cinema samuele la recensione del nuovo disco di samuele bersani

Cinema Samuele, la recensione dell’ultimo disco di Samuele Bersani

Verrebbe da dire, se non è mai stato detto, che Samuele Bersani è uno dei più grandi talenti italiani di sempre. Il perché non è banale e neanche semplice da spiegare, ma ci possiamo provare. E l’uscita di Cinema Samuele ne è l’ulteriore conferma

La forma canzone di Samuele Bersani non è canonica né tantomeno scontata, non c’è solo la canzone nei brani di Bersani, prima di tutto c’è il racconto, il viaggio psicoanalitico, tutti tratti che lo avvicinano alla figura del situazionista, del visionario, del suggeritore di immagini pescate dal profondo. In questo album, sintomaticamente intitolato Cinema Samuele, compaiono frame di vecchi film e sogni stratificati, mescolati con un gusto dell’armonia che lascia spiazzati emotivamente sin dal primo ascolto. Forse non sarà una sorpresa per gli ascoltatori più attenti alla carriera di questo artista fragile e sottile, dalle frasi sconnesse che creano nuovi campi di significato, ma di certo tutti apprezzeranno l’ispirazione che si sprigiona da ogni traccia di questo meraviglioso disco. Ai più attenti ascoltatori non sarà sfuggita la potenza visionaria di album come l’omonimo Samuele Bersani del 1997 e di molti altri lavori dell’artista bolognese, certo che con quest’ultimo disco siamo agli stessi livelli di ispirazione e purezza artistica. La produzione curata dallo stesso Bersani con la collaborazione di Pietro Cantarelli è fresca, ricca di spunti attuali, ma mescolati con sapienza della grande tradizione del cantautorato italiano che sicuramente passa per la tappa imprendibile di Dalla. Suoni nuovi, moderni, che incuriosiscono e poi conquistano. 

Pixel apre l’album con un arrangiamento ricco di sinth e di atmosfere fredde, perfetto tappeto per un racconto di solitudine e di paura per la vicinanza del prossimo. Un prossimo che si vorrebbe incontrare, amare, ma a cui si rimane lontani per paura di quello che potrebbe accadere. Probabilmente il pezzo più bello, meglio riuscito è meglio scritto in un album che non ha mai cadute verso il basso.  

Il tiranno è un pezzo difficile da definire politico, ma sicuramente lo si può definire un pezzo di antropologia quotidiana. Mezza bugia è leggera e spensierata, ma con un ritornello che travolge per grazia. Grottesca e sinistra in Il tuo ricordo si toccano le corde del passato e del ricordo, una gabbia dorata da cui è difficile liberarsi. Lanciata come singolo di presentazione di Cinema Samuele, Harakiri è un viaggio su un treno a vapore con curve dolci e raggi di sole dal finestrino. Splendida e rassicurante, Harakiri traccia il confine fra la grande canzone e il rumore pop, definitivamente. Le Abbagnale ti conquista per il carattere smargiasso e poetico, e il ritornello mette i brividi. Con te è una fiaba in cui si cade cullati dalla voce di Bersani e da una linea di chitarra che avvolge come una piacevole sorpresa. Divertente e sognante Scorrimento verticale gioca la parte del Jolly in un album quasi tutto allineato emotivamente. L’intervista potrebbe essere un inno scritto da un rocker dal lungo corso, ma la fortuna che Samuele Bersani non sia un rocker trasforma questo brano in una carezza amara da consumare nei giorni più freddi come un abbraccio. Ancora in  Distopici che chiude il disco, Samuele Bersani gioca con le chitarre e le atmosfere rarefatte sentenziando un testo che racconta in qualche modo tutta la filosofa  dell’album. 

Lo abbiamo già detto ma forse non con la necessaria chiarezza, Cinema Samuele offre una nuova immagine dell’artista, più aperta a suoni provenienti dal rock e dalla musica elettronica. Una bellissima sensazione quella di ascoltare questo disco che permette di potersi sia godere il piacere di affidarsi ad una vecchia scuola musicale (che è sempre una certezza) ma allo stesso tempo di poter sentire scorrere la vita di un artista ancorato nella attualità. Non capita spesso di poter ascoltare dischi ben immaginati, ben suonati, con delle grandi referenze, ma che non appaiono appesantiti. Cinema Samuele al contrario regala la splendida sensazione di essere aria nuova per i nostri cuori affamati di emozioni. 

 
 

Su Piggy the pig

Nasce negli anni 80 con ancora l'eco delle chiamate londinesi. Quando ci arriva a Londra è scoppiato il Brit-pop, intanto le urla del grunge scendono sotto pelle. Ama il vino rosse e le birre rosse, ascolta musica per non piangere ma a volte gli fa l'effetto contrario.

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