Potevo esimermi dal dire la mia a proposito del fenomeno virale del momento? L’app che nel giro di pochissime ore ha scalato le classifiche di download in tutto il mondo e che fa parlare a proposito e a sproposito esperti o sedicenti tali?
Mi pare ovvio di no, se non lo si era ancora capito io adoro parlare di tutto e più l’argomento è strano e più mi sento a mio agio come un’oliva nel suo Martini. Vi anticipo che molti di voi saranno pronti a lanciarmi delle sfere magiche per catturarmi e magari distruggermi, sia mai che la mia umile opinione vi aiuti a rinsavire e vi faccia riscoprire quali sono i veri piaceri della vita.
Ma non perdiamoci via, ecco il fatto nudo e crudo.
Notti fa ero allegramente seduta a bordo Naviglio in compagnia di una birra e svariati amici (o forse era il contrario, chissà) con cui mi intrattenevo parlando di rapporti umani e fasi di abbordaggio, quando, nella mia vita, arrivò la folgorazione.
Distrattamente viene nominata una nuovissima applicazione che ti permette di “catturare dei Pokemon”, sapete quei pupazzetti resi tenerini dalla bravura di un disegnatore manga e che hanno fatto tanto scalpore grazie ai cartoni animati passati su Italia1 negli anni 2000? Massì dai, quella serie in cui il protagonista era un ragazzetto con il ciuffo impalcato come quello di Cameron Diaz in Tutti Pazzi per Mary? Niente? e se vi dico Pikachu? Lui non potete non sapere chi è, quella piccola pantegana con una voce squillante, sempre sorridente, ma col difetto che era giallo e si sa, il giallo è difficile come colore…
Vabbè, l’applicazione “Pokemon GO” lanciata sul mercato dal colosso Nintendo, in commercio da noi da pochissimi giorni è proprio dedicata a questi personaggi tanto di moda qualche anno fa.
Una volta appresa l’esistenza di quest’applicazione, lì per lì non faccio domande, lascio che la discussione sfumi e me ne dimentico serenamente. Ma il destino è burlone ed ecco che l’argomento torna due giorni dopo tra un sushi e un pettegolezzo, per bocca di mio cugino che un po’ nerd. Lui, a differenza degli amici dell’altra sera, riesce però a farmi capire la portata storica di questa applicazione. La frase che usa è una sola ed è lapidaria: con l’arrivo di Pokemon GO il mondo non sarà più lo stesso.
Perplessa, gli chiedo di cosa si tratta. Se si tratta di qualcosa che può cambiare il mondo, vorrei quanto meno saperne di più. Magari posso cambiarlo anch’io. Lui risponde altrettanto lapidario: “Vai in giro e catturi i Pokemon, realtà aumentata, è il futuro dell’entertainment”
Faccio la gnorri e me lo faccio ripetere.
Lui rispiega con dovizia di particolari e io pretendo la mia app. Devo capire. Dopo pochi minuti il telefono era in mano mia e iniziavo la missione. Dopo pochi minuti avevo catturato la prima bestiolina verde, somigliante a un dinosauro, comparsami sul tavolo vicino al bicchiere di vino. Su giubilo e indicazione dei miei commensali le ho lanciato una sfera apparsa sullo schermo e, con l’aiuto di Nostra Signora Tecnologia, ho portato a casa un pupazzo pixelato e punti tipo carta fidaty dell’Esselunga.
Passato l’entusiasmo iniziale, chiudo l’app e ricomincio a fare domande. Quelle più tecniche hanno avuto risposta, mentre quelle riguardo al bizzarro comportamento umano, non mi soddisfano ancora.
E qui, la Clara s’incazza:
Pokemon GO ha generato un giro di soldi immenso in soli dieci giorni di pubblicazione, una crescita del cinquanta per cento in borsa per il titolo Nintendo. Dati numerici che tradotti nella vita reale descrivono trentenni fatti e finiti che i rincoglioniscono puntando schermi in ogni dove per veder comparire un disegno animato e passare del tempo. Parliamo di tutte le notizie che stanno uscendo legate a questo fenomeno effimero che inizia a mietere ‘vittime’, non solo fisicamente, ma cosa ancor più grave intellettualmente.
Un ragazzo nello stato di New York é finito addosso ad un albero mentre era alla guida della sua auto e stava giocando con il telefono. Nulla di grave, a parte la macchina distrutta e la mancanza di buon senso e cervello. Il Telefono Azzurro ha diffuso un comunicato, mettendo in guardia sui potenziali rischi di adescamento da parte di pedofili attraverso la rete legata a questa applicazione, infatti sempre negli Stati Uniti, ci sono state segnalazioni di baby gang che reclutavano vittime ignare, con la scusa di organizzare delle ‘catture’ in un parco.
E cosa pensare quando una ragazza con problemi depressivi dichiara che, grazie al giochino é tornata ad uscire di casa dopo settimane, solo per collezionare i suoi piccoli amici virtuali? Bene, contenta per lei, se non fosse che questo è un palliativo e la sua solitudine ha solo mutato forma.
Per poi arrivare alle dichiarazioni di giganti della rete come Twitter, Tinder e PornHub che hanno avuto dei cali di accessi nei primi giorni della messa on line di questa applicazione?
Cioè mi state dicendo che Pikachu piace di più della gnocca?
Ma poi non lamentiamoci se quello con cui potrebbe scapparci un limone ti scansa perché trova più arrapante un ammasso di pixel ben colorati, apparsi vicino a te. Non lamentiamoci se la notizia della tragedia ferroviaria in Puglia passa in secondo piano, perché le info sull’attesissima uscita in Italia sembrano avere più importanza.
Non lamentiamoci perché il cervello ci sta andando in pappa e abbiamo bisogno di tutto questo nulla, che tanto nulla non è visto il giro di soldi che ci sta dietro, ma che ci fa divertire.
Parliamo di niente e il niente porta all’appiattimento di tutto ciò che fa evolvere e costruire qualcosa. L’unica vittima di tutto questo è la relazione, intesa come unico parametro che rende l’uomo un essere diverso.
Ridiamo, ne parliamo, ma la verità è che i veri bersagli di tutto questo siamo noi.
E sembra pure divertici.
E a me inquieta, tanto.