Missi Italia 2015, tra gaffe e teste coronate

Mi prendete in un giorno di pioggia milanese, con il primo freddo dell’autunno e il traffico impazzito per la settimana della moda.

Frivolezze penserete, fate bene.

Proprio come la bellezza, esteticamente parlando #MiPerdoniDirettore.

Ma ci ho pensato tanto prima di scrivere questo pezzo, non per la paura di essere additata come la maestrina dalla penna rossa e nemmeno passare come l’ennesima che si indigna per la “gaffe” della neo eletta Miss Italia.

Non mi interessa fare nome, cognome e provenienza della signorina in questione. Non mi interessa nemmeno giudicarla in qualcosa per cui non sono stata chiamata in causa personalmente.

Ho letto più e più volte la sua dichiarazione, però, e mi sono venute in mente due donne che ho conosciuto benissimo.

Fortunatamente queste due signore sono sopravvissute al 1942 e anche se ad oggi non ci sono più, sono riuscite a raccontarmi qualcosa che, grazie a Dio, ho avuto la fortuna di non aver vissuto.

Una nonna ed una zia, le mie, chiuse in un rifugio-cantina con gli aerei che sganciano bombe sopra le loro teste.

Questa è l’immagine che racconterei alla Miss.

Le racconterei che ho visto le foto di quelle donne terrorizzate.

Della tessera per andare a prendere del pane nero, non perché fosse figo mangiarlo, ma perché per avere una manciata di farina bianca si rischiava la vita. Alla Miss avrei presentato mio nonno che è stato in Africa e passava le notti nascosto tra gli alberi Baobab che lo abbracciavano e lo facevano sentire al sicuro.

Di quella notte in cui è rimasto tutto il tempo sdraiato in un fosso con quella manciata famosa di farina stretta al cuore. Quel cuore e quella farina erano di nonna.

Le direi che ho avuto un nonno in meno a causa di quella Guerra.

Non l’ho mai conosciuto: una granata si è presa lui e tutto l’amore che conosceva. Mia nonna ha partorito il mio papà da sola, senza l’uomo che amava.

Sei giovane cara Miss. Giovane ed ingenua.

Ti sei presentata davanti ad una giuria per la tua bellezza e sei stata messa alla gogna per aver detto la prima stupidata che ti è passata per la testa. La colpa non è tua, lo so. La colpa, al netto della tua ansia di giovane ragazza davanti a delle telecamere, è di una storia troppo spesso dimenticata (o mal studiata) e che nella testa dei diciottenni come te crea aberrazioni sconvolgenti, come il revisionismo all’acqua di rose fatto dai neofascisti, ad esempio.

Tu per qualche giorno sarai il capro espiatorio d’Italia, grazie a quel megafono stupendo e terribile che sono i social, tutti nasconderanno la loro ignoranza dietro la tua, coprendoti di insulti. Dovrai accettarlo, perché fa parte del mondo a cui vuoi a tutti i costi appartenere. Io lo so che non è colpa tua, come so che tra una settimana tutto questo verrà dimenticato. Però oggi, pensando ai miei nonni, un buffetto mi sono sentita costretta a dartelo. 

Dostoevsky scrisse “La bellezza salverà il mondo”.

Sorrido e penso che sei giovane Miss.

Giovane e troppo ingenua. Ma crescerai. 

Su Clara

Sono cresciuta a libri,moda e rock'n'roll. Mangio arte fin da piccola e ho sempre saputo che mi sarei occupata dell'immagine in tutto quello che la riguarda. Dopo i canonici anni di Liceo Artistico frequento l'Istituto Marangoni e l'Accademia del Lusso e della Moda a Milano dove spazio tra creazioni, styling e scrittura di settore. Ho una passione per il vintage a cui do una seconda vita, riutilizzando accessori e complementi d'arredo la cui immagine si stravolge e ne esce completamente rinnovata, la linea si chiama Resurrection Design, un nome che è tutto un programma, ma soprattutto una filosofia sulle possibilità. Scrivo, disegno e dispenso consigli su quello che sarà cool, una sorta di guida semiseria di quello che fotografo in giro per la City con l'occhio marcato dall'eyeliner e che racconto come se fosse una storia. Rido tanto, sogno molto e macino chilometri...ma sempre con un certo stile!

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