scaletta
Bad Habits
No Hero
Catch The Light
Ready Now
Stay
Bruciare per te
L’anima vola
Eppure sentire (un senso di te)
Cercami (Renato Zero cover)
Broken
Ti vorrei sollevare
Almeno tu nell’universo (Mia Martini cover)
Heaven Out Of Hell
Luce (Tramonti a Nord-Est)
A modo tuo
Yashal
Hallelujah (Leonard Cohen cover)
Love Me Forever
Peter Pan
Together
Rainbow
With The Hurt
Gli ostacoli del cuore
Cure Me