Andrea Dovizioso vince la terza gara stagionale resistendo a un attacco disperato all’ultima curva di Marc Marquez. Una vittoria che fa bene alla Ducati ma che soprattutto certifica una dato incontrovertibile: il Dovi ora non può più nascondersi
Inizio svelandovi che questa gara l’ho vista in un bar di Minorca, isola meravigliosa dove sto passando le vacanze. Un bar di mare con un bel televisore e tanto pubblico ispanico, qui, del resto, sul baule delle auto non c’è mica il 46, qui trova posto prevalentemente il 93. Ebbene -e me ne fotto se posso sembrare quello che non sono, e cioè un invasato che grida fratelli d’Italia solo quando c’è in ballo lo sport- io quando il Dovi è passato sul traguardo mi sono alzato in piedi urlando un “ma vai, ma vieni” con eloquente gesto delle mani che Giovanni Storti levati proprio (qui link). Vabbè, una goduria, una di quelle che non provavo dai tempi di Italia-Nigeria del 94, partita che vidi in un bar di Marina di Ravenna, accerchiato da ambulanti nordafricani e dove Roberto Baggio mi portò in quello che sembrava essere davvero il paradiso di noi sconsacrati. Ma basta divagare, andiamo con ordine e andiamoci anche spediti, che ho una partita a racchettoni da completare.
Andrea Dovizioso 10 – E sono tre. Un numero perfetto oltre che limite. Limite perché quando ne fai tre in campionato beh, non è che puoi più nasconderti. E in effetti qui c’è ben poco da tenere nascosto, la Desmosedici nelle “sue piste” va alla grande e ora Dovizioso sembra crederci molto, ma molto di più. Questa vittoria sancisce qualcosa di netto: ora per il campionato c’è anche il forlivese.
Marc Marquez 9,5 – E che gli vuoi dire? Fa tutto alla grande tranne l’ultima curva, ci prova con un numero suicida (se così non fosse, non sarebbe lui) ma poi vederlo scherzare con Dovizioso al parco chiuso è una gioia per questo sport che in questi ultimi anni ha preso una piega un po’ troppo acida. Io, in ogni caso, resto della mia idea, il campionato lo può perdere solo lui.
Dani Pedrosa 8,5 – Il mio amatissimo cucciolo di uomo oggi ha confermato un dato di fatto: se la seconda guida va benissimo, vuol dire che la moto è una bomba. E la RC213 lo è, pochi cazzi. Poi oh, io ci spero sempre e se Pedrosa, che comunque è sempre lì, quest’anno dovesse fare il colpaccio, io ve lo giuro, dalla gioia potrei persino promettere un corsa nudo da Lambrate al Castello Sforzesco (Aga segnatela).
Jorge Lorenzo 9 – Il maiorchino è passato dallo stato di impotente totale a quella di eiaculatore precoce. Se prima faceva cagare per tutta la gara, ora è un paio di GP che mostra dei primi giri tarelli quanto un Rocco imbottito di Viagra. Poi, vabbè, si ammoscia e si raggrinzisce in un nanosecondo, come quei palloncini che vinci al luna park dopo aver tirato giù i barattoli al tirassegno. A volerla vedere con gli occhi di un’ipotetica fidanzata, comunque, è un gran bel passo avanti. Dai Jorge, dai che ‘sta Desmosedici è una gran moto!
Yamaha 5 – Come direbbe il mitico Guido Nicheli: NCS, non ci siamo. La moto non va, o per lo meno, non va come vanno Honda e (a volte) Ducati. Se questa cosa la può digerire un Vinales, che ha poco più di ventanni e tanto tempo davanti a sé, non la può accettare Rossi, che di cartucce, causa età, ne ha sempre meno. Di ‘sto passo, la decima si fa un miraggio.