Come la donna dovrebbe seguire una partita di calcio

Come la donna dovrebbe seguire una partita di calcio

Oggi proponiamo saggi consigli per le donne che desiderano guardare una partita di calcio di fianco ad un uomo. Sono piccole accortezze che costano poco ma daranno grandi vantaggi, in fondo non serve molto, è sufficiente adottare qualche piccola accortezza perché fili tutto liscio. Siamo sicuri che potrete farcela, che dentro di voi alberghi il potenziale per non cagare il cazzo durante una partita di calcio.

Sia ben chiaro che non vuole essere un pezzo sessista. Non perché il sessismo non alberghi in me come in qualsiasi italiano medio di sesso maschile, per di più di cristalline origini calabresi (così ci mettiamo un po’ di preconcetto regionale che non guasta mai), ma perché è statisticamente probabile che una donna si interessi meno di calcio di quanto faccia un uomo. Bisogna poi aggiungere che tra le poche che se ne interessano sono ancor meno quelle che lo fanno con la stessa passione e costanza degli uomini, i quali, di contro, sono certi di essere tra i massimi esperti. Ogni uomo italiano che segue il calcio è convinto di saperne più degli altri, anche se poi sono pochi quelli che davvero saprebbero esporre pareri tecnicamente rilevanti e, naturalmente, il sottoscritto non fa eccezione: pronto a pontificare su ogni singola azione senza avere una reale cognizione di causa. Ma non è questo il punto, almeno non in questa sede, la situazione che ci interessa è quella in cui un uomo medio italiano guarda una partita (possibilmente quella della squadra del cuore) e una donna qualsiasi (ragazza, moglie, amica, sorella, cugina, madre, sconosciuta) si trova nella stessa stanza. Ecco alcune piccole regole da seguire per non irritare l’allenatore seduto sul divano:

Non chiedete delucidazioni sulla regola del fuorigioco, per almeno tre ragioni: 1) ogni anno apportano nuove sfumature per non chiudere le polemiche; 2) metà dei maschi non la conosce perfettamente, l’altra metà non la sa spiegare; 3) tanto alla fine non la capireste mai, credo sia un blocco genetico o imposto dal creatore

Non fate finta di tifare, l’indifferenza non arreca danni all’umore, ma l’esultanza e il dispiacere falsi sono istigazioni alla violenza

Non continuate a passare davanti al televisore ogni due per tre, voi credete di occupare la visuale solo per un istante, ma un istante moltiplicato per enne volte si trasforma in dispetto bell’e buono

Smettetela di cagare il cazzo sulle abitudini durante la partita: non è possibile fumare di meno, bere di meno, bestemmiare di meno, sono tutti elementi integranti dei novanta minuti

Evitate commenti sull’aspetto estetico dei giocatori, non per un’eventuale banalissima gelosia, bensì perché andrete fuori tema dimostrando una volta di più che non ve ne frega una mazza della partita in corso; inoltre farete credere al maschio medio di essere affascinante in pantaloncini su un campo di calcetto, quando in realtà sono in pochi a sostenere tale ruolo sia per questioni estetiche che tecniche

Non preoccupatevi per i calciatori che rimangono a terra dopo un contrasto, prima di tutto perché trattasi quasi sempre di una sceneggiata, in secondo luogo perché l’arena esige sudore, dolore e sangue

Non chiedete ad ogni partita cosa succederà se la squadra dovesse vincere o perdere (so che il pareggio è un concetto complesso da digerire per voi), fate conto che è sempre meglio vincere, poiché se non si vince non è comunque andato tutto liscio

Non fate troppo affidamento sui mutevoli umori del maschio, un’imprecazione non corrisponde per forza a qualcosa di grave, la calma non nasconde sempre una situazione favorevole

Evitate di consolarlo dopo una sconfitta o dopo un gol subito, visto che non potete capire andreste cercando un’empatia impossibile, rischiereste anzi di aprire la porta a problematiche nascoste sotto il tappeto

Evitate come la peste di affrontare qualsiasi discussione che vada oltre al concetto: ti apro un’altra birra?

La scaramanzia non è qualcosa di cui ridere, ma un rituale da rispettare e a cui riconoscere sacralità[yikes-mailchimp form=”3″ title=”1″ description=”1″]

Su Giuseppe Ponissa

Aga la maga; racchetta come bacchetta magica a magheggiare armonie irriverenti; manina delicata e nobile; sontuose invenzioni su letto di intelligenza tattica; volée amabilmente retrò; tessitrice ipnotica; smorzate naturali come carezze; sofferenza sui teloni; luogo della mente; ninfa incerottata; fantasia di ricami; lettera scritta a mano; ultima sigaretta della serata.

Un commento

  1. Ma che schifo di testo, non avete niente più interessante da pubblicare??

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