Si sa che Natale fa rima con bontà. Nel periodo natalizio sono due le faccende importanti: i regali ed essere più buoni. Di solito in rete trovate suggerimenti per quanto riguarda i regali, noi invece vi proponiamo cinque prove per essere più buoni, prove concrete e tutto sommato realizzabili. Non abbiamo detto facilmente eh, difficoltà da superare sono presenti, altrimenti che prove sarebbero?
A Natale dobbiamo essere più buoni, lo vuole la tradizione, lo si sente dire per le strade e in televisione, insomma è la festività che permette a tutti noi di espiare un anno di brutalità perpetrate immotivatamente. Ma cosa fare per dimostrare la rinnovata spinta alla bontà? Quali gesti compiere per entrare con tutto il proprio essere nello spirito natalizio? Insomma, cosa bisogna fare per essere più buoni?
Proprio qui interveniamo noi. Perché decidere da sé per se stessi non va bene, rischieremmo di non dare una sterzata alla direzione che abbiamo preso durante tutto l’anno, tenderemmo a ripetere gli stessi gesti dicendoci che sono buoni per concludere che siamo già buoni senza fare nulla di diverso. Altra trappola dietro l’angolo è quella di considerare buoni gesti che non compiamo durante l’anno ma che in realtà sono minuzie, gesti normali che solo il nostro essere bastardi dentro può permettere di considerare particolarmente adatti alla bontà natalizia.
Ecco allora che vi proponiamo cinque passi per essere più buoni, cinque prove da superare per entrare davvero nello spirito natalizio, nello stato d’animo che vostro signore Gesù che sta per nascere vorrebbe per gli uomini di buona volontà. Non sono in ordine di importanza né cronologico, sono in ordine sparso, potete compierli come meglio credete.
- Perdonare chi ha votato diversamente da voi al referendum. Il recente referendum ha acceso l’animo politico in coma vegetativo degli italiani. Abbiamo visto gente che ha sempre avuto un’informazione ridicola sulle questioni politiche eclissarsi dal mondo per studiare libri inerenti al voto imminente; persone che hanno sempre sguazzato nel qualunquismo perorare la causa come ne andasse della sopravvivenza del mondo; abbiamo assistito a serate in cui si è discusso per più di dieci minuti di politica e, guardando i volti dei dialoganti, ricordare le loro facce annoiate non appena accennavamo ad un argomento pseudovagamentepolitico. Anche dopo il voto si sono verificate esultanze e disperazioni scaturite da coscienze politiche risvegliate da un sonno pluridecennale.
È stato tutto molto bello, più che altro inedito, ma ora basta. Chi ha votato diversamente da voi non è un nemico, non ha messo a repentaglio la vita dei vostri cari, l’Italia sopravviverà e voi con lei, seppellite l’ascia di guerra, spegnete il vostro fuoco politico, capiamo che non lo sapete gestire perché non l’avevate mai provato sulla vostra pelle, ma calmatevi, prendete un bel respiro e guardate vostra sorella, vostro marito, il vostro amico come avete sempre fatto, il solito stronzo ma incapace di far esplodere una nazione. - Salutare un rom. Quando qualche rom al semaforo, fuori da un bar, all’uscita di un supermercato vi porge la mano per chiedere l’elemosina, salutatelo. Non vi stiamo dicendo di dare dei soldi, ognuno faccia come meglio crede, ma anche rifiutandogli il vostro denaro salutatelo andandovene via. Se ci riuscite provate addirittura ad augurargli buona giornata, anche se capiamo che l’augurio è una prova che solo i più audaci potranno superare, se non lo farete non avrete fallito, il saluto sarà sufficiente.
Vorremmo ricordarvi che quando si saluta naturalmente il tono deve essere gentile, non vale dire un ciao incazzato, pieno di un rancore profondo, deve essere un saluto gentile, sempre che ricordiate come si fa. - Reputare un nero uguale ad un bianco. Sappiamo cosa state pensando: già lo fate. Ma non è davvero così, perché quando dite di volerli aiutare a casa loro, per esempio, significa che non li volete qui. E non nascondetevi dietro al lavoro che manca agli italiani, il fatto è che non vi piacciono i negri. Dunque quando ne vedete uno osservatelo attentamente (i bambini sono esclusi dalla prova, fanno tenerezza i cuccioli di tigre quindi la faranno anche i cuccioli di nero), guardatelo in tutta la sua negritudine così scura e così diversa da voi, con quei capelli tanto arricciati, con quelle labbra oltremodo pronunciate, insomma in tutto il suo essere negro ma proprio negro. Bene, ora andate in profondità dentro di voi, oltre i vostri più nascosti pregiudizi, al di là delle più contingenti paure, e dite a voi stessi: è come me, è un essere umano come me e in nulla inferiore.
Questa prova richiede una capacità di autovalutazione spiccata, saprete solo voi, senza riscontro esterno, se avrete superato la prova. Ma siamo sicuri che non barerete, quando ce l’avrete davanti non riuscirete a mentire a voi stessi, basta che lo osserviate attentamente. - Abbracciare un gay. Fate questo gesto come se fosse una persona normale e non l’invertito a cui piacciono quelli dello stesso sesso. Alla fine guardatelo, ha due gambe, due braccia, due occhi, insomma è fatto come voi, non ha nulla di diverso. Certo ha gusti differenti in fatto di sesso, ma questo particolare non lo vedete e questo vi aiuterà a superare la prova con una certa facilità.
Badate però che sia un abbraccio caloroso, senza allontanare la zona pelvica e con una durata congrua a un bell’abbraccio. Vi rassicuriamo sul fatto che non cercherà di saltarvi addosso e che non vi contagerà. Le prove che vi stiamo proponendo non mettono a repentaglio nulla di quanto avete costruito con i mattoncini del vostro pregiudizio, dopo Natale potrete tornare tranquillamente alle vostre abitudini. - Guardare un islamico senza paura di esplodere. Per questa prova è previsto un aggiramento preventivo di un problema. Come facciamo a sapere se quello che abbiamo davanti è islamico? Potremmo chiederglielo, ma quello giustamente potrebbe mandarci a fanculo. La soluzione è in noi, perché quel che conta in queste prove è ciò che crediamo non ciò che è, quindi prendetene uno colorato ma non troppo o per comodità prendete una donna con il velo se proprio volete attenervi il più possibile alla realtà. Bene, sedetegli di fianco, disinvolti e senza il timore di saltare in aria da un momento all’altro. Dovete stargli vicino per almeno un quarto d’ora, non è che vi potete avvicinare e poi subito scappare via, non funziona così.
La prova sarà superata solo se non si manifesteranno i seguenti sintomi: sudore freddo le cui gocce percorrono tutta la schiena e vanno a rintanarsi nel fondo di essa; palpitazioni tipo infarto in corso; movimenti a scatto; risata isterica e immotivata. Naturalmente sono banditi i medicinali come rimedio, il doping inficerà il risultato.