“ È da un bel pezzo che non penso più a una certa storia, non solo perché risale a molto tempo fa, ma anche e soprattutto perché è atroce, e le storie per noi spiacevoli le dimentichiamo volentieri.”
Si dice che il sospetto sia una cosa spaventosa, “è farina del demonio”.
Berna, 1948. In un letto d’ospedale di Salem, il buon vecchio commissario Bärlach, gravemente malato e conscio del destino che lo attende, sta sfogliando una vecchio numero della rivista “Life”. Il giornale del ‘45 riporta un servizio sugli orrori dei campi di concentramento.
Preso dalla tristezza, il commissario, mostra una fotografia scattata a Stutthof all’amico, nonché medico che lo sta visitando, il dottor Hungertobel.
L’immagine ritrae un prigioniero che viene operato senza narcosi da un certo Nehle, conosciuto anche come il medico sadico dei lager.
Quello che Bärlach vede negli occhi del dottore è un misto tra disagio e sorpresa. Chiede spiegazioni, ma l’amico cambia discorso.
Il mattino dopo i due si ritrovano di nuovo a discutere di quella reazione e quello che il medico dirà, non lascerà indifferente il commissario: Hungertobel è turbato, gli é sembrato di riconoscere qualcuno che ha incontrato tanto tempo prima, quando ancora studiava medicina. Quell’uomo seminascosto dalla mascherina chirurgica, gli ricorda qualcuno a lui familiare. Un collega, un amico, un uomo di scienza come lui, ma le atrocità che sta compiendo, sono assurde rispetto alla morale e all’etica di questa nobile professione. Come è possibile che sia davvero lui?
La somiglianza con un collega che ora è a capo di una prestigiosa clinica svizzera è impressionante, il tarlo del sospetto si è inevitabilmente insidiato nelle loro menti.
Servirà il sangue freddo del commissario per venire a capo di questa intricata matassa che lo porterà direttamente nelle mani della bestia.
Autore: Friedrich Dürrenmatt
Traduzione: Margherita Belardetti
Casa editrice: Adelphi
Anno di pubblicazione: 2022
Anno di prima pubblicazione: 1951
Pagine: 120
Pic by: Clara Rigamonti