(Spencer Platt/Getty Images)

Io ballo da sola

Chi l’ha detto che la solitudine è un disagio? In base a quale assurdo principio ‘solo’ é sinonimo di tristezza? È un discorso che affronto spesso questo, con tutte quelle persone che mi vedono fare tutto da me e dicono: “Brava, io non ce la farei”.

E io rimango zitta per i canonici tre secondi e poi rispondo: “Niente che anche tu non possa fare”.

C’è chi afferma di non essere capace, di non averci mai provato per abitudine nel condividere tutto, chi ha paura di essere visto come uno sfigato, paura di un giudizio che lo farebbe sentire fuori luogo e soprattutto il timore di sentirsi soli. Siamo tutti d’accordo nel dire che stare in compagnia è bello, divertente, blablabla, ma vi garantisco che anche l’indipendenza fisica è una gran bella scoperta.

Ho già affrontato l’argomento nel post “Tavolo per uno, grazie“, quindi l’approfondimento scientifico lo potete trovare in quelle righe, mentre in queste, mi piacerebbe mostrarvi situazioni che potrebbero sembrare avvilenti, ma che in realtà raccontano ben altro.

C’è la pace, la riflessione, la compagnia di noi stessi, la sintonia con lo spazio e nessun tipo di malinconia dichiarata, forse presupposta, ma non evidente agli occhi.

Guardate in gallery, mi piacciono molto queste immagini.

Mi ci ritrovo in tutte. Avrei potuto essere io in tutte loro.

Ho fatto e continuo a fare cose completamente da sola, non perché non mi piaccia la brigata, anzi, sono un animaletto da gruppo e mi diverto tantissimo, ma anche Me Medesima non se la cava tanto male ad organizzarsi una vita in solitaria.

Sono stata ad aspettare aerei da sola, ho ordinato pranzi e cene con un potere decisionale degno di un leader, visto film in sale vintage con poltroncine scomodissime, senza alcuna spalla su cui appoggiarsi o braccio con cui litigarmi il bracciolo in velluto.

Mi piace starmene da sola a fissare il mare, guardare quello che ho davanti senza proferir parola, anche perché magari poi tiro fuori un libro e comincia un’altra storia.

Ho bevuto drink a ripetizione senza timore di giudizio e ascoltato gente che mi sembrava più sola di me, pur stando lì in compagnia. Concerti, discoteche e dibattiti? Cantavo, ballavo e parlavo, sempre da sola.

Mi piace questa forma di indipendenza, me la sono guadagnata con il tempo e plasmata a seconda delle scelte che mi si ponevano, ne vado fiera e mi ringrazio per lo spirito di adattamento che mi ha fatto sviluppare.

Ho sempre alzato un po’ di più l’asticella dei miei limiti, senza esagerare, sentendomi in grado di decidere per me stessa, lasciando massima libertà agli altri, sia mentale sia d’azione, e devo dire che sono arrivata ad altezze notevoli.

Certo che condividere momenti, emozioni e situazioni é un’alta forma di benessere, ma solo se capito e ricambiato, altrimenti meglio non forzare e trovare i compagni d’avventura in modo epidermico, lo si capisce se si va d’accordo, se qualcosa di tuo può diventare suo e il tempo fondersi.

É bellissimo. E per me vale ancora di più, proprio perché non é scontato.

Le immagini che vedrete raccontano una solitudine che fa crescere.

Su Clara

Sono cresciuta a libri,moda e rock'n'roll. Mangio arte fin da piccola e ho sempre saputo che mi sarei occupata dell'immagine in tutto quello che la riguarda. Dopo i canonici anni di Liceo Artistico frequento l'Istituto Marangoni e l'Accademia del Lusso e della Moda a Milano dove spazio tra creazioni, styling e scrittura di settore. Ho una passione per il vintage a cui do una seconda vita, riutilizzando accessori e complementi d'arredo la cui immagine si stravolge e ne esce completamente rinnovata, la linea si chiama Resurrection Design, un nome che è tutto un programma, ma soprattutto una filosofia sulle possibilità. Scrivo, disegno e dispenso consigli su quello che sarà cool, una sorta di guida semiseria di quello che fotografo in giro per la City con l'occhio marcato dall'eyeliner e che racconto come se fosse una storia. Rido tanto, sogno molto e macino chilometri...ma sempre con un certo stile!

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