Il quinto appuntamento stagionale è andato in scena durante un tipico weekend invernale, almeno qui a Milano, con la pioggia che non ha smesso un minuto di scendere e un freddo anomalo per essere maggio. Questo ha influito anche sulla mia visione della gara, che come se sentisse il tempo non è stata particolarmente brillante
Non fraintendetemi, io amo vedere come Marc Marquez guida la sua Honda tra le curve, però mi ci sono volute solo poche tornate per pensare: “Alè, gara finita!” e in effetti avevo ragione. Lo spagnolo è stato impeccabile, costante, preciso, stratega, perfetto e ha blindato la vittoria dopo solo i primi giri, oltre ad aver ipotecato già seriamente il campionato. Perché è vero che siamo solo al quinto GP del 2019, e la stagione è lunga, sì, ma nonostante uno zero (ad Austin) è lui il leader del mondiale. E l’unico avversario in grado di impensierirlo è Andrea Dovizioso, a otto lunghezze. Un ritmo decisamente invidiabile, che lo sta portando dritto dritto a festeggiare l’ottavo titolo iridato tra qualche mese.
Dovizioso è secondo, vero, ma in queste ultime tre gare è stato decisamente poco incisivo. O meglio, non è mai riuscito a lottare per la vittoria. Neanche ad Austin, quando con l’errore di Marquez avrebbe potuto recuperare punti preziosi. È ora di tornare a vincere per il forlivese se non lo vuole lasciar scappare, e chissà che possa tornare sul gradino più alto del podio proprio al Mugello, il prossimo appuntamento.
Finalmente, a Le Mans, si è visto di nuovo tra i primi Danilo Petrucci. Dopo un inizio difficile e la lontananza dalle posizioni di vertice, il “Petrux” si è rifatto su una pista per lui speciale (dove lo scorso anno ottenne il podio) che spero gli abbia fatto ritrovare quella fiducia smarrita a inizio stagione, complice una pressione inedita, per lui.
Grande prestazione anche per Jack Miller, che ha lottato a lungo per il podio e che per me si può definire uno dei veri top rider dell’anno. Quinto posto, un po’ insapore, per Valentino Rossi, perché è vero che nelle fasi iniziali è stato piuttosto veloce e ha lottato per il podio, ma poi ha perso terreno e mi sono chiesta: “Dov’è finito il Vale di Austin?” Ovvio che il quinto posto non dipende solo da lui, e pensando a come è iniziato il weekend è andata più che bene, però in classifica è ora quarto e paga già 20 punti di ritardo dal primo. Mica poco.
Infine, lasciatemi menzionare il grande lavoro di Fabio Quartararo, che sulla Yamaha M1 del team Petronas SRT sembra aver trovato la sua dimensione e ha svolto un garone davanti al “suo” pubblico chiudendo ottavo. E l’incredibile “remuntada” di Alex Rins, che dopo esser partito diciannovesimo e aver centrato una positiva top 10, è andato dai Marshall a regalare il proprio casco, chiedendo che fosse recapitato alla famiglia del loro collega morto venerdì a causa di un infarto. Questo vuol dire solo una cosa: essere campioni nella vita. Bravo Alex!