alvaro bautista

Superbike 2019: ben arrivato Bautista!

Il campionato delle derivate di serie è partito dal circuito di Phillip Island, in Australia, e nessuno avrebbe potuto immaginare un debutto simile di Alvaro Bautista alla guida della Ducati. Rea, spaesato, si è dovuto accontentare del secondo posto, ma attenzione che la pista australiana può ingannare i risultati…

Finalmente è iniziato il 2019! Per me l’anno nuovo inizia solo quando iniziano le corse, e non è un caso che fino allo scorso fine settimana scrivevo ancora 2018. Ci vuole tempo per la novità.

Comunque! Finalmente i motori sono tornati. Finalmente la Superbike è cominciata e, lasciatemelo dire, finalmente è arrivato un vero avversario per Jonathan Rea. Quattro volte campione del mondo (consecutivamente) alla vigilia di questa nuova stagione era facile pensare: “Ci tocca assistere ad un’altra stagione di dominio di Rea”. E invece no, Alvaro Bautista ha fatto vedere fin da subito cosa sa fare e lasciatemelo dire, ha “preso a schiaffi” Rea. Ok, è vero, la pista di Phillip Island è particolare ed è sbagliato tirare subito le somme, però è un dato di fatto che, nel primo round, tra i due non c’è stata storia.

Bautista ha dominato Gara1, Gara2 e anche la Superpole Race dove comunque in dieci giri un secondo a Rea l’ha rifilato, e l’inno spagnolo in Superbike era dagli anni di Carlos Checa che non lo sentivamo così spesso. Bautista, arrivato dalla MotoGP, ha vinto a mani basse nel primo appuntamento stagionale della Superbike, con la stessa “facilità” con cui Rea in questi anni ha inanellato successi uno dopo l’altro. E quello che ho pensato subito è stato: “Che spettacolo!” Finalmente di nuovo battaglie in pista, finalmente un risultato non scontato, finalmente quelle emozioni che per anni la Superbike ci ha regalato (e per cui anche si distingueva).

Questo ovviamente capiterà se Bautista non sarà dominatore su tutte le piste. Perché è vero che a Phillip Island è stato Il Magnifico, ha entusiasmato tutti (ducatisti e non), ma se ascolteremo ogni volta il suo assolo poi il sapore cambierà. E io credo che invece ci aspetti proprio una bella stagione. La pista australiana è particolare, e sarà un appuntamento sui generis anche quello della Tailandia. Poi però si arriverà in Europa e, diciamolo, si inizierà a fare sul serio. Sogno nel vedere duelli serrati alla Dovi-Marquez tra Rea e Bautista fino all’ultima curva, corpo a corpo dove conta il millesimo e la strategia fa la differenza. Sogno nel vedere un campionato aperto, con anche una Yamaha che di tanto in tanto spunti a mischiare le carte del podio. Sogno di vedere la consegna del titolo sotto i riflettori del Qatar, dopo che Bautista e Rea hanno dato l’anima per battere l’avversario in tutti i tredici round, con rispetto e dedizione.

Solo il tempo dirà se questi miei desideri verranno realizzati, certo è che l’inizio del campionato è stato dei più sorprendenti ed emozionanti. Per concludere, non riesco a non fare una considerazione, anche se la potreste trovare fuori luogo. Con i “se” e con i “ma” non si va da nessuna parte, sempre, ma ci pensate se su quella Panigale V4 R, al posto di Bautista, ora ci fosse Marco Melandri? Ai miei occhi il binomio composto da pilota italiano e moto italiana è tra i più gustosi, e Melandri forse se lo sarebbe anche meritato. Comunque, lasciamo stare il passato e concentriamoci sul presente che lo scorso fine settimana ci ha regalato grandi emozioni. Benvenuto Alvaro!

Su Serena Zunino

Ligure d'origine, milanese di adozione, vivo le passioni in maniera viscerale - per la felicità di chi mi sta vicino - e sono curiosa come una scimmia

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