Songs of Experience – Gli U2 tra musica da aeroporto e pezzi che fanno (ancora) sognare.

Gli U2 con Songs of Experience portano in scena un lavoro denso e ben curato, che riesce a racchiudere in sé molteplici aspetti della band irlandese: alcuni frammenti del suo passato storico, il suo presente fatto di grandi stadi e dischi decisamente commerciali, il tutto mescolato a una buona dose di ricerca. Il risultato è tutto sommato un gran bel disco in cui l’esperienza, piaccia o no, dà una pista e mezza a parecchia “roba” nuova

Un disco in cui c’è tutto

Partiamo con una precisazione obbligata dal titolo. Dicesi musica da aeroporto, quel tipo di musica che sta perfettamente a suo agio nel ruolo di sottofondo. Il compositore francese Erik Satie, per descrivere questo tipo di musica coniò un termine delizioso: musique d’ameublement. Musica da tappezzeria, musica che per svolgere la sua funzione non ha neanche bisogno di essere ascoltata.

Detto questo, gli U2 hanno un pregio immenso: aver portato nel rock la passione e l’intensità di un’anima grande quale quella del popolo irlandese. La voce calda e soffocata di Bono, i carillon di The Edge e il basso continuo di Adam Clayton erano (e sono) un meraviglioso gioco di luce appoggiato sulle potenti percussioni di Larry Mullen: un insieme meraviglioso che ha rappresentato una lingua a sé nella grande truffa del rock’n’roll.

Il disco con cui si presentano oggi dopo più di quarant’anni di attività è un disco sincero, a tratti bello, a tratti carino, a tratti “ragà il disco lo dovevamo finire”,  ma ciò che conta è che sia un disco vero, il lavoro di una band che interpreta il mondo attuale del rock. Ascoltandolo nelle cuffie in questi giorni mentre camminavo mi sono trovato a scovare molte suoni o arrangiamenti che avevo già sentito da qualche parte, tutto normale ovvio, eppure con piacere mi è parso di ritrovare le origini di queste soluzioni negli ambienti più alternativi e punk che ci sono in circolazione. La voce di Bono Vox in Red Flag Day (soprattutto nel refrain) sembra scovata tra i dischi dei The Rural Alberta Advantage, The Showman non ho ancora capito che arrangiamento mi ricordi ma di sicuro quello di un gruppo che passerebbe sulle radio dei Campus statunitensi.

Attenzione, non è poco che una band che in passato ha inventato un certo tipo di rock sia ancora capace di cercare e di arricchire il proprio percorso di suoni e ispirazioni provenienti dal mondo dell’indie, invece che da quello più spudoratamente commerciale. Va bene, gli U2 restano un gruppo da salotto, ma sarà per la voce di Bono, sarà per le belle invenzioni di The Edge, ascoltando Songs of Experience non ci si annoia, anzi.

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Tra innovazione e attenzione alla radio

L’album si apre con il pezzo più bello dell’album, Love is All We Have Left, canzone anti-canzone in cui la voce di Bono filtrata farebbe venire i brividi anche un ghiacciolo. Poi arrivano i pezzi più propriamente radiofonici, eppure tra questi troviamo qualcosa di molto pregevole come il singolo che ha lanciato l’album You’re the Best Thing About Me e  Get Out Of Your Own Way due pezzi del tutto indimenticabili ma che rimangono piacevolmente impressi per la pasta sonora che riescono a creare. Esperienza ce n’è a pacchi e la si sfrutta, come è giusto che sia. Summer of Love è carina ed ha un potenziale radiofonico anche tamarro non indifferente. Le ballate non mancano e ce ne sono di molto interessanti su tutte sicuramente Love is Bigger Than Anything In Its Way solenne e potente, anche se forse io preferisco le più intime e fragili Landlady (anche qui la nudità di Bono è meravigliosa) e The little Things That Give You Away. Anche 13 (There is a Light) merita un capitolo a sé per la sua capacità di strappare un brivido, arte bene conosciuta dagli U2 in Zooropa periodo in cui iniziarono a giocare coi sinth e i piano elettrici.

Le canzoni più rock sono sicuramente Red Flag Day, che rimanda al punk anni ’80 inglese e The showman con suo andamento scanzonato ed un apertura al ritornello molto suadente.

Gli U2, come del resto qualunque cosa dopo Lucrezio, invecchiano, eppure Songs Of Experience è un disco dove la band di Dublino mette in mostra la propria capacità di scrivere e arrangiare canzoni sincere in maniera esemplare. Certo, verrebbe da chiedersi cosa riuscirebbero a fare nel panorama musicale oggi se fossero una band appena nata. Io credo che sarebbero una band che faticherebbe ad avere singoli in radio, ma non per colpa loro, piuttosto per la pessima attenzione che c’è nei confronti di una certa musica più matura come la ballad rock o il rock’n’roll puro.

Tornando al titolo: forse è vero gli U2 fanno po’ musica da aeroporti, ma ricordiamoci sempre che alcuni aeroporti hanno programmazioni musicali migliori di molte radio FM.

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Su Piggy the pig

Nasce negli anni 80 con ancora l'eco delle chiamate londinesi. Quando ci arriva a Londra è scoppiato il Brit-pop, intanto le urla del grunge scendono sotto pelle. Ama il vino rosse e le birre rosse, ascolta musica per non piangere ma a volte gli fa l'effetto contrario.

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