Pagelle MotoGP 2017 – Lo spagnolo della Honda in Texas mantiene la tradizione e vince per il quinto anno di fila. Secondo uno straordinario Valentino Rossi che sul finale riesce ad avere la meglio su Dani Pedrosa, terzo. Male Vinales, caduto nelle battute iniziali e le Ducati, ancora parecchio indietro
In Texas Marc Marquez torna alla vittoria dimostrando ancora una volta che, quando la MotoGP arriva negli Usa, puntare su di un vincente diverso dal Cabroncito, è una mossa da fessi. Dietro il numero 93 si piazza un solidissimo Valentino Rossi che, grazie alla sua costanza e alla caduta di Vinales, si prende meritatamente la testa della classifica. A chiudere il podio Dani Pedrosa, finalmente competitivo e (l’unico) capace di dare del filo da torcere a Marquez. La top five è chiusa da Crutchlow, ormai a suo agio ai piani alti e e da Zarco, che ormai non si può neanche più definire una sorpresa. Ma andiamo con le pagelle:
Marc Marquez 10 – Già vederlo guidare è sempre bello, ma ammirarlo ad Austin è un’esperienza unica. Praticamente è padrone di tutto, della moto, degli avversari, dei rischi che se presi da lui sono tutto tranne che rischi. Per usare un’immagine a me sempre molto cara: spicca per imponenza come una modella lettone catapultata in un villaggio di pigmei. Anche stavolta, purtroppo, non c’è stata la tanto attesa sfida con Maverick Vinales: la sensazione è che quando quei due incroceranno le ruote ci sarà parecchio da divertirsi.
Valentino Rossi 10 – Essere maturi vuol dire anche sapere aspettare. Rossi ad Austin ha preso il massimo capitalizzando al meglio una moto a posto e una scelta di gomme ottimale. Fa sfogare il piccolo Pedrosa e poi, appena gli è stato possibile, lo ha passato ottenendo un secondo posto che vale oro. Va detto, vincere non era possibile, così come non lo era nemmeno in Qatar e Argentina; troppo forti Marquez e Vinales, soprattutto quando sono in palla e non si autoeliminano. Eppure, Rossi dopo tre gare è primo in classifica, non molla un cazzo e a differenza dei due fenomeni spagnoli sembra totalmente immune all’errore. Inutile ribadire che Valencia è lontana, il campionato è lunghissimo e bla bla. Inutile ribadire che non succede, perché è ovvio che non succede. Ma se invece dovesse succedere sarà bellissimo.
Dani Pedrosa 9 – Quando pensi che non ci siano più chance da dargli, Pedrosino si ricorda di essere uno dei più forti piloti al mondo e tira fuori una di quelle prestazioni da farti mangiare le unghie. Si tratta della svolta oppure il piccolo Dani tornerà nell’anonimato a partire già dal prossimo GP? E chi lo sa, la costanza di Pedrosa è più imperscrutabile della casella mail di quella volpe di Di Maio.
Crutchlow e Zarco 9 – Cal ormai si è abbonato a prestazioni lineari e di alto livello. Anche in Texas, ad esempio, non si è prodotto in picchi ma si è “limitato” a ottenere il massimo dalla sua Honda. Forse che lo psichiatra ha davvero azzeccato il cocktail di farmaci? Chissà, le prossime gare saranno indicative. Se Cal è una certezza, Zarco ha dimostrato ancora una volta di essere per distacco uno dei debuttanti più forti degli ultimi anni: guida bene e non ha paura di sbagliare, nemmeno al cospetto di sua maestà Rossi a cui rifila un tentato sorpasso decisamente rischioso.
Ducati 4 – Dovizioso sesto e Lorenzo nono sono l’indicatore di una moto che invece di crescere e consolidarsi sembra aver preso una piega (di sviluppo) quanto meno oscura. La Desmosedici non migliora e se Lorenzo che annaspa nelle retrovie era preventivabile, almeno per queste prime gare, vedere Dovizioso sudare freddo per ottenere risultati che lo scorso anno sembravano più alla portata è decisamente sconfortante.
I cappelli da Texano 4 – Rossi, forse per via dell’età avanzata, col cappellaccio da mandriano stava pure bene. Marquez, invece, mi ha ricordato uno di quei bambini irritanti a cui i genitori comprano ogni sorta di gadget solo per farli stare zitti. Per quanto riguarda Pedrosa… beh, secondo me è maltrattamento di minore.
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