Roberto Vecchioni, Il libraio di Selinunte

Il protagonista di questa bellissima fiaba per adulti (anche se Vecchioni non ama questa definizione) è un vecchio e brutto libraio che ha la particolarità di non vendere i suoi libri, ma di leggerli ad alta voce a chi vuole ascoltarli

Un libro sulla forza delle parole

Proprio per questo è inviso alla popolazione di Selinunte che lo crede il diavolo, perché diverso, straniero e non comprende il significato del suo comportamento. Nicolino, detto Frullo, è l’unico abitante della città che, in barba alle maldicenze della gente, ogni sera entra di nascosto nella libreria e, credendo di non essere visto, ascolta il libraio leggere tutti i più grandi autori di sempre, da Borges a Pessoa, da Manzoni a Sofocle.

Una notte, la libreria viene data alle fiamme e con lei svaniscono tutte le parole e i loro significati, lasciando la popolazione di Selinunte non più in grado di proferire parola. Solo un ragazzo si salva dall’incantesimo, Nicolino, l’unico che non ha avuto paura del libraio e ha condiviso con lui i piaceri della lettura.

Vecchioni, con questo racconto, rende omaggio alla parola, ai suoi significati e alle mille sfaccettature che rendono possibili l’espressione della complessità dell’animo umano. Il cantautore e scrittore milanese riporta in questo libro parte delle tematiche presenti nelle sue canzoni, tra le quali il bisogno fondamentale dell’uomo di comunicare e la paura, al tempo stesso di non essere compresi; dalla foga di vivere riempiendo d’amore ogni attimo possibile (“perché tutte le parole scritte dagli uomini sono forsennato amore non corrisposto”) fino all’inesorabile certezza della morte.

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Su massimo miliani

Ho il CV più schizofrenico di Jack Torrence, per questo motivo enunciare qui la mia bio potrebbe risultare complicato. Semplificando, per lo Stato e per l'Inpgi, attualmente risulto essere giornalista.

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