Pagelle MotoGP – Maverick Vinales vince il GP d’Argentina, caratterizzato da un harakiri collettivo che ha coinvolto gran parte dei big in pista. Dietro di lui Rossi capace di cancellare la domenica i drammi del sabato e spiritello Cal che si riprende bene dalla “buca” qatariota. Fuori le Honda e le Ducati ufficiali
Alla sagra della caduta argentina, Maverick Vinales certifica, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che la M1 è la moto perfetta per lui e che, se dietro si attardano ancora un po’, per il mondiale di storia ce ne sarà ben poca. Dietro di lui arriva Rossi, per la seconda volta miracoloso nel riuscire a raddrizzare in gara un weekend da tregenda. Chiude il podio Crutchlow, pulito e ordinato per tutta la gara. Il GP di Argentina da un lato ribadisce il predominio Yamaha, dall’altro invece, segna il tonfo clamoroso delle Honda (Marquez e Pedrosa out) e di Ducati dove Lorenzo è volato fuori alla prima curva e Dovizioso è stato steso, senza colpe, da Espargaro.
Maverick Vinales 10 – E che gli devi dire? Fa bene nelle libere, sbaglia qualcosina in qualifica e va a stravincere in gara. Dice, epperò Marquez è caduto e chissà come poteva andare a finire. Eh, forse, però anche sticazzi. Nelle corse vince prima di tutto chi resta in piedi e la caduta di Marquez, non serve essere fini psicologi per immaginarlo, è figlia anche della pressione che lo spagnolo della Yamaha è riuscito a caricare sulle spalle del Cabroncito.
Valentino Rossi 10 – Un tempo c’era la leggenda della “gommina da gara” a risolvere i weekend di Rossi, oggi mi domando a cosa potrebbero appellarsi i suoi detrattori. Perché è vero che i sabato notte nel box numero 46 hanno un che di magico visto come riescono a trasformare la moto dopo prestazioni in qualifica orride, però è anche vero che Rossi è sempre lì, ha 16 anni più di Vinales e nonostante ciò mantiene un polso destro pesante e fatato. Non meniamogli sfiga, il campionato è lungo, ma la costanza che dimostra mi fa venire in mente il grande Artemio: “Ci sono interessanti prospettive per il futuro”. Certo là davanti bisogna che rallentino un filo…
Cal Crutchlow 10 – Dopo la caduta in Qatar, Cal porta sul podio la sua Honda (privata). Un risultato ottimo per lui e per Cecchinello. La sua è stata una gara lineare e intelligente, ha dato il massimo senza che la vena arrivasse alla chiusura totale.
I caduti – Che dire, me li immagino Kanemoto e Dall’Igna, seduti uno affianco all’altro al bar dell’autodromo a sfondarsi di chupiti mentre bestemmiano alla luna. Il giapponese ha più di un motivo per affilare la katana, Pedrosa e Marquez cadono da soli, con Marc che scivola mentre stava letteralmente demolendo gli avversari. Asfalto imperfetto o semplicemente troppa voglia di strafare non lo sappiamo, però questo è uno 0 in casella molto, molto pesante. Dall’Igna invece, sarebbe il caso che facesse armi e bagagli e scappasse il prima possibile dall’Argentina: Dovizioso viene steso ancora una volta e, come lo scorso anno, senza colpe. Questa volta a buttarlo giù è stato Aleix Espargaro (incolpevole, anteriore che si chiude e grande gara fino a quel momento), lo scorso anno invece fu Iannone, lui sì con qualche colpa, che mise fine alla gara del forlivese con un tentativo di sorpasso alla viva il parroco. Lorenzo invece cade esattamente nella stessa curva dello scorso anno, questa volta però a pochissimi metri dal via. Il tutto a concludere un weekend che definire difficile è un eufemismo.
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