Fantasmi a Milano – Guida semiseria per ghostbuster metropolitani

Guida alla Milano “dei fantasmi” – Colleziono teschi io. Non sono una strega, anche se alcuni potrebbero dirvi il contrario. Non ho un gatto nero che profuma di zolfo e non pratico sabba al chiaro di luna. Ma i teschi mi piacciono. Molto.

Ne ho di tutti i tipi e considerando che il più importante me lo porto dietro quotidianamente, direi che sono abbastanza fiera del mio catalogo personale. Li trovo affascinanti nel loro essere macabri per l’immaginario comune, quasi divertenti.

Mi piacciano perché nonostante possano sembrare perfetti, se osservati bene, presentano delle diversità da destra a sinistra e questo significa che non vi è uguaglianza simmetrica in nessuno di noi. Mi piacciono anche le storie di fantasmi, le leggende legate alla cultura popolare e tutto quello che forse una spiegazione non ha. Potevo dunque, lasciarmi sfuggire un tour sui fantasmi di Milano? Giammai.Sono arrivata attraverso quella diavoleria che è Facebook ad una pagina culturale che trattava di “Arte Funeraria”, gestita da una preparatissima Valeria che tempo dopo ho avuto il piacere di conoscere. Ho prenotato il mio posto per la data stabilita e ho atteso che il giorno arrivasse. Eccoci li. Gruppo formato e via che si và.  L’appuntamento era al Castello Sforzesco al tramonto, prima tappa simbolo di questa città dalle mille anime vaganti, noi compresi. Valeria, laureata in Storia dell’Arte ed esperta guida del Cimitero Monumentale, ci ha accompagnati in giro per il centro, raccontandoci di atroci delitti e presenze degne dei film di Dario Argento. In passato, ho letto tutto quello che è stato pubblicato a riguardo, quindi ho avuto la conferma da lei che ciò che conoscevo era anche condiviso e divulgato nel corso del tempo.

Ho anche scoperto un paio di storie da me ignorate e che se volessi avventurarmi in cerca di fantasmi la notte dei morti, saprei perfettamente dove andare e chi cercare, nella speranza che Lor Signori vogliano manifestarsi. Ce ne sarebbero tantissimi da tenere a bada sapete? Eccovi una piccola guida di dove trovarli:

CARLINA – Piazza del Duomo

Giovane promessa sposa con un segreto nascosto. Si narra che arrivò all’altare con il figlio di un altro in grembo e che dilaniata dalla vergogna non riuscì a confessarlo allo sposo ignaro e cornuto. Siamo nel 1900 e la tradizione era che le giovani coppie dovevano recarsi in visita al Duomo per buono auspicio, una volta saliti sulla terrazza, la leggenda racconta che Carlina in preda all’angoscia si lanciò nel vuoto avvolta dalla nebbia. Il corpo non fu mai ritrovato.

Si dice però che compaia nelle fotografie delle giovani coppie fresche di nozze. Quando si dice l’invidia.

LA COLONNA DEL DIAVOLO – Basilica di Sant’Ambrogio

Fuori dalla Basilica, sulla sinistra, c’è una colonna bianca di epoca romana. Su di essa sono presenti due fori. Sarebbero stati fatti dal Diavolo sotto forma di caprone, che con una testata vi si conficcò, nell’intento di attaccare Ambrogio. Si dice che da questi due buchi si senta odore di zolfo e che siano una sorta di portale verso il mondo degli Inferi.

LA DAMA NERA – Parco Sempione

Ci sarò andata mille volte sul Ponte degli Innamorati e mai una volta che si fosse degnata di farsi vedere. Lei è la mia preferita. Si racconta che baldi giovani venissero sedotti da questa dama vestita di nero con tanto di velo a coprirle il volto e che sprigionava un conturbante profumo di viole. Peccato che una volta consumato il rapporto, lei si manifestasse nella sua vera natura, ovvero uno scheletro in grado di fare vittime. Se ci portate il fidanzato state attente.

BERNARDA – Via Santa Redegonda

Un classico.Padre-Padrone che obbliga la figlia libertina Bernarda a sposarsi con un uomo che non ama.Lei si invaghisce di un altro, il padre lo scopre, mette alla gogna lui e fa murare viva lei. Pane e acqua per sette mesi e il destino è inevitabile. Si dice che il suo fantasma si manifesti in quella via, dove secoli fa, al posto della Rinascente c’era un monastero di suore. Si dice anche che prima della ristrutturazione del Building, sul tetto ci fossero due statue, una maschile e una femminile, e che durante la notte prendessero vita. “Certi amori non finiscono”, cantava Venditti. 

L’OSSARIO DI SAN BERNARDINO  – Chiesa di San Bernardino alle Ossa

Casa mia. Costruita su un piccolo cimitero, fu la soluzione per la deposizione dei defunti del vicino Ospedale del Brolo. Nella cappella dell’Ossario si è letteralmente circondati da teschi, omeri, femori e tibie ordinatamente disposti a forma di croci. Ci sono anche i resti di una bambina, che si dice, si ricomponga nella notte del 2 novembre per iniziare una danza macabra nella quale trascina anche i suoi coinquilini. Il rumore delle ossa si sentirebbe anche da fuori. Non credo ci sia il privè.

LA RUNNER  – Parco Sempione

Fumare nuoce gravemente alla salute. E alla runner che svanisce dopo averti insultato con fare deciso, se decidi di fumarti una sigaretta nel parco. Queste sono le voci che circolano tra gli amanti del jogging dei giorni nostri. Nel caso l’incontriate correte anche voi, veloci.

IL MOSTRO DI BAGNERA – Via Bagnera

È la via più piccola di Milano ed è passata nei libri di criminologia perché li ci viveva il primo serial killer italiano. Siamo nei primi dell’800 e roba così non si era mai vista. Circuiva le vittime con possedimenti e faceva in modo di “amministrarli”, una volta appurato che non avessero parenti in grado di fare domande, zac…! Un colpo d’ascia o di mannaia e giù in cantina, dove finiva il lavoro. Gli andò male con la quarta vittima. Il figlio denunciò la scomparsa e Antonio Boggia, questo il nome del macellaio, venne arrestato e giustiziato per impiccagione. Si manifesterebbe sotto forma di aria gelida che avvolge i passanti alle caviglie. Sono solo alcune delle innumerevoli storie che girano per il capoluogo, le pubblicazioni a riguardo sono tantissime e on line ne trovate anche di più, quindi avete solo l’imbarazzo della scelta.

In ogni caso, ricordatevi che a fare paura, sono i vivi.

Su Clara

Sono cresciuta a libri,moda e rock'n'roll. Mangio arte fin da piccola e ho sempre saputo che mi sarei occupata dell'immagine in tutto quello che la riguarda. Dopo i canonici anni di Liceo Artistico frequento l'Istituto Marangoni e l'Accademia del Lusso e della Moda a Milano dove spazio tra creazioni, styling e scrittura di settore. Ho una passione per il vintage a cui do una seconda vita, riutilizzando accessori e complementi d'arredo la cui immagine si stravolge e ne esce completamente rinnovata, la linea si chiama Resurrection Design, un nome che è tutto un programma, ma soprattutto una filosofia sulle possibilità. Scrivo, disegno e dispenso consigli su quello che sarà cool, una sorta di guida semiseria di quello che fotografo in giro per la City con l'occhio marcato dall'eyeliner e che racconto come se fosse una storia. Rido tanto, sogno molto e macino chilometri...ma sempre con un certo stile!

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