Il circolo delle invincibili sognatrici di Ana B. Nieto, una delle penne più raffinate della narrazione femminile attuale, è capace di condensare in duecento pagine racconto biografico e confronto con le grandi metafore della mitologia.
Il circolo delle invincibili sognatrici di Ana B. Nieto
Ci sono storie che nascondo dentro di sé, a cipolla, molte altre storie. Saperle racconta è un’arte che appare semplice quanto più il narratore è padrone di linguaggi e mondi della conoscenza differenti. Per fortuna questo è il caso di Ana B. Nieto, scrittrice e sceneggiatrice nata quarant’anni fa a Madrid. Autrice già di alcuni libri di successo, con quest’ultimo romanzo la Nieto si propone al grande pubblico come una delle penne più raffinate della narrazione femminile attuale, capace di condensare in duecento pagine racconto biografico e confronto con le grandi metafore della mitologia.
Tutto parte da una cittadina spagnola affacciata sul mare, dove un bambino, David, vive felicemente la propria infanzia con una madre sola appassionata di letteratura. Una passione, quella per i libri, che le permetterà di entrare in contatto con altre donne che condividono con lei l’amore per la lettura e la fuga dalla realtà attraverso il sogno.
In questo clima appena abbozzato interviene immediatamente una novità sconvolgente. David rimane da solo, della mamma Alice non c’è più traccia da una mattina qualsiasi in poi.
Il bambino verrà preso in carico da un’amica della mamma, Emilia, successivamente il piccolo David sarà affidato al parente più prossimo lo zio Javier, un uomo che vive da solo vicino al faro che custodisce. Qui la storia si apre a mille rivoli ed è subito chiaro che saremo trascinanti in vari universi paralleli.
La storia di David e la sua crescita senza la madre si incrocia con il racconto intessuto da almeno tre donne: Emilia, Eleni e Catherine. Se la prima è un’amica della mamma di David, la seconda è la figlia di Emilia e grande amica del protagonista, mentre Catherine avrà una rapporto fondamentale con il bambino diventato adulto.
Attraverso queste donne, che raccontando la storia di David ad una giornalista in cerca di rivalsa professionale dopo un brutto licenziamento, entreremo in contatto con una biografia affascinante ed avvolta nel mistero del ricordo.
Mitologia, ricordo, speranza
David crescerà dai dodici anni in poi vicino al mare, prima come aiutante dello zio guardiano del faro, poi come primo uomo a compiere la circumnavigazione della Terra. Storia ispirata direttamente a Robin Lee Graham, primo uomo al mondo a compiere, appena adolescente, l’intero giro del nostro pianeta via mare nel 1965.
Una vita di successo, ma salvata da un racconto ambizioso e arcaico tenuto in vita da un gruppo di donne sognatrici e appassionate di mitologia. Sarà infatti la mitologia, usata come descrizione del mondo da Emilia, a crescere David senza che a lui possano arrivare le bruttezze di un mondo in cui il caos ha più potere della ragione.
Un altro tema centrale di questo affasciante romanzo è quello del ricordo. A cosa servono i ricordi? Come giudichiamo i nostri ricordi? La tesi di almeno due dei narratori nel libro è che il ricordo non deve essere per forza vero, l’importante è che porti buoni frutti.
La speranza è un’altro dei temi sapientemente affrontati dalla Nieto nelle pagine di questo libro. Speranza vista come fessura, sia aperta che chiusa, che produce dolore e che per questa ragione deve essere impigliata in un racconto più grande.
Un’ultima riflessione sulla struttura di questo romanzo riguarda l’utilizzo della mitologia come narrazione del profondo, un aiuto alla ricerca del proprio equilibrio e della propria salute mentale. La profondità della metafora mitologica, grande intuizione della psicanalisi del resto, è oggi ancora un’ottima sponda per chi cerchi un po’ di serenità prima lanciarsi nella grande esplorazione del mondo.
Ana B. Nieto – Il circolo delle invincibili sognatrici – Salani
Traduzione: Claudia Marseguerra
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