Non si dovrebbe origliare

Mi capita molto spesso di uscire a cena da sola. Ve lo avevo già detto, è una cosa che vi avevo già raccontato.

Capita un po’ per lo spirito indipendente e non sacrificatore che ho e un po’ perché molte volte il frigorifero di un single è vuoto e la valida alternativa sarebbe che Deliveroo corresse da me.

Non è pigrizia, è più voglia di qualcosa di buono.

Un conto è cucinare con calma e dedizione, un altro è trovare ingredienti che possano finire, senza litigare, nello stesso piatto. Quindi capita di uscire e trovarsi di fronte ad una sedia vuota e ad un pubblico inconsapevole di essere il protagonista del mio spettacolo. Io però non dirigo nulla, non c’è nessun copione, si va a ruota libera.

Assisto inerme a dialoghi ed atteggiamenti che rasentano il limite dell’accettabile, a volte della tristezza, in altre, quelle della sopportabilità.

Non avete idea dei discorsi che ho ascoltato stando accanto a coppie inconsapevoli di avere un terzo incomodo al tavolo con loro.

Ci sono riuscita con discrezione e finta noncuranza.

Ho portato a casa pensieri e parole che mi hanno “illuminato sulla via di Damasco” e hanno fatto si che io ringraziassi di poter chiedere il conto, ad una certa. Ho assistito a litigate tra amanti frettolosi, ho organizzato mentalmente matrimoni, brindato per la promozione ad una carriera alternativa.

Una volta avrei voluto lanciare in faccia un bicchiere d’acqua al mio vicino per le parole ascoltate, altre per la disconnessione tra il cervello e la grammatica italiana, un’altra, abbracciare lei per il coraggio di mettersi in discussione nei confronti della vita.

Non si sa mai cosa ti capita.

Alle volte vinci la compagnia di un bel dialogo, altre capisci di non aver ascoltato ed imparato niente, perché il “niente” era l’argomento più articolato.

Situazioni diverse ogni volta, atteggiamenti vari e variegati a secondo del tipo d’incontro. Le prime uscite delle coppie però, rimangono i miei film preferiti.

Man mano che la cena e la candela si consuma, ci sono presentazioni, racconti di vita quotidiana, omissioni, ammissioni e svariati bicchieri di vino.

L’esperto che tanto esperto non è nel scegliere una bottiglia dalla carta, la signorina che non vuole esagerare con i condimenti, ma cascasse il mondo, il tiramisù va ordinato. Il perfettino e ordinato, calcolatore dei tempi per il cinema, il teatro, il giro in carrozza, la devota del rossetto e un po’ calcolatrice anche lei, soprattutto quando si arriva al discorso auto, macchina, lavoro.

Progetti di viaggi, gli amici del calcetto il martedì, il fantacalcio e il nuovo film dove succede l’apocalisse. I tacchi alti, le amiche che messaggiano per sapere come sta andando, un ex che torna a farsi sentire e la passione spropositata per i tronisti di “Uomini e donne”.

E poi la famiglia.Tu li vuoi dei figli? Una villetta con un giardino per far correre il cane, per poter mettere la station wagon, forse facciamo un weekend al mare il mese prossimo e ricordiamoci “l’ape” con il Giangi e la Bebe.

Ricordiamocelo per carità.

Intanto ammicchiamo con sguardi languidi e frecciatine doppio senso che fanno presagire la frase di di Don Vito Corleone, ne “Il Padrino”, “Andiamo ai materassi”Che non vuol dire finiamo subito a letto, ma bensì andiamo in guerra. Perché la battaglia è appena iniziata, come la cena con un antipasto che placa, ma non sazia e dove le aspettative sono alte.

So benissimo che origliare è maleducato, il fatto è che certe volte non posso fare a meno di sentire.

Puntualmente me ne vado prima io.

Chiedo il conto e mi alzo salutando i miei vicini mentalmente, non tutti.

Solo quelli che mi hanno fatto davvero compagnia.

Su Clara

Sono cresciuta a libri,moda e rock'n'roll. Mangio arte fin da piccola e ho sempre saputo che mi sarei occupata dell'immagine in tutto quello che la riguarda. Dopo i canonici anni di Liceo Artistico frequento l'Istituto Marangoni e l'Accademia del Lusso e della Moda a Milano dove spazio tra creazioni, styling e scrittura di settore. Ho una passione per il vintage a cui do una seconda vita, riutilizzando accessori e complementi d'arredo la cui immagine si stravolge e ne esce completamente rinnovata, la linea si chiama Resurrection Design, un nome che è tutto un programma, ma soprattutto una filosofia sulle possibilità. Scrivo, disegno e dispenso consigli su quello che sarà cool, una sorta di guida semiseria di quello che fotografo in giro per la City con l'occhio marcato dall'eyeliner e che racconto come se fosse una storia. Rido tanto, sogno molto e macino chilometri...ma sempre con un certo stile!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.