Esibirsi di fronte ad un pubblico ammansito dal Barolo bevuto in Langa ha i suoi vantaggi. Allora mettiamola così, Brunori SAS ha saputo sfruttare l’occasione in pieno. Anche chi, come me, l’ha intercettato per caso e lo conosce poco, è rimasto in piacevole ascolto del suo concerto. La sua voce dall’accento riconoscibile non ha stonato per nulla tra le preziose vigne
Quest’estate sono stato con un amico, per la prima volta, a Collisioni, il festival che si tiene a Barolo. Parlare di questa amenissima località in un post che tratta di altro sarebbe riduttivo, non mancheremo di dedicare il giusto spazio a quella terra baciata dalla sorte. L’obiettivo finale era il concerto di Neil Young, il giorno prima abbiamo deciso di distrarci con il concerto di Caparezza, sempre sul palco principale della manifestazione.
Abbiamo pensato che, andare a vedere un concerto in piazza a Barolo, significasse gioco forza recarsi sul luogo con largo anticipo ed usufruire dei prodotti locali, passeggiando con la mente libera per le vie di questo allegro paesino, sorseggiando vino di discreta qualità, in onore degli anni liceali, rigorosamente in bicchieri di plastica (quando si dice che l’abito non fa il monaco). Per fortuna abbiamo avuto modo, come prima cosa, di partecipare ad una degustazione di rossi tramite amici improvvisati sul momento, giusto per fare quelli che il Barolo lo hanno bevuto anche in calici di vetro.
Insomma, per farla breve: eravamo in giro per Barolo, con i bicchieri pieni di Barolo e una sensazione di essere nel posto giusto che ti inebria più del vino. Ad un certo punto ho sentito una voce microfonata che mi sapeva di radici, una voce che stavo imparando a conoscere in quel periodo. Su un palco secondario in attesa dell’evento di cartello, Brunori SAS si stava esprimendo.
Non conoscevo molto bene il cantautore, ma avevo ascoltato un paio di dischi e iniziavo a farli miei. Così cogliere l’occasione di gustarsi il concerto gratuitamente è stata una conseguenza, più che logica, necessaria. Brunori era da solo sul palco, con la sua chitarra la voce e le canzoni. Io e il mio amico eravamo di fronte a lui con i nostri bicchieri sempre pieni.
È indubbio che la situazione descritta mi avesse messo dell’umore giusto, mi avesse predisposto ad un ascolto benevolo, ma Brunori è andato oltre, mi ha davvero tenuto occhi e orecchie incollati al suo concerto. Simpatico tra un pezzo e l’altro, bella interpretazione delle canzoni, creava un’atmosfera intensa. Lo dico con stupore, perché non capita tutti i giorni di vedere un concerto per caso e restarne incantati, proprio come il bambino alle giostre che si blocca di fronte ad un gioco e non riesce a distogliersene. Terminata un’esecuzione restare in attesa della prossima con ancora nella testa quella passata, essere presi per mano dall’artista e lasciarsi andare, con una sensazione di sincerità rara e preziosa.
E poi il pubblico. Non era uno spazio enorme e quindi le persone non erano tantissime, ma di certo erano convinte, ricche di caldo entusiasmo. Ho avuto quella bella sensazione che cantante e pubblico guardassero nella stessa direzione, sensazione che declinata in un contesto limitato a qualcosa di meno grandioso ma più genuino.
Bravo Brunori, Barolo ti si addice, lontano dalla tua terra ma non estranea al tuo modo di stare sul palco. O forse si addice a me…
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