RoadToStramilano #17 – L’importanza del timing

Non per voler fare pena a tutti costi, ma io faccio una vita di merda. Lavoro sempre, non ho un giorno di pausa e di norma esco di casa alle 9 e torno alle 20. Con questo regime è pacifico che, se voglio allenarmi, l’unica è svegliarsi alle 6 e fare tutto prima di cominciare a trotterellare in giro.

Per questo, quando capita che per alcune casi del destino ti ritrovi col pomeriggio libero, non mi faccio scappare l’occasione e approfitto delle ore libere per piazzarci dentro una corsetta. A orari diversi, è ovvio, corrispondono scenari e sensazioni diverse. Mi piacerebbe produrre un pisciatone di parole infinito ma, dato che questa settimana non ho tempo, questo diario sarà breve e sotto forma di lista. Ecco dunque tutto quello che la mia mente, per una volta non ottenebrata dal sonno, ha potuto registrare durante una delle mie rare corsette pomeridiane.

  1. Per strada incontri anche persone e non solo animali. La cosa antropologicamente è anche positiva, almeno fino a quando la vecchina con il carrello non ti si para davanti costringendoti a un carpiato con trittico di madonne incluse.
  2. Alle 18 c’è una concentrazione di gnocca molto più alta, il che è un bene: incrociare una femmina mentre corri ti fa automaticamente aumentare il ritmo, almeno finché la suddetta femmina non ha girato l’angolo.
  3. Il corpo di giorno reagisce molto meglio che all’alba. Non che le prestazioni migliorino, anzi, diciamo che vado veloce uguale, ma almeno non sbadiglio.
  4. Correre di pomeriggio ti solleva da uno dei traumi peggiori e cioè, quando sorge il sole, alzarsi dal letto e iniziare a correre. Di pomeriggio, invece, mi sento meno gazzella. O leone. O armadillo. O pavone (cit.).
  5. Alle 18 fa meno freddo che alle 6, in compenso c’è più smog. Quindi magari non prendi il raffreddore, ma se hai il fiatone e un camionista decide di scalare due marce, rischi il tumore per direttissima.
  6. Mai lasciare fare alle playlist casuali di Spotify. La canzone di merda è sempre in agguato, sia che siano le 6 di mattina, sia che siano le 6 di sera.
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Su massimo miliani

Ho il CV più schizofrenico di Jack Torrence, per questo motivo enunciare qui la mia bio potrebbe risultare complicato. Semplificando, per lo Stato e per l'Inpgi, attualmente risulto essere giornalista.

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