L’orso di Raymond Briggs

L’orso – Raymond Briggs

L’orso di Raymond Briggs è un libro illustrato dalle immagini delicate e dolci che grazie al tratto ci danno un’idea di movimento costante, anche perché il protagonista peloso dà dinamicità alle pagine sia da un punto di vista contenutistico sia da quello dell’impegno che gli animali danno. Il racconto poi ci tiene sulle spine e fino alla fine ci chiediamo se l’orso ci sia stato o meno nella camera di Tilly.

L’orso di Raymond Briggs

l'orso

L’orso è un libro illustrato di Raymond Briggs edito per la prima volta nel 1994 dalla casa editrice inglese Random House Children’s Publishers UK, parte della casa editrice Penguin Random House e pubblicato per la prima volta in Italia grazie alla traduzione di Sara Saorin nel mese di ottobre 2021 da Camelozampa, casa editrice celebre per riportare alla luce scoperte editoriali di alta qualità da diversi stati.

L’autore gioca con le immagini che assumono diverse dimensioni: da super piccole a grandi quanto l’intera pagina e le parole si mescolano a queste anche attraverso l’utilizzo dei “balloon” tipici del linguaggio del fumetto e che rendono la conversazione qui narrata esilarante. Infatti, nella storia qui presentata vediamo un orso appunto protagonista di avventure casalinghe in compagnia di Tilly

La storia si apre con la bambina che dorme con il suo Teddy, un orsetto di peluche, che viene svegliata da un vero orso polare, che più vero non si può: grande, grosso, bianco con un importante naso nero, soffice e anche impegnativo nella gestione. L’orso si mette a dormire con la bambina ma per farlo vi è un grande scompiglio viste le sue dimensioni. Il giorno seguente Tilly spiega ai genitori con profonda serenità l’accaduto e sia la mamma sia il papà le danno corda con un tono un po’ ironico e scambiandosi tra loro un sorriso complice in cui sottolineano la bellezza dell’immaginazione dei bambini. Ma l’orso allora c’è o è tutta finzione?

Il miele di fatto finisce…

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E l’acqua bagna la povera Tilly che non pare certo contenta…

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E tra l’altro è anche sfibrante questo orso perché dà un gran daffare alla bambina che a un certo punto lo mette anche un po’ in castigo e gli dice di non farsi beccare dai suoi genitori e quindi di nascondersi decentemente.

Il gioco continua fino a che di notte orso sparisce: Tilly è disperata ma il papà, che pensa di continuare il gioco della bambina, la consola parlando con Teddy, l’orso di peluche, e dicendole che prima o poi gli orsi devono tornare nel proprio habitat. Intanto, fuori dalla finestra vediamo Tilly che osserva delle impronte sulla neve: ma insomma questo orso esiste oppure no?

L’orso è un libro illustrato dalle immagini delicate e dolci che grazie al tratto ci danno un’idea di movimento costante, anche perché il protagonista peloso dà dinamicità alle pagine sia da un punto di vista contenutistico sia da quello dell’impegno che gli animali danno: vanno fatti mangiare, vanno puliti, lavati, devono anche riposare, etc. Il racconto poi ci tiene sulle spine e fino alla fine ci chiediamo se l’orso ci sia stato o meno nella camera di Tilly.

Spunti didattici:

L’orso può essere letto a partire dalla scuola primaria per giocare coi bambini sul rapporto tra realtà e finzione, ma anche per riflettere sul fatto che gli orsi polari siano animali in via di estinzione e che quindi debbano stare nel loro posto nel mondo.

Inoltre, a partire dal testo di Briggs è possibile conoscere il linguaggio del fumetto e sperimentarne l’uso insieme ai propri studenti.

Lo consigliamo a… tutti coloro che dormono con un orso di peluche – come me, peraltro – e a tutti coloro che vorrebbero dormire con un orso polare.

La recensione di M., 6 anni:

“il mio preferito era Teddy perché cadeva sempre”

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Raymond Briggs – L’orsoCamelozampa
Traduzione: Sara Saorin

Voto - 99%

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Su Ilaria Dui

Laureata in Scienze della Formazione primaria, specializzata in messaggi vocali dai 4 minuti in su, dottoranda in Netflix, amante di storie di qualsivoglia tipo, ladra di abiti di sorelle maggiori, carnivora di professione, goffa come secondo lavoro. Tra una pista da sci e il duomo di Milano, tra amici montagnini e amici San Carlini, mi piace pensare di poter percorrere diverse strade fatte di punti di vista diversi e dettagli opposti, il tutto con una vecchia auto perennemente dal meccanico grazie a un conto corrente perennemente in rosso

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