La salvezza del Crotone Calcio è un’impresa che può, anzi deve essere d’ispirazione nella nostra vita quotidiana, spesso caratterizzata da pusillanimità e arrendevolezza che, in confronto alla cavalcata dei rossoblù, dovrebbe farci vergognare di noi stessi. No, non è banale retorica o facile entusiasmo di un tifoso, ma oggettiva analisi che persino qualche benpensante giornalista televisivo, che dava per spacciato il Crotone all’inizio dell’anno anche più di Pescara e Palermo, ha abbozzato nei commenti dopo le partite dell’ultima giornata.
Questo storico risultato sportivo deve ispirare le nostre esistenze soprattutto perché ottenuto lottando contro tutto e tutti, come in questa società noi stupidamente combattiamo. Per rendere chiaro il concetto, elencherò le entità contro le quali il Crotone ha lottato quest’anno. Con una semplice operazione mentale, ciascuno potrà trasporle agli ostacoli della propria vita quotidiana.
1. Il Crotone ha lottato prima di tutto contro se stesso
Eh sì, basti pensare al pasticcio dello stadio delle prime giornate. Il progetto di ampliamento dello stadio Ezio Scida si è naturalmente (e prevedibilmente) protratto oltre quanto preventivato, costringendo i rossoblù, che proprio nello Scida hanno sempre avuto il proprio fortino, a giocare le prime, decisive partite (contro dirette concorrenti per la salvezza) nel deserto di Pescara. Racimolando un solo punto e suscitando malumori tra i propri abbonati.
2. Il Crotone ha lottato contro il sistema (parte prima)
Tanti calciatori non hanno voluto accasarsi con i rossoblù la scorsa estate e tantomeno nel mercato di riparazione invernale, quando i punti racimolati dal Crotone erano soltanto 9. Persino il migliore pitagorico, Raffaele Palladino, ha abbandonato la nave a gennaio dopo che proprio lo scorso anno allo Scida è rinato. Auguro a questi “professionisti” di galleggiare in serie B o in panchina in squadre di seconda fascia per tutta la carriera, rimpiangendo l’occasione persa.
3. Il Crotone ha lottato contro il sistema (parte seconda)
Torti arbitrali grossolani ed ignorati da tutti hanno caratterizzato la stagione rossoblù. Il primo a Empoli, seconda giornata di campionato: il 2 a 1 di Andrea Costa è viziato da un fuorigioco di un metro del difensore toscano. Poi tanti altri, verificabili, cito i più clamorosi: il vantaggio in fuorigioco del Torino allo Scida con successivo rigore negato a Falcinelli; il gol regolare annullato a Rhoden a Roma contro la Lazio (che poi ha vinto con rete al 93′); i due rigori inesistenti dati al Napoli con mancata clamorosa espulsione di Rog nell’immeritata sconfitta al San Paolo; il rigore negato per un mani in area a Marassi contro il Genoa nei minuti finali (risultato in pareggio); il gol annullato a Trotta contro il Milan a Crotone (sul 1-0 per i rossoblù); rigore netto negato a Falcinelli contro la Fiorentina, falciato dal portiere Tatarusanu (sullo 0-0, i rossoblù persero poi al 94′). Questi quelli che ricordo mentre scrivo.
4. Il Crotone ha lottato contro la sfiga
D’accordo, ci saranno anche ragioni tecniche per le quali il Crotone ha preso gol un sacco di volte all’ultimo secondo. Come il fatto di dare tutto fisicamente per compensare carenze tecniche fino ad avere la lingua di fuori. Però ci vuole anche un po’ di sana sfortuna nel perdere sistematicamente tante partite in zona Cesarini.
5. Il Crotone ha lottato contro i suoi tifosi
Ultima volta che mi sono recato allo Scida è stato contro la Fiorentina, dove si è perso, come di consueto, all’ultimo secondo. Il clima sugli spalti, sin dal primo minuto, era oltremodo rassegnato, quasi di scherno o meglio pietà per i proprio calciatori, alcuni dei quali persino (e legittimamente) fischiati. Nemmeno la rete subita all’ultimo secondo ha scosso gli animi di noi spettatori, come se il match già non contasse nulla.
6. Il Crotone ha lottato contro la stampa e gli appassionati di calcio
Via, tutto deciso a gennaio. Grandi dibattiti sull’auspicata diminuzione delle squadre delle serie A (da 20 a 18) proprio per evitare in futuro «squadre come il Crotone», che fanno solamente da rapida comparsa nel torneo. Qui ci starebbe una volgarità (pur ammettendo che anche chi scrive è d’accordo sulla diminuzione del numero delle squadre di serie A).
7. Il Crotone ha lottato contro la Procura della Repubblica di Crotone
Che ha fatto ricorso contro la sentenza di primo grado del Tribunale che respingeva la richiesta di sequestrare tutti i beni dei fratelli Vrenna (proprietari del club). Non sono stinchi di santo, come neppure gli altri proprietari di squadre di calcio. Ma la notizia a novembre ha destabilizzato l’ambiente. Poi è arrivata la Corte d’Appello che ha confermato la sentenza del Tribunale, rigettando il ricorso della Procura.
In conclusione, è doveroso ribadire come gran parte del merito della salvezza del Crotone è dell’allenatore Davide Nicola: uomo di grandi valori, ci ha creduto sempre, in ogni istante, lavorando tutti i giorni per migliorare e sapendo cogliere aspetti positivi da ogni sconfitta. Impariamo da lui.