Come guarire l’orgoglio ferito dall’età

Come guarire l’orgoglio ferito dall’età

Uno degli effetti più deleteri, forse il peggiore, del tempo che scorre è il ferimento dell’orgoglio. L’età riesce a ferire il nostro orgoglio in così tanti modi che ad elencarli tutti ci vogliono altri anta. Cercherò dunque di suggerire qualche via di scampo ad alcune cause di questo fenomeno inevitabile e cocente.

L’orgoglio ferito

La ricetta che propongo oggi è indicata per un certo tipo di persone, quelle che, sì dai, quelle che hanno già dato il meglio, quelle che hanno un passato, insomma quelle che sono entrati negli anta. Chi scrive sa di cosa si tratta, quindi non preoccupatevi, non è una presa per il culo. Per quelli che ancora non ci sono arrivati, un bel beati loro e un sonoro vaffanculo, non è una ricetta per giovani.

Uno degli effetti più deleteri, forse il peggiore, del tempo che scorre è il ferimento dell’orgoglio. L’età riesce a ferire il nostro orgoglio in così tanti modi che ad elencarli tutti ci vogliono altri anta. Cercherò dunque di suggerire qualche via di scampo ad alcune cause di questo fenomeno inevitabile e cocente.

1. Non riesci più ad ottenere prestazioni sportive decenti

Non te ne curare, tanto non sei mai stato un campione, neppure quando eri giovane, altrimenti avresti i bei ricordi a cui aggrapparti. Sarà anche vero che non riesci più ad ottenere gli stessi risltati sportivi, ma, se non sei stato un fenomeno prima, che ti frega di essere un atleta mediocre ora?

2. Non riesci più a bere come un tempo

In questo caso ti si parano davanti tre possibilità, puoi scegliere quella che meglio si adatta alla tua indole. Usa:

a. L’astuzia. Fai credere, durante la serata, che stai bevendo più di quanto tu non stia effettivamente bevendo. Per esempio puoi aumentare il conteggio dei bicchieri, rigorosamente ad alta voce così che tutti sentano; assentati mezz’ora con qualche scusa e al ritorno dichiara di averne bevuti due con un conoscente incontrato per caso

b. La saggezza. Bevi gestendo il tuo corpo, non berrai come prima ma arriverai a fine serata sbronzo, come da programma, e in piedi. Si tratta di mera sopravvivenza, sii indigeno in questa terra desolata fatta foresta amazzonica

c. La tattica kamikaze. Fai tuo il motto juventino fino alla fine e bevi come un tempo, come non ci fosse un domani, dacci dentro finché ne hai. Alla quella fine, come la Juve, sbatterai contro un muro, spera almeno che sia in finale e non agli ottavi

3. Le giovani ragazze ti guardano come un vecchio attrezzo vintage

Adotta quello sguardo che sottintende esperienza al servizio del gentil sesso, come a dire: ne sono passate di prede da questi artigli, ognuna di loro mi ha insegnato qualcosa ed io ho lasciato ad ognuna un ricordo indelebile. Se non sai fare quello sguardo dichiaralo apertamente guardando nel vuoto come se ricordassi nottate selvagge.

4. L’estraneità ai social

Quando ti fanno una domanda sul tuo ruolo social non hai scampo, devi arroccarti dietro la linea del rapporto personale: sai, io sono abituato ad avere a che fare con le persone vere, è così che ci si conosce veramente. Se hai profili social per carità non dichiararlo, agli occhi di un giovane il tuo profilo apparirà come un refuso del secolo scorso, quando i social non c’erano.

6. Non conosci Justin Bieber (sempre che non sia già passato) ma citi a memoria la discografia dei Pooh

Ci sono cose di cui puoi tranquillamente andare orgoglioso: l’ignoranza su Bieber devi appuntartela sul petto come una medaglia d’onore. Il problema vero è che conosci così bene i Pooh, ma qui la falla non sta nell’età, è un baco di produzione.

7. Alle 23.00, invece di intraprendere un tour dei locali più in voga, ti cala inesorabilmente la palpebra.

Il signore Iddio o la natura hanno avviato un ciclo vitale ben chiaro: di giorno si vive e di notte si dorme. Se decidi di non stravolgerlo è solo il segno di quanto ti sei addentrato nella conoscenza più profonda, del velo che ti sei levato dagli occhi. D’altronde l’essere umano non va in letargo, non hai mesi per recuperare da quella maledetta serata, ma ore che ti separano da impegni male assortiti.

8. Ti sei scoperto a dichiarare che “sì, ok, Mia Khalifa è bravissima, Valentina Nappi pure, ma vuoi mettere le interpretazioni di Moana e Milly d’Abbraccio?”

Assolutamente naturale, quasi giusto. Le dive con cui sei cresciuto resteranno indimenticabili e irraggiungibili, perché l’arte che vivi negli anni della formazione è quella che incide il proprio marchio sul tuo cuore, quella che ti ha reso l’uomo che sei ora. E poi andiamo, vuoi mettere? La Nappi può solo guardare il didietro a Moana.

p.s. Ringrazio Massimo per i suggerimenti, d’altronde si sta appropinquando a passi da gigante agli anta, inizia a sentire l’odore di vecchio sulla sua pelle anche lui.

Su Giuseppe Ponissa

Aga la maga; racchetta come bacchetta magica a magheggiare armonie irriverenti; manina delicata e nobile; sontuose invenzioni su letto di intelligenza tattica; volée amabilmente retrò; tessitrice ipnotica; smorzate naturali come carezze; sofferenza sui teloni; luogo della mente; ninfa incerottata; fantasia di ricami; lettera scritta a mano; ultima sigaretta della serata.

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