Li ho sempre visti sotto casa mia. Stanno in una sala illuminata a giorno della Pinacoteca dell’Accademia di Brera, incuranti di tutti gli occhi che li osservano. Si baciano e tutto intorno il mondo sparisce, perché è così che dovrebbe essere.
Lui, lei e un’ombra nella stanza accanto.
Non mi è mai importato nulla a chi appartenesse, mi rapivano loro.
Le loro mani e la consapevolezza che tutto ciò che conta nel tempo di un bacio fosse lì, nello spazio di una tela dipinta ad olio.
L’abbandono di lei e la virilità di lui nel trattenerla a sé, prima di fuggire in battaglia. Perchè di questo si tratta.
Un saluto che accomuna l’universo innamorato e che fa quasi pensare a “Non disturbare”, che sia anche per pochi istanti.
Li ho trovati distanti chilometri sotto il cielo, o meglio la terra, di Kiev.
Intenti a fare quello per cui sono nati, in un vagone della metropolitana, semi illuminato da una contemporanea e volgare luce al neon.
Nessuna ombra dietro di loro. Solo io davanti, a guardarli.
Con lo stesso imbarazzo di sempre, ma con la certezza che siano fatti per stare insieme.
Eternamente ed ovunque.
Il Bacio di Francesco Hayez è una delle opere ricollocate, attraverso un abile uso del fotoritocco, in un periodo moderno dal designer ucraino Alexey Kondakov.
Lo ha fatto scegliendo opere di artisti come Caravaggio, Regnier ed altri dalla fama indiscussa nel mondo dell’arte, estrapolando i loro soggetti ed inserendoli in uno spaccato quotidiano legato alla città di Kiev.
Il progetto si chiama “2 REALITY” e sta facendo in giro del web.