Paesaggi contaminati - Martin Pollack

Paesaggi contaminati – Martin Pollack

Paesaggi contaminati di Martin Pollack è un libro duro ma importante e richiama la nostra attenzione di uomini che sulla terra si spostano, cambiano pelle e spesso anche parte del mondo, costretti, qualche volta, anche solo per non sentire il dolore di qualche paesaggio.

“Paesaggio.” Questo termine suscita in noi perlopiù sentimenti positivi ed emozioni piacevoli, soprattutto quando pensiamo, in modo del tutto e critico, alle vaste distese di terra, prive di edifici e costruzioni, che scopriamo durante le nostre escursioni e i nostri viaggi.

Ad ognuno il suo viaggio

Se volessimo fare distinzione fra turismo, villeggiatura, vacanze e viaggi, potremmo probabilmente  parlare per quattro o cinque ore di seguito senza concludere il confronto con una definizione valida universalmente. I gran tour del Settecento, i viaggi degli esploratori dell’Ottocento, la villeggiatura ricca e morbida di inizio Novecento e il viaggio mordi e fuggi degli ultimi anni, tutti hanno in comune il solo movimento fisico, il mero spostamento di moto a luogo, ma ragioni, motivazioni, emozioni e aspettative risulterebbero assai differenti.

Stiamo facendo qui un’enciclica contro il turismo mordi e fuggi? Contro i resort? Contro le vacanze in spiaggia alla ricerca di sole e divertimento? Niente affatto, anzi, ognuno sceglie l’estate di cui ha più bisogno con tanti auguri che riesca a godersela nel modo migliore possibile.

Paesaggi contaminati di Martin Pollack

Quello però che qui volevo raccontarvi, per il nostro ultimo appuntamento prima della pausa estiva, è del viaggio alla scoperta del sommerso, di ciò che non si vede. Sarà capitato anche a voi di attraversare posti sconosciuti alla ricerca di buon ristorante o di un ottimo caffè e di “incappare” in un pezzo di storia che non vi aspettavate. Bene parlo di quello.

Il paesaggio, a differenza dello spazio urbano, è ritenuto consolatore e guaritore miracoloso.

Martin Pollack, fa proprio questo: investiga il rapporto tra territorio e storia, cercando soprattutto di far venire alla luce le vicende più nascoste nei paesaggi idilliaci che osserviamo con leggerezza.
Pollack vuole rovinarvi le vacanze? Niente affatto, anzi vuole farvi vivere un viaggio denso e ricco di scoperte. Partendo da una definizione di cosa sia paesaggio, Pollack ricorda alcuni significati di questo termine a cui sono legate precise filosofie di vita che non vanno sottovalutate.

Martin Pollack
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Il paesaggio vivo

Considerare il paesaggio come privo delle persone che lo hanno costruito e lo hanno abitato, non solo è superficiale ma sarebbe anche un regalo a chi cerca di farvi vivere il mondo come una serie di qui e ora, staccandovi invece da quella importante connessione che vi è fra la Storia e il vostro passaggio su di essa.

Forse le fosse non verranno mai trovate. E morti rimangono anonimi, senza volto e senza nome, senza storia.

Un altro invito, ben diretto nel libro, è quello a non considerare i paesaggi che vediamo come immobili, la terra sotto i nostri piedi si è mossa, è stata cambiata e ribaltata, soprattutto dai piedi che l’hanno attraversata. Quindi non credeteci troppo nella fissità della realtà come qualcuno vorrebbe raccontarvela.

I fantasmi, almeno sperano, si lasciano rabbonire ho perfino allontanare con il silenzio e l’oblio prescritto dall’alto, la verità, invece, non conosce misericordia.

Sentirsi cittadini del mondo

Pollack poi illustra alcuni luoghi da lui visitati, in particolare in Europa dell’Est, dove si nascondono accanto a sterminati campi da frutta o belle birrerie storie di barbarie provenienti dalla Seconda Guerra Mondiale.

Però, tutti i tentativi di eliminare gli eventi, continuando testardamente a negare e tacere, non cambiarono il fatto che il paesaggio era contaminato.

Pollack ha uno stile secco e preciso, apparentemente privo di emotività, ma che vi permetterà ancora meglio di apprezzare quella sensazione di scoperta che il narratore in prima persona cerca di trasmettervi.

Sotterrare in un bosco qualcosa che si desidera ritrovare in un secondo momento e quindi sempre legato a un certo rischio.

Un libro duro, come spesso è stato definito dalla critica, ma importante e richiama la nostra attenzione di uomini che sulla terra si spostano, cambiano pelle e spesso anche parte del mondo. Costretti a spostarsi, qualche volta, anche solo per non sentire il dolore di qualche paesaggio.

Un libro davvero importante ed emozionante che non può mancare come lettura estiva di chi voglia sentirsi cittadino del mondo anche durante un bel viaggio.

Martin Pollack – Paesaggi contaminatiPer una nuova mappa della memoria in EuropaKeller

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Su Andrea Labanca

Andrea Labanca cantautore, laureato in filosofia e performer, ha scritto tre album impregnati di letteratura. "I Pesci ci osservano" disco della settimana di Fahrenheit Rai RadioTre e "Carrozzeria Lacan" ospitato a Sanremo dal Premio Tenco. Ha collaborato con diversi scrittori (tra cui Aldo Nove e Livia Grossi) e ha lavorato come attore per Tino Seghal. Quest’anno è uscito il suo terzo album, “Per non tornare”, racconto noir-poetico in chiave elettro-vintage.

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