Viaggi Last Minute, tre giorni a Edimburgo

Guida viaggio Edimburgo – Pubblichiamo con colpevolissimo ritardo il diario di viaggio della nostra Serena che, dato che non ha mai nulla da fare, questo capodanno se n’è andata tre giorni a Edimburgo. Ecco il suo racconto, tra variazioni di programma, ansia da mancia, cibi speziati e porticine colorate

Capodanno oltre Manica

La scelta della meta è stata completamente casuale. Avevo qualche giorno libero e mi sono detta: “Dove voglio andare?” La risposta è stata: “Scozia!” E così, dopo aver consultato una mia amica, abbiamo prenotato per Edimburgo a Capodanno.

Nel capoluogo scozzese ci ero già stata due volte, quando avevo rispettivamente quattro e cinque anni, con i miei genitori che – coraggiosamente per l’epoca – avevano deciso di fare uno “scambio casa” con una famiglia del posto. Loro si sono impossessati della nostra casa, della nostra macchina e di tutto quello che gli avevamo lasciato, e noi facemmo lo stesso. I miei ricordi, però, non andavano oltre al signore che girava con il carretto dei gelati, alla bandiera italiana che orgogliosamente avevo fissato alla finestra, alla moquette che era ovunque e ad un gigantesco – per me – castello gonfiabile rosa. Quindi insomma, di Edimburgo ricordavo assai poco ed era il caso di rinfrescarmi la memoria.

Vacanza all’insegna del low cost

Con volo Ryanair e una sistemazione ottima trovata presso una ragazza, tramite airbnb, posso dire che ce la siamo anche cavata con poco, circa 200 euro a testa, esclusi i pasti e i biglietti dell’autobus. Un’ottima spesa considerando che era Capodanno, ma soprattutto che, senza saperlo, avevo scelto una meta ambitissima, dove la festa di capodanno è tra le più famose d’Europa. I giorni che avevamo a disposizione erano davvero tre, dal 30 dicembre al 1° gennaio, con arrivo a mezzogiorno e ritorno in Italia alle nove di sera. Poco tempo, vero, ma l’abbiamo sfruttato meglio che potevamo e non ci siamo fatte mancare quasi nulla. Atterriamo in Scozia e facciamo subito i conti con quello che poi sarebbe diventato il nostro pensiero fisso dei tre giorni: avere le monete giuste per comprare il biglietto sull’autobus, senza lasciare troppe mance sparse al Regno Unito, dal momento che gli autisti non danno il resto (giustamente). Questa è stata un’ossessione, continuavamo a cambiare banconote per riuscire ad avere quella sterlina e 60 penny a testa, oppure 3,2 in due, ma alla fine devo dire che ne siamo uscite vittoriose!

Appena l’autobus ci lascia nel centro, ci fiondiamo nel primo pub a disposizione, molto tipico, e sì, da vere turiste ordiniamo fish and chips,! Ci portano questo piatto gigante, con un pesce enorme, ricoperto di patatine e accanto una manciata di piselli, che da quanto erano verdi sembravano finti. Ed effettivamente il sapore era abbastanza anonimo. Onoriamo il pranzo, non senza poca difficoltà, e iniziamo a capire come arrivare alla casa dove avevamo prenotato, per lasciare le valigie e girare più liberamente. Fortunatamente le indicazioni di Google Maps si sono rivelate utilissime, e una volta capita qual era la direzione giusta, siamo partite alla volta della nostra sistemazione, dove ad attenderci c’era una bella stanzetta tipica scozzese, la proprietaria Miriam e un micione piuttosto indipendente. La posizione si è rivelata ottima, davanti a casa c’era la fermata dell’autobus, il 16, e ci volevano circa 20 minuti per raggiungere il centro, durante i quali ti rifacevi gli occhi di posti nuovi e casette tipiche, ognuna con la porta di un colore diverso (ecco, questo è quello che io adoro) e di quasi tutte era possibile vedere l’albero di Natale illuminato alla finestra.

Lasciamo le valigie e torniamo in centro, dove visitiamo subito il centro storico, da Princess Street a Queen Street, dove stavano preparando tutto per l’Hogmanay, il grande festival musicale che si sarebbe tenuto per la notte di Capodanno, quindi il giorno dopo, e per l’occasione avrebbero chiuso proprio tutta quella zona. Non avendo comprato il biglietto, non saremmo potute entrare lì il giorno successivo, così ne abbiamo approfittato per vederlo subito e anche per cenare in uno dei tanti pub di Rose Street. Prima, però, ci siamo spinte verso il castello, passando per il grande Luna Park, comprensivo di ruota panoramica, tante giostre e anche un labirinto ricreato con alte siepi, e poi per la sede della Banca di Scozia. La stanchezza ha poi iniziato a prendere il sopravvento e ci ha fatto rifugiare nel pub sopracitato, dove a riscaldarci ci hanno pensato due pinte di birra scura, brasato e anatra cotta al sangue.

Gustata la cena, via a dormire sul presto per recuperare le energie in vista del 31 che è stato un vero e proprio non-stop. Il via è stato con una tipica colazione scozzese al Decon’s House Café con uova, bacon, pane tostato, burro, fagioli e la loro specialità “huggies, ovvero budella di non so esattamente quale animale. Che alla fine è tutto così speziato che si mangia senza problemi. La giornata è poi proseguita al castello, dove avevamo intenzione di passare almeno due ore visitandolo, ma ahimé non è stato possibile a causa del troppo vento. Allora abbiamo percorso il Royal Mile, abbiamo fatto tappa alla cattedrale di Sant Giles, ma neanche lì siamo potute entrare perché era in corso la funzione, e abbiamo tagliato il percorso imboccando il North Bridge, con l’obiettivo di arrivare al cimitero Old Calton Burial Ground dall’altra parte della strada. Ebbene, anche questo era chiuso!

Senza farci scoraggiare abbiamo ripiegato su Calton Hill, che abbiamo poi scoperto essere il primo parco pubblico di Edimburgo, e dove c’era una gran bella vista. Da una parte si vedeva la città, dall’altra il mare e un isolotto. Il vento è stato un nostro fedele compagno in questa giornata, ma fortunatamente eravamo ben coperte e non ci ha limitate. Una volta scese dal parco, abbiamo preso Regent Road e ci siamo dirette al Palace Holyrood, passando anche in un cimitero del 1800, che si è rivelato un posto decisamente affascinante.
Dopo aver visto da fuori il palazzo, la Queen’s Gallery e il parlamento, un edificio moderno e molto particolare, ci siamo infilate in un pub per pranzare, ovvero mangiare qualcosa di leggero – scottish salmon – prima di fare la pazzia del pomeriggio: raggiungere Arthur’s seat. Ecco, per questo non eravamo ben equipaggiate. È stata un po’ una mattata, ma siamo state determinate a portarla a termine, nonostante la pioggia, il vento e il fango che ci ha colorato scarpe e pantaloni. Non ci siamo lasciate intimorire da nulla e con i nostri tempi abbiamo raggiunto la vetta dell’ex vulcano, spento da oltre 325 milioni di anni che ci ha regalato una splendida visuale di tutta Edimburgo dall’alto. Neanche le foto, fatte con una Nikon qualunque, rendono bene l’idea, ma vi assicuro che guardare dall’alto i tetti di Edimburgo, il castello, il mare, il verde, con i muscoli delle gambe affaticate, dopo l’ultimo breve tratto che personalmente ho salito con l’aiuto anche delle mani, è stato uno spettacolo unico. Se passate da Edimburgo ve lo consiglio, e se lo fate con scarpe adatte è ancora meglio!

Questo fuori programma non ci ha permesso di arrivare a Leith, dove volevamo andare a vedere da vicino il mare, ma una bella merenda – lemon curd e cheescake al caramello – accompagnata con qualcosa di caldo da bere, ci ha rigenerate. Subito dopo siamo andate alla ricerca di un pub dove fare il nostro “cenone” di Capodanno, scoprendo che in Scozia la sera di Capodanno si fa una cena normale e dopo aver girovagato nell’unica zona accessibile, siamo entrate nel Frankenstein Pub, dedicato appunto al famoso mostro. Con ben 9 sterline a testa abbiamo fatto l’ultimo pasto del 2017, e alle ore 23.00, quando in Italia era già il 2018, ci siamo avventurate a cercare il posto migliore da dove apprezzare i famosi fuochi d’

artificio. Un po’ per caso, senza aver capito bene come esserci arrivate, ci siamo trovate esattamente sotto il castello, ci siamo appropriate di due posti su una panchina e abbiamo aspettato la mezzanotte. Nessun countdown ha dato il benvenuto al nuovo anno, bensì i fuochi d’artificio che sono stati lunghi e belli, e in cui il comune non ha certamente badato a spese. Io e la mia amica abbiamo brindato con due piccole lattine di Pinot Grigio, e abbiamo poi ascoltato il canto di Auld Lang Syne proveniente dalla zona chiusa della città. Il ritorno a casa è stato semplice ed efficiente, come tutto del resto in Scozia. Gli autobus notturni facevano servizio gratuito, trovarli è stato un gioco da ragazzi e l’organizzazione è una tra le cose che più ho apprezzato in Scozia.

Il 1° gennaio è stato il più lungo degli ultimi 15 anni per la sottoscritta. La sveglia è suonata sul presto, per dare l’ultimo saluto a Edimburgo, e affrontare poi il rientro. La mattina l’abbiamo trascorsa tra il quartiere di West End, il parco di Charlotte, le strade in discesa e in salita, un’altra colazione tipica, gli scoiattoli che ci attraversavano la strada, il silenzio classico del giorno di festa, e quel pizzico di malinconia per non voler già ripartire. Purtroppo però, la vita quotidiana ci richiamava alla realtà, e allora a malincuore ho lasciato Edimburgo, con i suoi fantastici paesaggi, con la sua erba così verde, con la sua grazia e la sua gentilezza, che mi ha permesso di vivere in un contesto fiabesco per qualche giorno, iniziando il 2018 con una carica in più.

Testo e foto di: Serena Zunino

Su Serena Zunino

Ligure d'origine, milanese di adozione, vivo le passioni in maniera viscerale - per la felicità di chi mi sta vicino - e sono curiosa come una scimmia

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