Marco Pannella – Lui che sapeva urlare

Sono figlia degli anni 80, quegli stessi anni che lo hanno visto all’apice del suo impegno socio-politico. Eppure, il mio primo ricordo di Marco Pannella è legato al fatto che per protesta, lui smetteva di mangiare, esattamente come me.

Aspettate prima di puntare il dito, non mi serve impietosire nessuno, vorrei solo fare una riflessione. So benissimo che ci sono delle differenze enormi tra me e lui, i suoi digiuni servivano a svegliare il paese, far parlare i giornali, i miei, invece, servivano solo a creare sofferenza a chi mi stava intorno, non erano consapevoli come i suoi, è vero, ma accadevano. Ricerca di ATTENZIONE, questa maledetta (o benedetta parola) era il motore di tutto. Attenzione per le sue battaglie sociali, politiche. Attenzione per il mio dolore. 

Ho scoperto anni dopo chi fosse veramente, una volta cresciuta, ed ho iniziato ad ascoltarlo.

Pannella riusciva a catturare la mia attenzione sempre, al di là dei modi che potevano piacere o no: Lui aveva carisma.

O lo ami o lo odi uno così. Ho scoperto che uno così io, io non posso che amarlo.

Non ha mai avuto paura di gridare in faccia alla gente che avevano dei diritti e che se così non fosse stato, nulla gli impediva di andarseli a prendere. Faceva battaglie a suon di urli, e si incatenava, per molti era eccessivo, di certo ci metteva sempre la faccia.

Vasco Rossi lo identificava come il suo alter ego politico “Ehhhhhh!”.

Detestava i giornalisti. Diceva che non fornivano un’informazione corretta, che erano dei pennivendoli devoti al vento politico, li maltrattava.

La sua grande famiglia allargata era il Partito Radicale, ed Emma Bonino la sua più grande amica.

Era considerato da molti un visionario, uno stupido con facilità a cadere nel patetico. Il motivo, probabilmente, era che non veniva capito, o forse, megli oancora creduto.

Ho sempre avuto la sensazione che il suo sgusrdo fosse sempre proiettato al futuro. Lui aveva la capacità di predire i cambiamenti. Raccontava cose “oltre” e quando accadevano, tutti zitti, ma lui non era più li.

Era già di nuovo oltre.

Questo era Marco Pannella. La sua risata roca portata dalle mille sigarette, lo sciopero della fame e della sete per giorni e giorni, la preoccupazione che ci potesse lasciare le penne, poi non succedeva mai, a sentir loro. Un po’ come la favola con “al lupo, al lupo”, non era più credibile, a sentir loro. Ha dato il divorzio agli italiani e la possibilità di abortire legalmente, e non in uno scantinato malconcio con dei ferri da calze. Si incazzava, gridava, fumando sempre mille sigarette. Ha dato all’Italia menefreghista referendum a iosa, l’obiezione di coscienza e le sue storiche lotte per le minoranze. Si è battuto contro lo strapotere dei Giudici, per delle condizioni più umane nelle carceri e la rinuncia al vitalizio.

Era gandhiano, aveva incontrato il Dalai Lama, abbracciato e baciato uomini.

Si è fatto arrestare fumando in pubblico una canna, lui che voleva la legalizzazione delle droghe leggere e gli Ska-p e J-ax con lui. Parlava e urlava alle radio, ma tutti dicevano che gridava sciocchezze. Come i due tumori che gli hanno fatto dire sì alla somministrazione di sedativi nel sonno, una specie di eutanasia non dichiarata. Forse li è risultato credibile, a sentir loro.

Sia fatta la tua volontà e così alle 14.16 di mercoledì 19 maggio 2016, ti sei spento insieme alle sue mille sigarette. Mi piacerebbe sapere dove sei e se hai una canna in bocca e ci dai dei buffoni.

Faresti bene, Marco.

Su Clara

Sono cresciuta a libri,moda e rock'n'roll. Mangio arte fin da piccola e ho sempre saputo che mi sarei occupata dell'immagine in tutto quello che la riguarda. Dopo i canonici anni di Liceo Artistico frequento l'Istituto Marangoni e l'Accademia del Lusso e della Moda a Milano dove spazio tra creazioni, styling e scrittura di settore. Ho una passione per il vintage a cui do una seconda vita, riutilizzando accessori e complementi d'arredo la cui immagine si stravolge e ne esce completamente rinnovata, la linea si chiama Resurrection Design, un nome che è tutto un programma, ma soprattutto una filosofia sulle possibilità. Scrivo, disegno e dispenso consigli su quello che sarà cool, una sorta di guida semiseria di quello che fotografo in giro per la City con l'occhio marcato dall'eyeliner e che racconto come se fosse una storia. Rido tanto, sogno molto e macino chilometri...ma sempre con un certo stile!

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