Sognare a occhi aperti è un bell’esercizio. A me capita di farlo spesso, magari prima di addormentarmi, oppure quando dimentico l’ipod a casa e mi tocca prendere i mezzi. Fantastico su tutto, indistintamente. A volte, ad esempio, faccio sogni retroattivi e cerco di rivivere…
… quello che mi è capitato nel corso degli anni. Provo a immaginare cosa sarebbe successo se avessi preso un’altra strada, magari quella giusta. Molte altre volte invece, mi immagino un futuro esagerato, dove trabocco di talenti di ogni tipo. Mi vedo rockstar, pilota, romanziere, fumettista, giornalista “da articolo 1” ma anche vincitore della lotteria di capodanno (due fantasie, queste ultime, dalle identiche probabilità realizzative).
Insomma, mi immagino come un superuomo anche se cerco sempre di mantenere un’attinenza minima con la vita di tutti i giorni: niente fantascienza (non ho mai sognato di essere l’uomo ragno) ma attitudini, stile di vita ed età più o meno reali. I più difficili da mantenere in equilibrio tra follia e verosimiglianza sono i sogni a tema sportivo che, essendo per forza legati anche all’età anagrafica (non si diventa olimpionici a 60 anni), cambiano col passare del tempo. Tra questi il mio preferito è quello di diventare calciatore. Ecco le mie personalissime trame leggermente modificate nel corso degli anni.
1985 – Il mio papà mi porta in visita al ritiro estivo della Juve e quando Platini sbaglia un cross buttando la palla fuori dal campo io gliela restituisco al volo con un missile terra aria che piega le mani di Tacconi. Giovanni Agnelli si innamora e da lì esordisco a soli 4 anni in prima squadra vincendo tutto quello che si può vincere. Divento famoso, mi invitano a Fantastico 5, do fuoco al pupazzo Rockfeller e mi fidanzo con Heather Parisi.
1995 – Durante una partita del campionato provinciale milanese, Marcello Lippi (capitato al campetto perché avendo bucato una gomma decise di ingannare l’attesa del carro attrezzi guardando 22 ragazzetti di periferia giocare a pallone) mi vede fare il diavolo a quattro, segnare a raffica e trascinare la mia squadra alla vittoria. Da lì, contratto milionario, esordisco in prima squadra a 14 anni e con Roberto Baggio formiamo la coppia più prolifica della Serie A e della nazionale. In carriera vincerò 6 mondiali e altrettanti europei. Avrò un flirt con Wendy Windham ma poi mi fidanzerò seriamente con Ambra.
2005 – Ho già smesso di giocare a causa degli innumerevoli infortuni che hanno stroncato sul nascere una luminosa carriera. Durante una partita di calcetto con amici, però, Luciano Moggi (che come Lippi aveva bucato e doveva aspettare il carro attrezzi), mi vede giocare e rimane folgorato dalla mia tecnica sopraffina. Entro in squadra con un contratto al minimo sindacale ma corroborato da premi partita clamorosi. Dopo sei mesi di panchina raggiungo uno stato di forma accettabile, a marzo divento titolare inamovibile e faccio mia la classifica dei capocannonieri. In carriera vinco tre europei e tre mondiali. Con la complicità del Gabibbo mi fidanzo sia con la Canalis sia con la Corvaglia.
2006 (variante post Calciopoli) – La condizione di partenza è quella esattamente identica al 2005, solo che al posto di Moggi, a cui “era stata rubata l’anima”, c’è Alessio Secco. Lo smacco per la serie b è tale che l’unico mio obiettivo, anche in sogno, riguarda un’ipotetica rivincita contro l’Inter. Per cui: nel 2006 trascino la squadra in Serie A e l’anno seguente divento capocannoniere: 40 gol di cui circa 38 all’Internazionale Calcio, equamente distribuiti tra Campionato, Trofeo Tim ed eventuale Coppa Italia. Niente amori in questo caso, solo pruriginosi flirt extraconiugali, ovviamente con le mogli di Ibrahimovic, Vieira, Zanetti e di Marco “smoking bianco” Materazzi.
2015 – Durante una seduta di dimagrimento in un centro estetico, conosco Pavel Nedved, anche lui lì perché deve rifarsi i colpi di sole. Dopo un po’ di chiacchiere, lo sfido, prendo una palla medica da 5 kg e, canticchiando Mas Que Nada di Sergio Mendes, dribblo tutte le massaggiatrici e con un colpo da biliardo centro il canestro del campo da basket attiguo. Nedved esterrefatto. Morale: contratto a gettone e ruolo alla Altafini ritagliato apposta per me. Pur entrando sempre a partita quasi finita riesco a laurearmi capocannoniere e vinco tutto, coppe comprese. Vivrò da bomber, come Galante e Vieri, e so per certo che Scarlett Johansson ha fondato un fan club in mio onore.