Ottobre per me è un mese strano. Tre weekend su quattro li vivo più di notte che di giorno, e non perché ho una seconda vita, ma perché la mia amata MotoGP corre in Asia, dall’altra parte del globo, e il fuso non mi è amico. E quindi via, che abbiano inizio le danze, con la mia sveglia insistente e tanta passione!
La MotoGP dall’altra parte del mondo
Eccolo. È iniziato il periodo più antipatico del mio lavoro: le trasferte asiatiche. Che se la facessi davvero, sarebbe forse la fine del mondo, ma restando a casa vuol dire che per quattro fine settimana devo avere il fuso orario rispettivamente di Tailandia, Giappone, Australia, Malesia. Ormai questo è il quinto anno che lo faccio per lavoro, e ogni volta mi chiedo come io ci riesca. Come riesca a sopravvivere durante il weekend e il lunedì a ripartire per una nuova bella settimana senza giorni di stop.
Prima che facessi questo tipo di lavoro era una figata: mi svegliavo, accendevo la tv (all’epoca le davano ancora su Mediaset) e poi tornavo a dormire, al calduccio a ronfare ancora per un po’. Ora il fatto di dover accendere il computer e scrivere frasi di senso compiuto, raccontando ai lettori quello che succede in pista, e poi da lì continuare a lavorare almeno ancora per cinque/sei ore, ha tutto un altro sapore. Farlo poi mentre fuori è ancora buio, nel silenzio della notte, e nell’attesa che vengano anche riaccesi i caloriferi, avvolta in un plaid, mi fa davvero meravigliare delle mie capacità. Per non parlare poi degli attacchi di fame che colpiscono a tradimento. Alle tre ti viene quello che viene più comunemente chiamato “spaghettata di mezzanotte”, solo che mettermi davvero ai fornelli a quell’ora, sarebbe piuttosto impegnativo (e forse anche un po’ pericoloso) e quindi niente, mangio tutto quello che mi capita, accompagnato da una tazza di tè fumante.
Fortuna che c’è l’adrenalina, almeno il sabato e la domenica, che quando vedi Marc Marquez fare quello che fa sulla sua Honda vuoi vedere come possa riuscire a portare a termine quel giro da pazzi, che gli è valso poi la pole position, passando per la Q1. L’unico problema di questi casi sono i vicini. Perché loro dormono tranquilli, convinti che tutti a quell’ora dormano, ma io non riesco a stare zitta zitta quando vedo certe cose, e qualche urletto (mi perdoneranno) non riesco proprio a soffocarlo. Ricordo soprattutto lo scorso anno con Dovizioso, quando si stava giocando il mondiale con Marquez e vinse in Giappone. È come se avessi dato una festa in casa mia alle 8 di domenica mattina, gioia incontenibile! Quest’anno gli va bene (ai miei vicini) che ormai il titolo è al 99% aggiudicato in MotoGP, ma la gara di Moto3 è sempre la più pazza che ci sia, e come si fa a godere in silenzio di tutti quei duelli?
Moto3 – E si inizia bene, ma non benissimo. Ovvero: un podio tutto italiano, per me, è sempre il massimo del massimo. Tre bandiere tricolore che sventolano su tutti, tre ragazzini che scherzano tra loro, l’Inno di Mameli che incornicia la scena. Sono romantica, lo so! Il problema è stato che colui che sta lottando per il titolo, Marco Bezzecchi, è stato coinvolto in una caduta (il fato ha voluto che l’incidente sia stato causato da un altro italiano), proprio all’ultima curva dell’ultimo giro, e mentre era in posizione per il podio. Se non è sfiga questa…
Ad ogni modo, fantastico “Diggia” (Fabio Di Giannantonio) che in una gara pazza conquista la sua seconda vittoria stagionale (e nasconde l’emozione dietro gli occhiali); grande Lorenzo Dalla Porta che torna nuovamente sul podio, bravissimo Dennis Foggia, che al suo primo anno di mondiale conquista un podio importante, dal sapore però analcolico, non essendo ancora maggiorenne. Da italiano quale è , ne va a bere un sorso dalla bottiglia di Dalla Porta, così davanti a tutti sul podio, neanche di nascosto! Bravi ragazzi!
Ora 26 punti separano Jorge Martin da Bezzecchi per la lotta al titolo, e mancano quattro gare. Forza Bez, tutto è ancora possibile!
Moto2 – E anche qui si sente il nostro inno, ma in questa classe ormai sta diventando una consuetudine. Francesco “Pecco” Bagnaia ne ha fatta un’altra delle sue, e tra sportellate aggressive e intelligenza ben dosata, ha conquistato la settima vittoria stagionale. Una goduria per lo spirito e sempre più vicino al titolo iridato. Il vantaggio su Miguel Oliveira, terzo, è aumentato e il numero delle gare da disputare invece si riduce. I complimenti vanno estesi anche a Luca Marini, che si sta facendo sempre più una sua identità davanti ai più, e con questo ottimo secondo posto trova conferma nel grande lavoro che sta facendo la squadra.
MotoGP – Premetto che io prima di ogni gara faccio un pronostico con un amico, e ogni volta che devo scrivere il mio podio mi trovo sempre combattuta tra “quello che spero accada” (fondandomi su basi realistiche) e “quello che è più facile che succeda”. Ci ho pensato un po’, se assegnare la vittoria a Marquez o Dovizioso, e avevo deciso di puntare sul Dovi, dando credito al primo pensiero. E invece anche questa volta Marquez ha fatto il Marquez, anche se a dire il vero Marquez ha fatto il Dovi e il Dovi ha fatto il Marquez (guardando alle strategie). Che si arrivasse all’ultimo giro con un duello tra i due era ormai scritto, e a quel punto tutto si racchiude in qualche metro, in qualche secondo, con il cuore che galoppa all’impazzata. Le due moto si incrociano e la Honda riesce ad avere la meglio, con la “rossa” che si è dovuta accontentare della seconda posizione. Un’altra grande vittoria per Marquez, il quinto podio consecutivo per questo grande Dovi, e una ritrovata Yamaha con Maverick Vinales terzo e Valentino Rossi (bentornato!) quarto. Tante belle emozioni… e i vicini ringraziano!
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