Smettere di Fumare #3 – Cadere in tentazione

Il programma per smettere di fumare va avanti tra intralci e soddisfazioni, entrambe scavate tutte nella mia mente. Sono caduto, lo so, ma reputo di essere rimasto in piedi, barcollante ma speranzoso, come un pugile che ha subito un uno-due da paura ma rimane in piedi inebetito.

Difficoltà sovraumane

Allora, cominciamo con il dire che quella che sto tentando è un’impresa quantomeno complicata. Perché è facile salire sul piedistallo e pontificare (a me piace davvero tantissimo) sulle modalità, sulle troppe eccezioni, sull’impossibilità, sulla validità, sul cazzo di becco che chiunque ci vuole mettere. Ognuno mi propone la propria teoria, mi vuole spiegare dove sbaglio e come correggere, si contraddice illustrandomi l’impossibilità della cosa e contemporaneamente denigrandone la facilità dell’impostazione. Vogliamo dirlo che è un diavolo di casino! Vogliamo dirlo che mi sto mangiando perfino i mobili perché devo sempre avere qualcosa in bocca (vi prego, mantenete un minimo di decenza), che guardo la vita come un cane bastonato, che le difficoltà sono sia mentali che fisiche con corpo e mente che entrano in un cortocircuito di desiderio corrotto e troncato?!

Inciampi

Altrimenti sembra che uno qui non possa mai cadere, che inciampare sia disonorevole, vacillare una colpa. Teniamo presente le proporzioni dell’impresa e disponiamoci nello stato d’animo di chi viene incontro a questo povero abbozzo di uomo comprendendo le sue inevitabili difficoltà. Ho ceduto due volte in più di quanto preventivato, e due ancora sulla scia.
Dopo la vacanza (dove ho fumato di gran gusto) sono stato invitato ad una serata molto divertente, all’aperto e con alcol prevedibilmente a fiumi: come facevo a non prevedere di fumare? Infatti ho fumato, perbacco se ho fumato, ho fumato fino a togliermi la voglia che essendo potenziata dalle privazioni tende a non esaurirsi mai.
Altra occasione in cui ho trasgredito è stata la riunione con il mio compare di sito. D’altronde quando ci sono decisioni importanti da prendere è giusto fumarci su, una decisione sigaretta in bocca ha tutto un altro valore e sapore. Che poi abbiamo preso due decisioni in croce accaldati e avvinazzati, ma l’importanza della riunione l’ho sentita dentro, tra il resisti non fumare e il sti cazzi non fumare tu.

Doppi inciampi

Al netto del senso di colpa che ha fatto capolino in queste due occasioni, la vera caduta si è concretizzata nei due giorni successivi. I pacchetti non sono stati finiti nelle occasioni citate, bensì nella giornata successiva. Non ho resistito nemmeno un minimo provando a non fumare le sigarette sopravvissute, non mi sono nemmeno posto il problema: le ho fumate senza se e senza ma. È chiaro che non sono ancora minimamente pronto ad essere il possessore di un pacchetto lasciato lì a marinare in attesa dell’occasione giusta. Se le ho a portata le fumo, se non le ho soffro ma resisto. Le due serate hanno certificato la mia debolezza, i giorni successivi hanno suggellato la vicinanza dell’orlo del fallimento. Ma francamente non sarei troppo duro con me stesso, per il resto non ho fumato nulla: grazie al cazzo direte voi, fanculo risponderei io. Sono un pugile che ha preso un uno-due da paura ma rimane ebete in piedi, alla ricerca di un barcollante appiglio.[yikes-mailchimp form=”3″ title=”1″ description=”1″]

Su Giuseppe Ponissa

Aga la maga; racchetta come bacchetta magica a magheggiare armonie irriverenti; manina delicata e nobile; sontuose invenzioni su letto di intelligenza tattica; volée amabilmente retrò; tessitrice ipnotica; smorzate naturali come carezze; sofferenza sui teloni; luogo della mente; ninfa incerottata; fantasia di ricami; lettera scritta a mano; ultima sigaretta della serata.

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