Inviata speciale di Jean Echenoz è un noir a tinte pop bello e divertente che mi sento di consigliare sopratutto per una lettura da ombrellone. Leggero eppure visionario, vi regalerà di sicuro momenti di puro godimento nella lettura.
Inviata speciale di Jean Echenoz
Voglio una donna, ha dichiarato il generale mi serve una donna, chiaro? Allora in buona compagnia, gli ha sorriso Paul Objat. Mi risparmi rilievi del genere, Objat, si è inalberato il generale, non sto scherzando.
Mettete una Parigi distratta e fru fru, lontana dalla capitale che hanno disegnato i media negli ultimi anni. Mettete dei personaggi leggeri e col naso più spesso rivolto verso l’alto che dritto davanti a sé. Mettete elementi pop, elementi noir e tanta curiosità. Poi metteteci un maestro del post-romanzo ed ecco a voi: un libro di Jean Echenoz.
Siccome lei gli ha ricordato che anche di quello non le importava, ha alzato una sola spalla stavolta, e la salutata lasciandola lì davanti alla vetrina, dove Costance sì è messa a leggere meticolosamente, da cima a fondo, tutti gli altri annunci degli alloggi in vendita e in affitto, immaginando di volta in volta un’altra vita possibile, altri destini, altri amori, altri dolori.
Jean Echenoz è famoso per la sua arte di giocare con le parole ma sopratutto con i sintagmi, spostandoli avanti e dietro in un continuo ribaltamento, fino ad ottenere un cambiamento di senso ed un intersecarsi di significati e rimandi. Ne L’inviata speciale questo gioco diventa superbo perché si contamina con il noir, e voi ben sapete quanto a me piaccia il genere.
Il gioco dello scrittore francese è sottile e corre sotto il cervelletto, quasi a giocare con un istinto sottocutaneo che disorienta il cervello e lo fa trovare sempre altrove rispetto a ciò che ci si aspettava. Il gioco è molteplice e invischiato sempre con qualcosa di diverso, a volte cambia il luogo a volte il senso della narrazione.
Jean Echenoz, Roberto Bolaño e George Perec
Echenoz, accostato spesso al movimento post-modernista, ha molte caratteristiche in comune coi grandi maestri di questo genere letterario, ma in molti punti se ne distacca. Io, personalmente, parlando a vanvera con la sobrietà che mi contraddistingue, vorrei tentare un paio di accostamenti che sono i primi che mi vengono in mente.
Leggendo Inviata Speciale mi sono venuti in mente alcuni lavori di Roberto Bolaño, sopratutto i racconti più brevi, quelli di Puttane assassine o Terzo Reich, ma con alcune sostanziali differenze. Se il genio sudamericano scava nella disintegrazione della storia per raggiungere la purezza del racconto e lo fa con tinte spesso opache e cupe, in Echenoz è l’ironia ad essere il coltello traslucido che squarcia la realtà e ci mostra l’interno quotidiano di un’opera narrativa.
Il cimitero di Passy e, di gran lunga, il più chic di Parigi. Neppure benessere dei sopravvissuti è stato trascurato: è la sola necropoli della città con una sala d’attesa riscaldata.
Vicino invece, ma non possiamo certo definirlo post-moderno, è un altro francese: il nostro amato George Perec che di giochi stilistici infarciva la narrazione, usando l’intelligenza dialettica per investigare la leggerezza della vita. Vicini in questo, Perec è Echenoz usano lo sfondo di Parigi, città che bene si presta ad interpretare il ruolo di grande ingranaggio dove le cose accadono in modo più leggero e il tempo scorre più lento.

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Costance e Lou Tausk
Tornando a Inviata speciale, Echenoz sceglie una storia in cui gli elementi stessi che la compongono la raccontano disvelandosi. Naturalmente l’ironia dello scrittore francese non poteva che prevedere degli ingredienti speziati che innamorano al primo sguardo.
Camicetta azzurra attillata, pantaloni skinny atracite, scarpe basse, taglio alla Louse Brooks e curve alla Michèle Mercier – un insieme che sembrerebbe stridente, invece no, sta d’incanto.
I protagonisti di questo noir a tinte pop, sono una bellissima e stralunata cantante che viene rapita da un gruppo di… bè a dire il vero da non si sa chi. Sono terroristi? Sono malintenzionati? Vogliono estorcerle soldi? Niente di tutto questo, ma molto peggio: vogliono trasformare Costance in una sabotatrice del regime di Pyongyang (leggi Corea del Nord).
Ora, se non vi dispiace ci occuperemo un po’ del marito di Costance. Il quale marito attualmente si trova in metro, lungo il percorso della linea 2 che attraversa da ovest a est la zona nord di Parigi, e risponde al nome di Lou Tausk. Un nome del genere, Lou Tausk, tutta l’aria di uno pseudonimo ma per ora non aggiungiamo altro, torneremo su questo punto a tempo debito.
Alterego maschile della bella Costance è il suo ex marito, Lou Tausk, uomo più dedito all’interpretazione del suono della metropolitana che alla lettura della vita pratica, ma che ha un bell’agio grazie alla scrittura di un motivetto pop che ha raggiunto ogni parte del globo tanto da averlo reso ricco come un nababbo.
Anche sulla linea uno i nomi delle stazioni sono segnati da annunci automatici, ma la ragazza che ha prestato la sua voce al sistema non ha né la grazia né l’affabilità di quella che sonorizza la 2: dapprima comunica con indifferenza il nome della stazione a tutta l’aria di fregarsene altamente, poi una volta arrivati lo ripete in tono seccato se non avete capito ve lo ricordo, ma giusto perché siete voi.
Un noir dai colori affascinanti
È da questi due personaggi, scelti e disegnati da Echenoz con la cura del miniaturista ottomano, che parte una storia noir fatta di fraintendimenti, scoperte e tanto ironia. Sicuramente nella scrittura di Echenoz è fondamentale scegliere prima di tutto gli ingredienti, perché solo partendo da essi si potrà far muovere un mondo di colori e sfaccettature che gioca sempre allo sconvolgimento della storia stessa. I colori però sono sempre vivi e affascinanti, tanto da farti scoprire un sorriso mentre incedi nella lettura.
Sembra intento a decifrare i nomi sulle targhe agli angoli delle strade. Siccome lei lo guarda per un secondo di troppo, l’uomo le sorride, si avvicina, le chiede se per caso sa dirgli dove si trova Rue Pétrarque e Costance risponde: Certamente.
Un libro bello e divertente, anche se forse non il capolavoro di Echenoz, che mi sento di consigliare sopratutto per una lettura da ombrellone. Leggero eppure visionario, Inviata speciale vi regalerà di sicuro momenti di puro godimento nella lettura.
Jean Echenoz – Inviata speciale – Adelphi
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