motogp 2019, gp delle americhe, che gara sorprendente

MotoGP 2019 – GP delle Americhe – una gara sorprendente!

Il fine settimana appena concluso è stato all’insegna dei motori, con la Superbike e la MotoGP che coincidevano, una ad Assen e l’altra ad Austin. Una domenica con sette gare è tanto bella quanto impegnativa (almeno per me che ho dovuto scrivere di entrambe), ma il finale MotoGP è stato adrenalinico e ha ripagato di tutte le fatiche

Se le gare della Superbike me le sono guardate comodamente da casa, per la MotoGP ho optato nuovamente per andarla a vedere in un pub. Non è stato semplice trovarne uno che trasmettesse la gara, dato che in contemporanea c’era la partita dell’Inter, ma rispetto alla gara dell’Argentina c’erano tanti altri appassionati che avevano avuto la mia stessa idea. La cosa all’inizio mi è piaciuta parecchio, sentire quella tensione e quell’adrenalina prima della gara è speciale, salvo poi essermene pentita subito quando è caduto Marquez. Ecco, lì mi è sembrato di esser stata catapultata in uno stadio: si è alzato un boato di gioia, ci sono stati applausi, sono volati insulti, minacce, frasi di godimento, cattiveria pura. Che vergogna! Ecco, con queste persone ho ben poco da spartire e devo ammettere che, per quanto sia bene avvezza agli umori del pubblico, sono rimasta allibita da questa forte reazione. Indipendentemente da quanto accaduto nel 2015 (perché è lì, alla fine, che si torna) reazioni del genere mi fanno venire l’orticaria.

Comunque, facciamo un passo indietro e andiamo alla mattina, quando ad Assen la Superbike ha disputato Gara1 e poi, alle 14, Gara2. Anche sulla pista olandese Alvaro Bautista ha dominato la scena mondiale, vincendo (seppur con meno distacco) su Jonathan Rea prima e su Michael van der Mark poi. È uno spettacolo vedere la Ducati così solida e concreta lì davanti, tra le mani di uno dei piloti che umanamente apprezzo di più. Se lo merita proprio, Alvaro, tutto questo successo e se lo merita anche Ducati, finalmente! Jonathan Rea sta facendo il possibile per limitare i danni, ma è bello ora vederlo in lotta con qualche avversario, dopo il suo lungo dominio solitario. Bello anche il duello con van der Mark, secondo in “casa”! Distante e confuso Marco Melandri, che ad Assen non ha centrato neanche la top 10. Il prossimo round è Imola, magari il calore di “casa” lo risveglierà da questo torpore. Forza!

Quando è arrivata l’ora della MotoGP ero emozionata come sempre, anche se avevo sensazioni miste. Da un lato pensavo che sarebbe potuta essere una gara già scritta, con un solo leader (l’invincibile Marquez in salsa Texana), ma dall’altro mi aspettavo tanto da Valentino che avevo visto in grande forma. Ci siamo, i piloti sono allineati in griglia. Pronti, partenza, via al terzo GP stagionale!

Marquez fa una partenza da urlo e si prende subito la prima posizione (e ho pensato “Ciao, non lo vediamo più!”) mentre dietro di lui sfilavano Rossi, Crutchlow, Miller e Dovizioso che in poco tempo aveva già recuperato posizioni importanti. Nei primi giri non cambia niente, poi cadono Aleix Espargaro, Cal Crutchlow (che avevo pronosticato sul podio) e al nono giro capita l’impensabile, cade Marquez. Che erroraccio! Non me lo sarei mai aspettata, da lui, su questa pista poi! Ero incredula e mancava ancora più di metà gara. Che botta!

E qui inizia un’altra gara con la M1 numero 46 splendente davanti a tutti, e penso “Ecco, me lo sentivo!” Il pensiero però dura poco, Alex Rins si fa insidioso, arriva, lo studia, si prepara. È maturo ormai Alex, conosce bene la sua Suzuki, sa che deve attuare una strategia, perché altrimenti uno come Rossi, sul finale, non lo batti. E il duello è tra il giovane e il veterano.

Da una parte Vale, che è finalmente tornato a essere competitivo in pista con una Yamaha rinnovata, che già in Argentina si era reso protagonista di un duello spettacolare e che di una vittoria ne aveva veramente bisogno dopo averla buttata via in Malesia (2018). Un Vale che continua a fare cose meravigliose, che ci prova sempre, che ama il mondo delle corse in modo viscerale.
Dall’altra Alex, giovane, talentuoso, affamato, che già dalla seconda parte di stagione dello scorso anno ha fatto vedere cose incredibili, sorpassi che la dicono lunga sulle sue capacità. Un Alex che ha fatto quello step in più necessario nella maturità, che non si accontenta, che quando ha calcolato tutto alla perfezione supera Rossi e se lo tiene dietro in un finale all’ultimo respiro. Bravo Alex, te la sei proprio meritata questa tua prima vittoria in MotoGP! Brava Suzuki che con costanza, impegno e tanto lavoro sei tornata a stare con i migliori! Bravo Vale, che non deludi mai! Brava Yamaha, che finalmente hai ritrovato il bandolo della matassa! Il rodeo quindi ha un nuovo cowboy: Rins, Alex Rins!

Alle loro spalle chiude in terza posizione Jack Miller, autore di una gara ottima e che ha portato Ducati sul podio. Un grande risultato per l’australiano, che chiude davanti ad un incolore Andrea Dovizioso. Ma il “Dovi” sapeva che questa era una gara difficile, che era meglio stare tranquilli piuttosto che buttare via punti importanti per il campionato. E ha fatto la cosa giusta, conquistando un buon quarto posto che gli ha riconsegnato la testa della classifica. Sesto posto per Danilo Petrucci, speriamo che Jerez sappia “svegliarlo”.

Jerez, dicevamo, prossima tappa del campionato, e finalmente torno in pista anche io. Ci si vede là, bella gente!

Su Serena Zunino

Ligure d'origine, milanese di adozione, vivo le passioni in maniera viscerale - per la felicità di chi mi sta vicino - e sono curiosa come una scimmia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.