MotoGP 2016, Pagelle Gp Le Mans – Jorge Lorenzo vince, podio Suzuki, crollo Ducati

In Francia Jorge Lorenzo domina un weekend pressoché perfetto. Dietro di lui un ottimo Rossi in rimonta e un Vinales che regala alla Suzuki il primo podio dopo otto anni. Ducati perde Iannone e Dovizioso per caduta nella sua pista più favorevole, ma ritrova un Petrucci “in palla”

Jorge Lorenzo vince a Le Mans e corona così un weekend pressoché perfetto. Rossi limita i danni agguantando un secondo posto che vale oro e Maverick Vinales piazza la zampata portando finalmente Suzuki a podio. Questa la sintesi di una gara che nel mezzo ha visto autoeliminarsi tre possibili protagonisti.

Jorge Lorenzo 10 – C’è poco da commentare. Record della pista, pole e vittoria a mani basse, oltre 10 secondi rifilati al compagno di squadra e una dimostrazione di forza esagerata. Jorge prende e se ne va subito, il suo ritmo è alter sport per tutti, sul podio fa la linguaccia e interagisce persino con Rossi. Del resto, se vinci così c’è poco da fare gli incazzati.

Valentino Rossi 8 – La rimonta si meriterebbe un nove, però è indubbio che il settimo posto in qualifica e gli oltre dieci secondi pagati dal suo compagno di squadra sono un passo indietro rispetto alla bellissima gara di Jerez. Ormai è un dato di fatto: se Rossi è lento il venerdì, sicuro va piano anche in qualifica, con tutto quello che ne consegue. Questo è un problema che va risolto, anche perché oggi, il buon Vale aveva tutti i numeri per giocarsela. In ogni caso, il vecchietto è sempre lì, ha voglia e, soprattutto nella bagarre dei primi due giri, fa vedere che pur con 37 primavere sul groppone, se c’è da fare a spallate, lui resta sempre “il ras” della MotoGP. A fine gara prende per il culo Lorenzo scimmiottando la dichiarazione che Jorge fece a Jerez in merito al problema riscontrato con le Michelin (QUI il video). Ma quando lo troveremo un altro così?

Maverick Vinales 9 – Ok, senza le cadute di Iannone, Dovizioso e Marquez, forse per il podio avrebbe dovuto aspettare ancora qualche gara. Invece oggi ha girato tutto per il verso giusto e per lo spagnolo e la Suzuki è arrivato un risultato storico. Per Maverick il futuro sembra essere in discesa (al 90% sarà lui al fianco di Rossi sulla M1 ufficiale), idem per la Suzuki che sembra crescere alla grandissima. Gli unici problemi li avrà il cardiologo di Brivio: ogni volta che lo inquadrano, con quegli occhi spiritati e la tensione alle stelle, a me vien sempre voglia di chiamare il 118.

Daniel Pedrosa 6 – Fa quarto e già questo pare un miracolo. Mai pericoloso, mai proattivo, pare l’ombra del pilota che lo scorso fine campionato dava filo da torcere a tutti. Se non altro però, non si è ancora fatto male e pare aver sviluppato un culo mostruoso: lui corre piano, gli altri cadono, lui fa punti. Come strategia, a pensarci bene, non è male.

I caduti 4 – Andiamo con ordine: Iannone finisce in terra dopo due giri in cui ha fatto il diavolo a quattro per non perdere metri da Lorenzo. Considerando come è finita, considerando che la sua Desmosedici è una mangiagomme, l’unico pensiero che mi viene in mente è: (ancora) tanto testosterone e (ancora) poca testa. Quella francese è l’ennesima occasione persa dopo un weekend in cui il pilota di Vasto ha dimostrato di potersela giocare coi primi. Dovizioso e Marquez, invece, cadono in sincrono, con il secondo che sembra essere stato beffato da un leggero errore di traiettoria del primo. Posto che l’errore ci sta, questo ennesimo zero in casella per il Dovi pesa come un macigno: ok il cuore, ok la sfiga, ok le Michelin, ma il dato è che quest’anno il forlivese è arrivato al termine di una gara solo 2 volte su 5 (e in una di queste due ci è arrivato a spinta…). Davvero troppo poco. Lo stesso discorso vale per Marquez che, con soli tre punti portati a casa (a differenza del Dovi è riuscito a ripartire), perde la vetta della classifica. Lui queste battute a vuoto di solito le paga in termini di tranquillità e, se a questo ci aggiungiamo il fatto che la sua moto non è al top, il rischio di “toppare” ancora è decisamente alto. Ultimo voticino, 8, a Danilo Petrucci che torna da un infortunio e fa settimo. Quella del Petrux, in pratica, è l’unica Ducati in pista, chapeau.

Chiudo queste pagelle svelandovi che la vittoria di Jorge Lorenzo non l’ho vista sul divano come sono solito fare, ma da un aeroporto. Più precisamente da Almeria, di ritorno da un test di una moto che mi ha fatto tornare indietro di 10 anni da quanto è divertente e ignorante. La foto che vedete qui sotto immortala la “crème del giornalismo moto italiano” che si gusta la gara sulle potroncine della sala d’attesa. Immaginatevi la scena: un gruppo di ultratrentenni e ultraquarantenni (più un paio di giovani e un “nonno” che in quanto a impennate ci mette in fila tutti) che alle ore “quattordicizerozero” si catapulta fuori dal pullman e corre con borsoni e tutto il resto alla ricerca di un wifi disponibile per non perdersi la partenza della gara. Tutti appollaiati davanti a un Macbook per vedere Rossi e Lorenzo (beh, più Rossi, ma che vuol dire), se non è passione questa…

Su massimo miliani

Ho il CV più schizofrenico di Jack Torrence, per questo motivo enunciare qui la mia bio potrebbe risultare complicato. Semplificando, per lo Stato e per l'Inpgi, attualmente risulto essere giornalista.

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