Come ascoltare gli altri

Come ascoltare gli altri

Capita spesso di ritrovarsi in situazioni in cui chi ci parla ci sta annoiando a morte, ci sta propinando discorsi insulsi o inutili. Perché se è difficile essere un buon ascoltatore, lo è altrettanto essere un buon parlatore; e comunque anche i buoni parlatori ogni tanto si dimenticano di esserlo.

Ascoltare gli altri, in questo mondo che gira sempre più vorticosamente è una pratica ormai dimenticata. La soglia di attenzione è sempre più bassa e se non si riesce nemmeno a mantenerla per leggere un libro, figuriamoci per ascoltare le istanze del prossimo. Si tratta quindi di una dote sempre più rara, scoprire una persona impegnata nell’ascolto di ciò che stiamo dicendo è una sorpresa sempre più insolita, mediamente dobbiamo fare i conti con un ascolto passivo e disinteressato.  Ognuno è preso dai propri problemi, dalle proprie incombenze pratiche, dai propri guai sempre un passo più importanti di quelli altrui.

E noi, che ascoltatori siamo? Mettiamo caso che fossimo ascoltatori provetti, di quelli che davvero si interessano a quel che ha da dire il prossimo. Bravi, in questo caso saremmo esseri umani migliori di molti altri, almeno sotto questo aspetto. Se invece fossimo come la maggiorate delle persone, cioè non siamo in grado di ascoltare quel che hanno da dirci le persone? Saremmo nella media, ascoltatori mediocri e incapaci di interessarsi alle sorti e alle opinioni altrui.

In qualsiasi caso, a meno di essere menefreghisti impuniti che amano sbandierare il proprio disinteresse, dobbiamo far fronte alla situazione cercando di nascondere eventuali pecche della nostra capacità. Anche nel caso che fossimo grandi ascoltatori, capita spesso di ritrovarsi in situazioni in cui chi ci parla ci sta annoiando a morte, ci sta propinando discorsi insulsi o inutili. Perché se è difficile essere un buon ascoltatore, lo è altrettanto essere un buon parlatore; e comunque anche i buoni parlatori ogni tanto si dimenticano di esserlo.
Purtroppo non sempre possiamo liberarci da questi dialoghi, a volte le circostanze avverse ci inchiodano all’ascolto, o almeno all’apparenza dell’ascolto. Ecco con quale stato d’animo affrontare alcune situazioni con parlatori molesti e piccole accortezze da adottare: se non possiamo fuggire almeno rendiamo la situazione più sopportabile.

Il compagno / la compagna

A prescindere da che tipo di parlatore sia il vostro partner, si sa che ci sono momenti in cui parla e non abbiamo cazzi di ascoltarlo; se così non fosse fatevi due domande sul vostro rapporto. Ebbene, qui le motivazioni vengono da sé. Innanzitutto eviteremo un litigio assicurato, magari l’ennesimo; conserveremo eventuali velleità di esercizio fisico; ci assicureremo il diritto ad ammorbare noi a nostra volta.

Mi raccomando, non guardate altrove o nel vuoto, tenete lo sguardo fisso sul partner e porgete un’espressione appassionata all’argomento. Per nessuna ragione al mondo sbuffate, è l’errore più comune e meno recuperabile.

I logorroici

Non potete scappare, tanto se è un logorroico l’unico modo per uscirne sarebbe troncare i rapporti. Quindi armatevi di rassegnazione e state lì a subire una tortura inevitabile: l’ineluttabilità vi rende meno colpevoli.

Non state lì a cercare di impostare la faccia all’attenzione, ai logorroici non importa che voi ascoltiate o meno, interessa solo parlare. Il grande vantaggio è che potete assentarvi completamente con la mente, non perderete nulla e non vi si imputerà nulla.

I tuttologi

Lo sai già che sanno tutto di tutto, sfrutta la situazione per vedere se riesci a carpire qualche informazione davvero utile; o almeno qualche chicca da poter riutilizzare quando ti farà comodo; o, ancora meglio, in questo sì che sono utili, assorbire le basi per avere un dialogo da pari a pari con un grillino.

Annuisci, sempre e comunque, non vorrai mica contrastare le teorie di un tuttologo.

I lamentosi

Sapete già che vi racconteranno di qualcosa che non va, che si lamenteranno di qualcosa: malanni, lavoro, amore, amici. Nulla va mai bene, sono gli sfortunati per eccellenza. Un incontro con loro può essere una buona occasione per iniettarvi una buona dose di ottimismo: dopo tutte ste presunte disgrazie, saprete affrontare la vita con positività almeno per una quota di minuti successivi pari ad un quarto del tempo speso ad ascoltarli.

Atteggiamento dispiaciuto, l’unico in grado di evitarvi un’accusa di insensibilità

I prolissi

Ogni minuto di conversazione viene dilatato fino ad un limite che si approssima all’infinito, il più insulso racconto si trasforma in epopea. L’unica vostra speranza è accomodarvi mentalmente ad assistere ad una lunga messa in scena, imponendovi di trovare pathos per non addormentarvi. E mi raccomando non cercate la luce in fondo al tunnel, è quasi sempre un abbaglio.

Non date segno di volerne sapere di più, non azzardate domande, non ridete troppo, non stupitevi, qualsiasi segnale di interessamento allungherà l’agonia oltre ogni vostra più funerea previsione.

I pettegoli

Vi raccontano fatti di cui non ve ne frega una mazza, è vero, ma possono essere gli interlocutori da cui ricavare più vantaggi. A patto che i pettegolezzi riguardino persone che conoscete pure voi, altrimenti si tratta di una vera disdetta. Potrete utilizzare le informazioni carpite su qualcuno in due modi: per ricatto o come moneta di scambio per ottenere altre informazioni.

Arrogatevi una statura morale superiore: a voi queste cose non interessano, odiate il pettegolezzo. Non sarete costretti ad ascoltare con attenzione.

Se avete dubbi su come affrontare altri tipi di interlocutori, scrivete pure alla redazione.

Su Giuseppe Ponissa

Aga la maga; racchetta come bacchetta magica a magheggiare armonie irriverenti; manina delicata e nobile; sontuose invenzioni su letto di intelligenza tattica; volée amabilmente retrò; tessitrice ipnotica; smorzate naturali come carezze; sofferenza sui teloni; luogo della mente; ninfa incerottata; fantasia di ricami; lettera scritta a mano; ultima sigaretta della serata.

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